“Abbiamo inviato oggi una lettera aperta al presidente incaricato, Matteo Renzi. Occorre invertire la rotta sulla casa per affrontare effettivamente i nodi della sofferenza abitativa strutturale che vive il Paese”.
UNIONE INQUILINI. LETTERA APERTA AL PRESIDENTE INCARICATO, MATTEO RENZI: SE VUOLE ESSERE INNOVATORE CONVOCHI LA SOCIETA’ CIVILE, VOGLIAMO PORTARE ALLE CONSULTAZIONI LA VOCE DI 3 MILIONI E MEZZO DI FAMIGLIE CHE VIVONO IN AFFITTO, DI CENTINAIA DI MIGLIAIA DI SENZA CASA, DI ALTRE CENTINAIA MIGLIAIA CHE VIVONO IL DRAMMA DELLO SFRATTO.
Dichiarazione di Walter De Cesaris, segretario nazionale Unione Inquilini.
“Abbiamo inviato oggi una lettera aperta al presidente incaricato, Matteo Renzi. Occorre invertire la rotta sulla casa per affrontare effettivamente i nodi della sofferenza abitativa strutturale che vive il Paese.
La questione degli sfratti, 70 mila sentenze l’anno, di cui il 90% per morosità, è solo la punta dell’iceberg di una situazione più generale. I nodi sono la carenza di offerta pubblica (l’Italia è il fanalino di coda dell’Unione Europea con 4 abitazioni sociali ogni 100 contro una media europea di 16) e l’incompatibilità tra i canoni privati e i redditi di chi è costretto a vivere in affitto.
Oggi il costo dell’abitazione è una delle cause strutturali della coabitazione dei giovani nella casa dei genitori e uno degli elementi di fondo dell’arretratezza infrastrutturale del sistema economico e sociale.
IL canone nero e l’irregolarità contrattuale riguardano almeno 1 milione di contratti, di cui sono vittime in particolari studenti fuori sede, immigrati, lavoratori precari.
Una nuova politica sociale della casa è pertanto non un costo ma un investimento per il futuro.
Le priorità di questa nuova politica sono:
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un grande investimento per 800 mila alloggi a canone sociale e residenze per studenti fuori sede, attraverso il recupero e il riuso del patrimonio pubblico, a cominciare dal demanio civile e militare (iniziando con la ristrutturazione dei 30/40 mila alloggi popolari non assegnati perché inagibili);
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un drastico abbassamento degli affitti privati, anche attraverso l’uso della leva fiscale;
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la penalizzazione fortissima dello sfitto e la lotta senza quartiere al canone nero e all’irregolarità contrattuale;
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una vera sospensione di tutti gli sfratti (compresa la morosità incolpevole) e le aste giudiziarie per inadempienza dei mutui sulla prima casa per giungere a una loro graduazione che permetta i rilasci solo con il passaggio da casa a casa;
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consumi a prezzo di costo per i redditi bassi.
Il governo Letta, dopo le mobilitazioni dello scorso ottobre, aveva promesso un decreto urgente per affrontare almeno alcuni di questi nodi ma ha fatto prima a morire il governo che prendere luce il provvedimento.
Chiediamo al Presidente incaricato l’assunzione di un impegno e di una responsabilità precisi nelle suddette direzioni.”
Allegata: la lettera aperta al presidente incaricato Matteo Renzi.
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Roma, 18 febbraio 2014
Al Presidente del Consiglio incaricato
Matteo Renzi
Egregio sig. Presidente incaricato
Riteniamo che il tema della politica sociale della casa rappresenti una priorità di governo e che debba pienamente rientrare tra gli impegni programmatici del nuovo esecutivo.
La realtà italiana rispetto al tema delle politiche abitative è sicuramente tra le più arretrate in Europa.
L’Italia è il fanalino di coda dell’Unione Europea per abitazioni sociali (4 ogni 100 rispetto a una media europea di 16) e per l’edilizia residenziale pubblica non c’è più alcuna forma di finanziamento pubblico: zero euro nel bilancio dello Stato.
Crescono gli sfratti: quasi 70 mila sentenze nel 2013. Nella crescita totale, però, sono quelli per morosità che subiscono l’impennata, divenendo il 90%del totale di quelli emessi. Con l’attuale trend di crescita, se ne prevedono 220.000 nei prossimi tre anni. Quindici anni fa era il contrario: gli sfratti emessi erano molto meno (circa 40 mila l’anno) e la morosità rappresentava al più il 20% delle sentenze. Anche da questi dati, si squarcia il velo della mutazione drammatica della condizione sociale del Paese e mette a nudo le conseguenze del libero mercato degli affitti.
Al dramma egli sfratti, si aggiunge quello delle aste giudiziarie per insolvenza da mutui, altro fenomeno in pericoloso incremento.
Sono circa 650 mila i nuclei utilmente collocati nelle graduatorie per una casa popolare, a cui non è possibile dare una risposta, mentre assistiamo allo scandalo di 30/40 mila alloggi popolari che non vengono assegnati perché inagibili.
Secondo quanto emerso dal recentissimo censimento, sono addirittura quasi triplicate le famiglie che vivono in baracche rispetto a 10 anni fa.
Si è rifiutato, fino ad oggi, di introdurre una imposta patrimoniale progressiva mentre si evidenzia come la piega dell’evasione fiscale e dell’irregolarità contributiva sugli immobili e i canoni di locazione è altissima.
Questa rotta disastrosa va invertita.
Occorrerebbero una visione di fondo, una strategia di lungo periodo, con una ambizione simile a quelle di altri frangenti della storia della Repubblica.
Per Sua formazione e cultura Lei sarà sicuramente sensibile a quella impostazione che portò, subito dopo al seconda guerra mondiale e agli inizi della ricostruzione, al cosiddetto “Piano Fanfani”, che fu, allo stesso tempo, una risposta a bisogni sociali invasi e grande veicolo di ripresa economica e occasione di occupazione in una tremenda situazione sociale del Paese.
Oggi viviamo la crisi economica e sociale più grave dall’ultimo dopoguerra e, pertanto, il recupero di quell’ambiziosa ispirazione, anche se in termini del tutto differenti è l’indirizzo giusto da seguire.
L’asse strategico non può che essere, pertanto, che il recupero e il riuso del patrimonio pubblico ai fini della residente sociale, a partire dall’immenso patrimonio del demanio civile e militare.
Questo intervento, in cui è prioritario il non consumo di suolo, il recupero e riuso del patrimonio esistente, il ruolo centrale delle regioni e delle amministrazioni locali, non rappresenta un costo ma un grande investimento di carattere sociale ed economico che coniuga l’equità con la ripresa dell’occupazione.
Le proponiamo, pertanto, le seguenti priorità di intervento:
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Il finanziamento dell’edilizia residenziale pubblica (con conseguente riconsiderazione del processo di dismissione indiscriminato del patrimonio pubblico) per incrementare l’offerta di alloggi sociali, prioritariamente attraverso il recupero e il riuso del patrimonio esistente con l’obiettivo strategico di portare l’Italia nel campo delle abitazioni sociali nella media europea e un obiettivo di medio termine (la legislatura) quantificabile in 800 mila alloggi, nonché di migliaia di residenze per studenti fuori sede, oggi tra le principali vittime del mercato nero degli affitti.
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Una sospensione vera di tutti gli sfratti (compresa, quindi, la morosità incolpevole) e delle aste giudiziarie per insolvenza sul pagamento dei mutui per la prima casa per giungere a una graduazione che garantisca il passaggio da casa a casa e il diritto all’abitazione.
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Una campagna nazionale per la lotta all’evasione fiscale e ai contratti irregolari per far emergere le condizioni di sfruttamento e reperire risorse per l’edilizia sociale.
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Una riconsiderazione della fiscalità sulla casa che salvaguardi la prima casa e i redditi medio bassi e riequilibri il prelievo attraverso l’introduzione di una imposta patrimoniale e l’inasprimento fortissimo della tassazione sullo sfitto.
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Una nuova legge per il mercato privato che regoli gli affitti per un “canone equo”, ovvero una riduzione dei canoni che si accompagni con una simmetrica riduzione dell’imposizione fiscale che giunga, con la riduzione della metà del costo/affitto determinato sulla base degli accordi territoriali, fino all’azzeramento dell’imposizione fiscale per la proprietà.
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Un intervento per un paniere di consumi essenziali (luce, gas, riscaldamento) da mantenere in ambito di “costo base” accessibile, per le fasce popolari.
Pensiamo che un nuovo governo, che intenda muoversi lungo un percorso riformatore, non possa eludere nel proprio programma tali impegni.
In attesa di una Sua risposta e con piena disponibilità ad approfondire contenuti e modalità di azione, cogliamo l’occasione per inviarLe cordiali saluti.
Roma, 18 febbraio 2014
IL SEGRETARIO NAZIONALE
Walter De Cesaris