Dalla Terra dei Fuochi all’Agro Pontino per dire basta all’ecomafia e a quelle forme di criminalità ambientale che hanno sfregiato questi splendidi e ricchi territori, danneggiando l’ambiente, mettendo a rischio la salute dei cittadini e uccidendo persone “scomode”.
Latina, 22 marzo 2014
Comunicato stampa
Legambiente partecipa alla XIX Giornata dell’Impegno e della Memoria in ricordo delle vittime innocenti della mafia
Oggi a Latina l’associazione ambientalista prenderà parte alla manifestazione promossa da Libera e Avviso Pubblico. Nel pomeriggio il seminario “Veleni in campo. Ecomafia, agromafia e caporalato”
“Fondamentale introdurre i reati ambientali nel codice penale e istituire una direzione distrettuale antimafia anche a Latina ”
Dalla Terra dei Fuochi all’Agro Pontino per dire basta all’ecomafia e a quelle forme di criminalità ambientale che in tutti questi anni hanno sfregiato questi splendidi e ricchi territori, danneggiando l’ambiente, mettendo a rischio la salute dei cittadini e uccidendo persone “scomode” come Don Cesare Boschin. Il parroco di Borgo Montello (Lt) è stato barbaramente ucciso nel 1995, nella sua parrocchia, per aver denunciato il traffico illegale di rifiuti e di droga che interessava la discarica di Borgo Montello. La sua morte e quella di tante altre persone che hanno perso la vita per mano della mafia saranno ricordate questa mattina sabato 22 marzo, in occasione della XIX Giornata dell’Impegno e della Memoria in ricordo delle vittime innocenti della mafia promossa dall’associazione Libera e Avviso Pubblico, alla quale parteciperà anche Legambiente. L’associazione ambientalista prenderà parte al corteo che si snoderà per le vie principali della città pontina con arrivo in Piazza del Popolo, dove verranno letti oltre 900 nomi di cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali uccisi barbaramente perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere.
Ma la giornata di oggi sarà anche l’occasione per discutere insieme a Legambiente ed esperti del settore su “Veleni in campo. Ecomafia, agromafia e caporalato”, il seminario organizzato dall’associazione ambientalista in programma questo pomeriggio, ore 15.00, presso l’Aula 1 della Facoltà di Economia, viale XXIV Maggio 7. Durante l’incontro si parlerà di come la criminalità organizzata si sia consolidata nell’Agro Pontino facendo del settore ortofrutticolo e agroalimentare il suo core business principale. Un settore dove nel 2012 le forze dell’ordine hanno accertato a livello nazionale ben 4.173 reati penali, più di 11 al giorno, con 2.901 denunce, 42 arresti e un valore di beni finiti sotto sequestro pari a 78 milioni e 467.000 euro (e sanzioni penali e amministrative pari a più di 42,5 milioni di euro). Se si aggiungono anche il valore delle strutture sequestrate, dei conti correnti e dei contributi illeciti percepiti la cifra supera i 672 milioni di euro. Da Latina Legambiente lancerà infine le sue proposte: 1) il Senato approvi in tempi brevi il disegno di legge che prevede l’introduzione dei reati ambientali nel codice penale; 2) aprire una direzione distrettuale antimafia anche a Latina; 3) fare degli abbattimenti di abusi edilizi una prima strategia di contrasto alle illegalità; 4) investire in termini di uomini e mezzi in favore delle Procure e delle forze dell’ordine; 5) investire su azioni investigative soprattutto di carattere patrimoniale; 6) promuovere progetti di educazione ambientale e alla legalità per costruire, rafforzare e diffondere la cultura della legalità soprattutto tra lee giovani generazioni.
Al seminario, coordinato da Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente, interverranno: Mariano Di Palma (Libera), Fabio Refrigeri (Assessore alle Infrastrutture, politiche abitative e ambiente della Regione Lazio), Roberto Iovino (Flai Cgil nazionale), Giuseppe Vadalà (responsabile della divisione di sicurezza agroalimentare del Corpo forestale dello Stato), Maurizio Delli Santi (Comandante Carabinieri Politiche Agricole), Maria Cristina Ribera (DDA Napoli), Giovanni Auriemma (geologo e consulente Dda Napoli), Antonio Pergolizzi (Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente) Raniero Madonna (#Fiume in piena), Lucio Iavarone (Coord. Terra dei fuochi) e Alessandro Mastrocinque (vice presidente nazionale CIA).
“Serve un impegno e una determinazione costante per fermare l’ecomafia affinché la morte di tante persone innocenti non sia stata un sacrificio vano. – dichiara Rosella Muroni, direttrice generale di Legambiente – Davanti ai morti e ai disastri ambientali causati dalla criminalità organizzata, e non, lo Stato deve tornare a dare risposte ferme, ad essere presente, credibile, garantendo in primis la sicurezza e la salute dei cittadini. La vicenda della Terra Fuochi ha mostrato l’enorme danno ambientale-sanitario prodotto dall’ecomafia, ora vogliamo che questa triste stagione venga archiviata e che vengano messi in campo strumenti efficaci per contrastare l’illegalità ambientale e colpire gli interessi degli inquinatori di professione. Per questo ci auguriamo che venga approvato a breve il disegno di legge che introduce quattro delitti ambientali nel codice penale, una riforma coraggiosa e di civiltà che attendiamo da vent’anni e di cui l’Italia ha fortemente bisogno”.
Dati ecomafie – Le ecomafie in provincia di Latina sono ormai un fenomeno radicato. Qui, tra Latina, Sabaudia e San Felice Circeo, le cosche mafiose sono ormai ben strutturate sul territorio e da anni concentrano i loro affari d’oro nel ciclo illegale del cemento, dei rifiuti e delle agromafie, causando gravi conseguenze all’ambiente e alla salute dei cittadini. Una situazione allarmante confermata anche dall’ultimo Rapporto Ecomafia 2013 di Legambiente, secondo il quale la provincia di Latina si colloca al 9° posto nella classifica delle province italiane per reati ambientali. Le infrazioni accertate nel capoluogo pontino nel 2012 sono state 744, il 2,2% del totale nazionale. Nel Lazio, invece, nel 2012 sono state accertate 2.800 infrazioni, ossia l’8,2% del totale nazionale, pari a 7,7 illegalità al giorno, con un aumento di 463 infrazioni accertate rispetto al 2011. Aumentano le persone denunciate che passano a 2.045 (rispetto alle 1.982 dello scorso anno), mentre calano seppure di poco le persone arrestate che sono 6 nel 2012 (rispetto ai 10 dello scorso anno).
“A tutto ciò si somma – aggiunge Roberto Scacchi, direttore regionale di Legambiente Lazio – la pesante vicenda della discarica di Borgo Montello di Latina anche alla luce delle dichiarazioni desecretate dal boss Carmine Schiavone sui veleni e le scorie del Clan dei Casalesi. Stando alle parole del collaboratore di giustizia in quell’area sarebbero stati interrati anche rifiuti tossici con gravissime conseguenze sulle falde acquifere e su tutto il territorio. Per Legambiente è necessario fare luce al più presto sull’intera vicenda e riaffermare la legalità. L’associazione ambientalista si è anche costituita parte civile nel processo aperto dalla Procura di Latina che vede imputata una delle due società che gestiscono la relativa discarica di Borgo Montello. I vertici della società devono rispondere di reati ambientali, tra i quali l’adulterazione di sostanze alimentari legati “all’omesso controllo – si legge nel capo d’imputazione – circa la sicurezza degli invasi S1, S2, S3 ed S0 e mediante la mancata esecuzione di opere di impermeabilizzazione dei citati impianti benché le stesse carenze strutturali fossero note agli imputati”. Infine Legambiente si è unita alla richiesta avanzata tempo fa da Don Ciotti, presidente di Libera, affinché vengano riaperte le indagini relative all’uccisione di Don Cesare Boschin, un parroco che ha avuto il coraggio di denunciare le illegalità.
L’ufficio stampa di Legambiente