In Toscana quasi tutti i comuni hanno nominato il responsabile Anticorruzione e adottato il Piano triennale e circa l’80% si è adeguato alla normativa sulla trasparenza.
COMUNICATO STAMPA
Anci Toscana presenta la Scuola Anticorruzione per dipendenti pubblici
In Toscana quasi tutti i comuni hanno nominato il responsabile Anticorruzione e adottato il Piano triennale e circa l’80% si è adeguato alla normativa sulla trasparenza
Firenze, 10 aprile 2014. Nasce in Toscana la prima Scuola per l’Anticorruzione, sezione specifica dell’Agenzia formativa di Anci Toscana espressamente rivolta a dirigenti, dipendenti e responsabili anti corruzione e trasparenza degli enti locali toscani. La Scuola, presentata questa mattina a Firenze nell’ambito di un convegno formativo, si propone di rispondere ad un adempimento, in quanto la Pa è tenuta ad adottare dei piani triennali di formazione su questo tema, ma anche alla necessità di formare un livello culturale sulla legalità e quindi di diffondere le regole da seguire attraverso i piani triennali dell’anticorruzione e della trasparenza . Ma quali sono gli adempimenti a cui sono tenute le Pubbliche amministrazioni in materia di anti corruzione e trasparenza? “Il Piano nazionale anti corruzione – spiega l’avvocato Marco Giuri, che segue il progetto per conto di Anci Toscana – impone per tutte le PA l’adozione di un Piano triennale anti corruzione a livello locale. C’è poi l’obbligo di nominare un responsabile anti corruzione, associando poi a questo l’adozione di un codice di comportamento per i dipendenti”. In Toscana “la situazione è abbastanza positiva – spiega Giuri -, quasi tutti i comuni hanno nominato il responsabile anti corruzione e adottato il Piano triennale dell’anticorruzione”. Sulla trasparenza “i dati sono ugualmente positivi – aggiunge Giuri – circa l’80 per cento dei comuni toscani si è adeguato all’adozione di siti web e quindi al mettere on line tutte le informazioni obbligatorie per legge”.
Attraverso la Scuola, Anci Toscana offre ai comuni e alla Pa un servizio di supporto e accompagnamento all’attuazione di questa normativa. Tutto questo, commenta il segretario generale di Anci Toscana Alessandro Pesci, “occorre che sia pervaso da un nuovo atteggiamento, da un cambio di mentalità nella Pa nei confronti della ipotetica corruzione”. I primi corsi della Scuola prenderanno il via nei mesi di maggio e giugno e si concentreranno su sette argomenti: la legge e i reati contro la Pa, il nuovo Codice di Comportamento, le incompatibilità nel pubblico impiego, la figura del responsabile della prevenzione alla corruzione, l’aggiornamento del Piano triennale, trasparenza e privacy, la gestione del “sistema trasparenza”.
Al convegno ha preso parte anche Andrea De Martino, ex prefetto di Firenze, che ha ricordato come “il nostro Paese si colloca al 69esimo posto nella graduatoria dei Paesi con maggior grado di corruzione, il che si traduce in un costo per l’Italia, in termini di imprese, di 60 miliardi, pari alla metà dell’intero costo europeo della corruzione”. Con la nuova normativa, ha aggiunto De Martino, “la Pa ha ruolo fortissimo di prevenzione dei fatti corruttivi, non basta redigere piani o organizzare strumenti, occorre calare tutto il personale nella nuova dimensione delineata dalla legge 190, un cambio di mentalità che non può tener fuori gli stessi cittadini. La Toscana è un territorio abbastanza capace di proteggersi dal male della corruzione e su questo la Scuola di Anci Toscana va incidere in maniera ancora più vantaggiosa proprio perché si parte da un punto particolarmente positivo, in confronto ad atre regioni”.
A porre l’accento sull’importanza della prevenzione è anche Antonio Martone, consigliere ANAC (Autorità nazionale Anticorruzione): “Ogni amministrazione deve individuare quali sono le posizioni e le funzioni esposte a rischio, se c’è un organico adeguato si può stabilire una rotazione per evitare che si consolidino posizioni. Accanto a questo bisogna formare. Oltre al codice di comportamento nazionale, occorre un codice di comportamento integrativo tenendo conto delle specificità dell’ente. Poi c’è questione della trasparenza: i cittadini devono poter accedere sui siti ai provvedimenti di maggior rilievo. Infine la questione delle inconferibilità degli incarichi e incompatibilità tra carica politica e carica amministrativa”.
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