Bilal, 8 anni, stava giocando con gli amici nei pressi di casa sua nella provincia di Kapisa, in Afghanistan, quando lì vicino sono scoppiati dei combattimenti. Una granata “vagante” è esplosa a meno di un metro da lui ferendolo
LA GUERRA VISTA DAGLI OCCHI DI UN BAMBINO
Bilal, 8 anni, stava giocando con gli amici nei pressi di casa sua nella provincia di Kapisa, in Afghanistan, quando lì vicino sono scoppiati dei combattimenti. Una granata “vagante” è esplosa a meno di un metro da lui ferendolo. Urla, terrore, disperazione, poi l’ambulanza e l’arrivo al nostro ospedale di Anabah, le cure.
Durante il ricovero Bilal fa molti disegni. Un giorno me ne mostra uno, tutto orgoglioso. L’ha fatto con un’innocenza spiazzante, mostrando una fila di macchine prese d’assalto da aerei che bombardano e soldati che sparano con i mitragliatori. Mi sorride: a lui è andata bene, la granata che lo ha colpito gli ha “solo” spezzato una gamba.
Il suo compagno di stanza Wazibullah, invece, è stato ferito da un colpo di Kalashnikov alla schiena: lui si è salvato, ma non ce l’ha fatta il suo amico, un bambino con gli occhi verdi e l’aria spaventata, a cui ho stretto la mano per un’ora in attesa che lo operassero.
— Enrico, dall’ospedale di Emergency ad Anabah, Afghanistan