Al centro di questa lunga intervista al compagno Ulisse, Segretario Generale del Comitato Centrale del (n)PCI, c’è la costruzione del Comitato di Salvezza Nazionale.
Intervista al Segretario Generale del (n)PCI: natura e ruolo del Comitato di Salvezza Nazionale
Al centro di questa lunga intervista al compagno Ulisse, Segretario Generale del Comitato Centrale del (n)PCI, c’è la costruzione del Comitato di Salvezza Nazionale, la combinazione di movimenti (dal basso e dall’alto) per la sua costruzione, la sua natura e il suo ruolo a livello locale e a livello nazionale, l’intervento che noi comunisti dobbiamo condurre per la sua costruzione, stante le condizioni oggettive della crisi politica.
Con un percorso che combina lo studio della teoria e la sperimentazione per tradurla nelle condizioni concrete, siamo arrivati al punto che non ci basta più “conoscere e ripetere” le formule della teoria generale, dobbiamo avanzare con esperienze tipo. E’ quello che stiamo facendo intervenendo, in alcuni casi “dall’interno” e in altri “dall’esterno”, nei centri autorevoli della mobilitazione delle masse popolari. Si è aperto un ambito di intervento ampio e fecondo e si è aperta una fase in cui tocchiamo con mano il significato di quel “dipende da noi” che andiamo affermando da tempo e, anche, i nostri limiti attuali di concezione, orientamento, di capacità di intervenire nelle situazioni concrete con una visione e una chiarezza di obiettivi che sono invece determinanti.
A mo’ di introduzione, ti giriamo una domanda o meglio un’obiezione che alcuni compagni fanno “da sinistra” alla linea del Governo di Blocco Popolare: ma che governo di emergenza popolare, noi comunisti siamo per il socialismo…
In Italia come negli altri paesi imperialisti si è abituati a chiacchierare di rivoluzione, senza che mai succeda niente. Togliatti e gli altri caporioni del revisionismo moderno ci hanno abituati così. Il socialismo stava sempre per venire ma non veniva mai. Molti davanti alle nostre parole d’ordine e alla nostra linea, hanno lo stesso atteggiamento. Serve a mettere l’anima in pace e ad “avere una linea”. Come quelli che di fronte agli avvenimenti dell’Ucraina o del Venezuela, quello che gli interessa è per chi stare, chi sostenere, come se il nostro sostegno all’una o all’altra parte avesse un peso su quello che avviene in Ucraina o in Venezuela. Preziosi i cortei, le assemblee, le conferenze e le discussioni a proposito degli avvenimenti in Venezuela e in Ucraina, ma devono servire a trarre insegnamenti sul corso delle cose e su cosa noi dobbiamo fare.
Molta incomprensione viene da questo atteggiamento. Perché Governo di Blocco Popolare e non socialismo… come se fosse possibile fare del socialismo un obiettivo immediato, finché il Partito comunista non ha una solida egemonia sulla classe operaia e il socialismo non è visto da larga parte degli operai e del resto delle masse popolari come soluzione ai loro problemi. Quelli che fanno quella domanda, non sanno cos’è il socialismo oltre che essere una bella parola.
E’ uscito Resistenza n. 4/2014. In questo numero:
· Costruire le autorità popolari che devono iniziare a dirigere il paese
· Campagna per il raddoppio di Resistenza
· Alle elezioni europee votiamo e chiamiamo a votare M5S
· Intervista al Segretario Generale del (n)PCI: Natura e ruolo del comitato di Salvezza Nazionale
· Quale campagna elettorale per le amministrative?
· Chiuse in casa a farci ammazzare? No, abbiamo un mondo da trasformare!
· Cantieri Megaride di Napoli, una lunga tradizione di lotta e autorganizzazione
· “A lungo termine saremo morti”…il pragmatismo della classe dominante
· Quando sono le donne a occupare le fabbriche e uscire dalle fabbriche
· Il Congresso della CGIL, visto dal basso e da dentro