“A Bangui continuano le rappresaglie, soprattutto nei quartieri fuori città, Combattant e Miskine. I combattimenti, però, si sono spostati nelle province del nord e da lì provengono i nuovi profughi che stanno arrivando a Bangui”.
A BANGUI, REP. CENTRAFRICANA: PRIME CURE PER I NEONATI PREMATURI NEI CAMPI PROFUGHI
“A Bangui continuano le rappresaglie, soprattutto nei quartieri fuori città, Combattant e Miskine. I combattimenti, però, si sono spostati nelle province del nord e da lì provengono i nuovi profughi che stanno arrivando a Bangui.
In migliaia hanno ripopolato il campo vicino all’aeroporto dove già lavoravamo, tanti si sono rifugiati in altre zone presidiate della città.
Nei campi profughi continuiamo a garantire assistenza sanitaria ai bambini che vivono in condizioni igieniche spaventose senza acqua pulita, né servizi igienici.
Stiamo anche provvedendo alle prime cure per i neonati prematuri, che ogni giorno nascono nei campi: facciamo la prima visita, somministriamo la vitamina K e le prime vaccinazioni, poi li trasferiamo all’ospedale pubblico.
Anche il Centro pediatrico sta lavorando a pieno ritmo, con un centinaio di visite al giorno.
Nonostante la situazione in città sia più calma, i pochi negozi rimasti aperti sono quasi vuoti: per problemi di sicurezza i rifornimenti dal Camerun tardano ad arrivare. Scarseggia il cibo, soprattutto la carne, e quello che c’è è diventato molto più costoso: negli ultimi giorni un sacco di riso da 50 chili è passato da 50 a 80 mila franchi”.
– Ombretta, coordinatrice delle attività di Emergency in Repubblica Centrafricana
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