“Abbiamo ora elementi sufficienti per affermare che siamo di fronte a un intervento senza qualità sociale e che non affronta nessuno dei nodi della devastata situazione della condizione abitativa in Italia”.
UNA LEGGE DI STABILITA’ SENZA QUALITA’: NON C’E’ ALCUN INTERVENTO PER LA POLITICA SOCIALE DELLA CASA E L’INCENDIO DEGLI SFRATTI CONTINUA, COME PUNTA DELL’ICEBERG DI UNA SOFFERENZA ABITATIVA STRUTTURALE.
TRISE E NUOVA TASSAZIONE SULLA CASA: UN INGIUSTO PRELIEVO CONTRO GLI INQUILINI MA SOSTANZIALMENTE SCONFITTA LA MANOVRA CHE VOLEVA TRASFERIRE IL PESO FISCALE DALLA PROPRIETA’ ALL’AFFITTO.
Dichiarazione di Walter De Cesaris, segretario nazionale dell’Unione Inquilini.
“Prima di esprimere giudizi, abbiamo atteso di avere effettivi elementi di valutazione, al di là di indiscrezioni o anticipazioni.
Abbiamo ora elementi sufficienti per affermare che siamo di fronte a un intervento senza qualità sociale e che non affronta nessuno dei nodi della devastata situazione della condizione abitativa in Italia.
Va ricordato che la situazione degli sfratti in Italia (70 mila nell’ultimo anno, di cui 60 mila per morosità, 140 sfratti al giorno eseguiti con la forza pubblica, gettando le famiglie, spesso con minori, sul marciapiede) è solo la punta dell’iceberg di una sofferenza abitativa strutturale.
Per ogni sfratto eseguito, ci sono altre 9 famiglie “border line” per le quali basta anche un piccolo imprevisto per aprire il baratro della morosità. Basti pensare che una recentissima indagine a cura della proprietà immobiliare fa emergere che tra il 40 e il 50% dei proprietari in grandi città come Roma e Milano lamenta un arretrato di almeno uno o due mesi di affitto.
Servono misure coraggiose e innovative: il blocco di tutti gli sfratti, compresa la morosità incolpevole e il varo di una misura che consideri l’alloggio ai fini fiscali come prima casa (quindi esente da IMU) e con una imposizione ai fini IRPEF dell’1% se dato in locazione con un canone ridotto della metà rispetto agli accordi territoriali attualmente in vigore, in modo da riconvertire gli sfratti in corso in nuovi contratti.
Con una prospettiva di più lungo termine, occorre un vero piano casa, con un progetto ambizioso di almeno 700 mila abitazioni sociali da realizzare attraverso l’utilizzo del patrimonio pubblico dismesso e il riuso del costruito, a partire dalle decine di migliaia di case popolari oggi non assegnate perché bisognose di interventi di ristrutturazione.
La manovra che voleva spostare la tassazione sulla casa dalla proprietà all’abitare, attraverso la trasformazione dell’IMU in service tax, sembra, invece, sostanzialmente sconfitta.
Se la Confedilizia si chiede come mai il governo abbia “stravolto” l’impostazione del CdM del 28 agosto e cosa sia mai accaduto in questo mese e mezzo, la risposta è molto semplice: si tratta di un successo delle proteste e delle mobilitazioni di cui rivendichiamo di essere stati, noi dell’Unione Inquilini, tra i protagonisti.
Riamane comunque che un prelievo, che può giungere fino al 30% del 2,5 per mille della rendita catastale a carico degli inquilini è del tutto iniquo in quanto l’ubicazione dell’immobile e la connessa rete di servizi di cui dispone sono elementi oggettivi presi a riferimento per la determinazione del valore dell’alloggio e conseguentemente dell’ammontare del canone di locazione che già l’inquilino paga. Si apre poi la strada di un ulteriore prelievo che, vista la tendenza alla crescita dei tributi locali a causa dei tagli, è destinato a crescere nel futuro, creando ulteriori scompensi.
Occorre sconfiggere una logica perversa per la quale i servizi sono ridotti a merce, da pagare a tariffa, che è uguale a prescindere dal reddito, invece che attraverso la fiscalità generale, che è progressiva.
In ogni caso, chiediamo che vengano esclusi dal pagamento gli inquilini con redditi imponibili fino a 40 mila euro e che, per i medesimi soggetti, sia inquilini che proprietari utenti, venga affermato il principio dell’invarianza della tassa sui rifiuti, spostando un maggiore prelievo sulle fasce di reddito più alte.
Per questo, ci rivolgiamo alle forze politiche per la modifica della legge di stabilità nel Parlamento”
Roma 17 ottobre 2013
Unione Inquilini
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