“Il modello cinese”

“The Economist, il settimanale che meglio esprime l’intellettualità organica dell’economia di mercato, lo scorso anno aveva definito il capitalismo di Stato cinese come il nuovo modello emergente nel mondo”.

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IL MODELLO CINESE
The Economist, il settimanale che meglio esprime l’intellettualità organica dell’economia di mercato, lo scorso anno aveva definito il capitalismo di Stato cinese come il nuovo modello emergente nel mondo. In realtà, lo Stato protegge e accompagna il dominio del capitale fin dalla nascita “ma mai prima d’ora aveva operato su tale scala e con strumenti tanto sofisticati”. Peccato che la sfrenata esaltazione della pura logica del profitto comincia a mostrare il suo volto rovinoso e i cinesi non sanno più come uscire dai guai. Il capitalismo di stato, come quello liberale, funziona solo con un regime dispotico. Ha ancora senso considerare la conquista degli apparati dello Stato la sola via possibile per cambiare? L’ARTICOLO COMPLETO

IL NUOVO DECALOGO DI ROBIN HOOD
Rifiutare il capitalismo, fare un modo diverso ogni giorno, in tutto il mondo. Ecco alcune azioni per ridurre subito la forbice tra ricchi e impoveriti. Credito alternativo, consumo locale, condivisione di beni, servizi, spazi… L’ARTICOLO COMPLETO

UN GIORNO NERO PER IL WEB ITALIANO
Sulla Rete italiana, arrivano la censura e le lobby. Lo strumento è il regolamento sul diritto d’autore che impone l’Agcom: in poche ore potrebbero chiudere quasi tutti i siti d’informazione indipendente L’ARTICOLO COMPLETO

FUORI I BAMBINI DALL’AULA
Non ci sono cambiamento e apprendimento se i bambini non corrono, giocano, saltano… L’ARTICOLO COMPLETO

ALLA DIAZ I CASCHI LI AVEVATE BEN ALLACCIATI
Le manifestazioni dei forconi hanno coinvolto pezzi di movimenti reazionari. Scrivono in modo chiaro quelli della Talpa e l’Orologio di Imperia: “Le piazze e i blocchi, non abbiamo timore di dire quello che abbiamo visto, sono state coordinate dalle forze dell’ordine” ARTICOLO COMPLETO

A SCUOLA D’ESPERIENZA
Se il cibo non è una merce allora può diventare il protagonista di giochi e di una didattica esperenziale. “Mi accade, quindi, di ritrovarmi con decine di bambini in cerchio che ora ascoltano ed ora raccontano. O di fermarmi in silenzio ad osservare un piccolo pittore in erba che mi spiega, esprimendosi in colori, quanto sia difficile a volte scegliere cosa mangiare e cosa no – scrive Giusi, educatrice alimentare – E ancora, mi ritrovo a una lavagna, con piccoli folletti in grembiule con cui costruire la storia del miele o in una stalla ad osservare le effusioni di un’intera classe a un vitellino appena venuto al mondo. Voci di bimbo, fruscio di matite sui fogli, colori di forbici a punte arrotondate, odore di colla liquida, magia di libri da esplorare, domande, racconti e risposte sulla natura che ci offre i suoi doni. Il cibo è al centro di un grande gioco entusiasmante…” L’ARTICOLO COMPLETO

LO SHAMPOO DEI MIRACOLI
Contro il sessismo non serve un cambiamento culturale collettivo e profondo, basta uno shampoo L’ARTICOLO COMPLETO

L’AUTOGESTIONE DELL’ENERGIA
Feldheim è una località che si trova a sessanta chilometri a sud di Berlino. E’ nota perché ottiene tutta l’elettricità e il riscaldamento da fonti rinnovabili locali. Non è un modello ma dimostra che è possibile trasformare la domanda di energia attraverso, autogestione, risparmio energetico e fonti di energia rinnovabili L’ARTICOLO COMPLETO

METTIAMO IN COMUNE I PEDALI
Bike sharing: l’Institute transportation development policy esamina 400 città di bike sharing L’ARTICOLO COMPLETO

ARMI, TANGENTI, POLITICA. RIBELLIAMOCI ORA
Negli anni ’80 il direttore della rivista Nigrizia, il missionario comboniano Alex Zanotelli, svelò l’intreccio tra politica e vendita di armi nel mondo. Diversi politici fecero di tutto per allontanarlo. Ci riuscirono. Oggi, mentre alcune inchieste giudiziarie in corso mostrano un nuovo muostroso intreccio di business e tangenti e mentre salgono le spese militari (F35, piano dell’Esercito Italiano di ‘digitalizzazione’, investimenti su Sigonella e Niscemi…), Zanotelli lancia un appello, “Fermiamoli!” L’ARTICOLO COMPLETO

L’IMPOPOLARE, SCOMODA, CULTURA DEL CIBO
Di cosa parliamo esattamente quando citiamo il cibo nelle nostre conversazioni? Parliamo di diete, di rinunce o di scelte scellerate, e quanto mai assurde, che possano aiutarci a perdere peso (più che a farci stare meglio). Oppure, parliamo di ricette, o meglio, di trasmissioni televisive e di giornali che ce le propinano in grande quantità, facendoci venire la voglia di parlarne ancora e, subito dopo, quella di metterci a dieta. In nome del profitto hanno reso la cultura del cibo impopolare e fastidiosa. Quella cultura è destabilizzante e pericolosa per chi produce il “cibo” di cui si parla tanto L’ARTICOLO COMPLETO

LA SCUOLA NEL BOSCO
Apprendere ogni giorno tra alberi, neve, prati, sentieri. Accade già in diversi paesi L’ARTICOLO COMPLETO

  

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