“Fascismo o Renzismo?”

“Anche se la storia si presenta come farsa dopo la tragedia, non vi è dubbio che il ‘movimento’ dei forconi presenta delle analogie con altre situazioni dello stesso segno già viste”.

Fascismo o Renzismo?

 

Anche se la storia si presenta come farsa dopo la tragedia, non vi è dubbio che il ‘movimento’ dei forconi presenta delle analogie con altre situazioni dello stesso segno già viste. Bandiere tricolori, personaggi anonimi ma che emergono e che potranno tentare avventure elettorali, condiscendenza della polizia e l’organizzazione quasi militare dei blocchi, molto decisi ma poco partecipati e soprattutto poco contrastati. E’ chiaro che c’è una regia non di tipo sindacale dietro questo emergere dei forconi che, adeguatamente sostenuti, possono catalizzare un settore di massa. Nel caos politico nasce un soggetto nuovo che aumenterà i rischi e la base di manovra dei vari settori a tendenza reazionaria che nella crisi cercano una via d’uscita dopo il fallimento berlusconiano. Sbagliato pensare che la presenza di frange popolari possa modificare il senso di marcia di questo movimento anche se chi si occupa di movimenti di classe deve prestare attenzione alla sua composizione sociale per impedire aggregazioni spurie.

Dunque siamo ad un nuovo protagonismo che tenta di condizionare, assieme ai Cinque Stelle, alla Lega e a Forza Italia, l’operazione principe che è stata confezionata in questi mesi: il lancio definitivo del Renzismo.

Chi è Renzi e che cosa rappresenta? Molti si soffermano sui suoi trascorsi cattolici e democristiani, ma questo non è l’essenziale per definire il personaggio. In realtà il Renzismo è la versione di ‘sinistra’ del berlusconismo, cioè una gestione di plastica luccicante di una politica senza ancoraggi e collegata agli interessi di chi decide veramente in Europa e nell’occidente capitalistico. Renzi è stato sponsorizzato da molti settori del sistema politico, mediatico e anche finanziario e economico per un fine preciso: portare dinamismo dentro una situazione stagnante fatta di faide e di inciuci.

Nascerà davvero l’era Renzi? La partenza a tutto gas farebbe ben sperare, ma le onde sono grandi. In agguato c’è il vecchio sistema politico del PD pronto a rientrare in ballo col crescere delle difficoltà, c’è un popolo delle primarie dal pensiero debole pronto ad entrare in depressione quando l’idolo del giorno perde charme. Ci sono, sopratutto, la crisi e la situazione sociale che incombono, rispetto alle quali il boy scout segretario non ha detto nulla di serio. Per ora può coprirsi con Letta che fa da capro espiatorio ma poi, quando dovrà metterci la faccia?

Se la situazione è eccellente perchè il caos è grande, bisogna però trovare il bandolo della matassa. Beppe Grillo, bisogna riconoscere, in questa fase sta tenendo duro sfidando l’ipocrisia del potere. Dalla richiesta di impeachment di Napolitano, alla denuncia della illegalità di questo parlamento, alla ‘lista di proscrizione’ per i pennivendoli di regime. Ma siamo alla pura propaganda, utile ma non risolutiva.

Il ‘movimento’, quello a cui siamo abituati a sinistra, che non ha ancora trovato un effettivo cemento programmatico non prova neppure a darsi una prospettiva politica se non nella speranza di fare il colpo con le elezioni europee e resuscitare. Per passare dalla posizione di spettatori critici all’individuazione di un percorso che emerga dal caos dobbiamo individuarne i punti di ripresa. Di questo si sta discutendo e per ora ne sono stati individuati due: il movimento Lavoro e Dignità e la battaglia astensionista contro il voto alle europee (il vero referendum da fare). Ma di questo parleremo a discussione ultimata.

Erregi

11 dicembre 2013

http://aginform.org

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