Il 69° anniversario della gloriosa giornata del 25 aprile 1945 cade in un periodo particolarmente triste per le masse popolari del nostro paese.
Comunicato CC 16/2014 – 24 aprile 2014
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Celebriamo l’anniversario del glorioso 25 aprile 1945, della vittoria sul nazifascismo, raddoppiando gli sforzi per la rinascita del movimento comunista!
Il 69° anniversario della gloriosa giornata del 25 aprile 1945 cade in un periodo particolarmente triste per le masse popolari del nostro paese. La sguaiata esaltazione del governo Renzi e le cerimonie della corte di Bergoglio e di Ratzinger si combinano con lo spegnimento dell’altoforno di Piombino (per cui il Papa si dice “commosso”, come una qualsiasi persona di buoni sentimenti ma priva di quell’influenza e autorità con cui i papi contro il movimento comunista mobilitarono milioni di persone e decine di governi) e la moltiplicazione dei disoccupati, per comporre l’immagine del pantano da cui devono sollevarsi le masse popolari. Ma la rinascita del movimento comunista è in corso nel nostro paese e nel resto del mondo ed è il seme del nuovo assalto al cielo delle classi sfruttate e dei popoli oppressi.
L’esaurimento del processo di trasformazione della società messo in moto quasi cento anni fa dalla Rivoluzione d’Ottobre guidata da Lenin e promosso dall’esempio e dall’aiuto dell’Unione Sovietica diretta da Stalin, di quel processo che invano la Repubblica Popolare Cinese di Mao Tse-tung ha cercato di continuare con la Rivoluzione Culturale Proletaria, ha piombato l’umanità nel marasma attuale, alle prese con il compito di cui il generoso e universale assalto al cielo dato il secolo scorso non riuscì a venire a capo: instaurare il socialismo nei paesi imperialisti, usare per il progresso dell’umanità i risultati più avanzati raggiunti dall’umanità nello sviluppo delle sue forze produttive materiali e intellettuali.
Il 25 aprile 1945 fu per il nostro paese il punto culminante di quell’assalto al cielo. Noi ne celebriamo l’anniversario facendo il punto della rinascita del movimento comunista. Il pantano in cui siamo scivolati dopo la grande vittoria contro il nazifascismo culminata in Italia il 25 aprile 1945, non ha segnato la fine della storia. Risalire la china è difficile ma non impossibile. Sarebbe sbagliato rappresentarsi la storia dell’umanità come una continua e regolare marcia in avanti, senza qualche gigantesco salto indietro. È sbagliato anche il contrario. Sono gli uomini che fanno la loro storia. Nella seconda parte del secolo scorso l’umanità ha fatto un gigantesco salto all’indietro. Nel nostro paese con la costituzione della Repubblica Pontificia (macchiata dei delitti e delle stragi su cui anche il governo Renzi mantiene il “segreto di Stato”). Nel mondo con il ristabilimento del dominio della borghesia imperialista e del clero, con la decadenza prima e la rovina poi dei primi paesi socialisti costituiti in paesi capitalisticamente arretrati, con la seconda crisi generale del capitalismo. Il movimento comunista non aveva raggiunto una comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe sufficiente per raggiungere la vittoria definitiva e la conseguenza è stato un gigantesco salto indietro. La borghesia imperialista ha ripreso il sopravvento, ma è rapidamente caduta preda della nuova crisi generale del capitalismo. Il capitale accumulato nelle sue mani è talmente grande che le è impossibile valorizzarlo tutto. D’altra parte ogni gruppo capitalista deve valorizzare il suo capitale, come un drogato deve prendere ogni giorno la sua dose. Allora per valorizzare il suo capitale deve ridurre diritti e salari degli operai, deve ridurre alla miseria e all’abbrutimento le masse popolari, deve sottomettere e spremere tutta l’attività economica anche quella capitalista, deve battersi con gli altri gruppi imperialisti che gli impediscono di estendere il campo d’azione del suo capitale. Non a caso i gruppi imperialisti europei hanno creato l’Unione Europea e l’euro: per rafforzare la loro posizione economica in tutto il mondo. Non a caso i gruppi imperialisti americani e sionisti intensificano l’espansione della NATO e di altre reti militari: per trarre profitto dalla superiorità militare che hanno ereditato dalla storia. Non per ignoranza la borghesia imperialista saccheggia e devasta senza ritegno il mondo, moltiplica i teatri di guerra e dedica enormi risorse materiali ed intellettuali al riarmo: porta l’umanità verso una nuova guerra mondiale. Il dominio mondiale della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti e le loro manovre per conservare potere e privilegi nonostante la crisi generale del capitalismo, distruggono in ogni paese le conquiste di civiltà raggiunte, saccheggiano e devastano il pianeta, mettono in questione la sopravvivenza dell’umanità. Destano però di conseguenza anche l’opposizione di una parte crescente dell’umanità. Stanno formandosi le condizioni di un nuovo assalto al cielo: si svilupperà man mano che il movimento comunista supererà i limiti di comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe che hanno impedito la sua vittoria e hanno causato la sua decadenza.
L’umanità già da molto tempo, da molti secoli, anzi da molti millenni, sogna di far sparire ogni forma di sfruttamento. Ma questi sogni sono rimasti sogni fino a quando milioni di sfruttati non hanno cominciato ad unirsi in tutto il mondo in una lotta coerente, tenace e multiforme per trasformare la società capitalista secondo la linea di sviluppo che le è propria. I sogni si sono trasformati in una lotta di milioni di uomini solo quando il socialismo scientifico di Marx ha legato le aspirazioni di rinnovamento con la lotta della classe operaia contro i capitalisti e questa si è messa alla testa delle masse popolari dei paesi imperialisti e dei popoli oppressi di tutto il mondo, destandoli a una lotta rivoluzionaria antimperialista. Noi dobbiamo far tesoro dell’esperienza del primo assalto al cielo, dobbiamo sviluppare il patrimonio del movimento comunista. Allora conquisteremo la vittoria.
Sul piano politico il compito che devono assolvere gli operai e le altre classi delle masse popolari del nostro paese e degli altri paesi europei si riassume nel trasformare la guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia imperialista e il clero conducono contro le masse popolari in nome dell’Unione Europea e dell’euro, in guerra delle masse popolari contro la borghesia imperialista e il clero per prendere in mano il proprio paese, stabilire il proprio potere e affermare la sovranità nazionale e la collaborazione e solidarietà internazionali delle masse popolari organizzate: cosa che è oggettivamente possibile solo instaurando il socialismo. Nel nostro paese dobbiamo trasformarla in guerra contro i vertici della Repubblica Pontificia per costituire un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate, il Governo di Blocco Popolare da noi è il primo necessario passo che porterà a un livello superiore la rinascita del movimento comunista e la guerra popolare rivoluzionaria che terminerà con l’instaurazione del socialismo.
Limitarsi a porre l’obiettivo di “uscire dall’euro”, di “rompere la gabbia dell’Unione Europea” è una specie di timido e sciocco piano per “giocare d’astuzia con la storia”, un tentativo fallimentare di presentare il programma rivoluzionario cominciando dalla parte più accessibile, più “popolare”, più accettabile per la piccola borghesia e il senso comune. Come se, una volta che le masse popolari lo accettassero, questo programma dovesse di per sé condurle alla rivoluzione socialista. Simile ragionamento è sbagliato. I promotori del Controsemestre europeo, Giorgio Cremaschi & C, se porteranno avanti con tenacia e in modo pratico i loro propositi di opposizione all’euro e all’Unione Europea, dovranno far propria la lotta per mobilitare e organizzare le masse popolari perché costituiscano il Governo di Blocco Popolare e lo facciano ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia. Le masse popolari imparano dalla loro propria esperienza e noi comunisti dobbiamo quindi portarle a percorrere un processo pratico. Agitare obiettivi senza le gambe per realizzarli, porre obiettivi monchi e unilaterali, irrealizzabili per le masse popolari se non prendono in mano esse il potere, rafforza le manipolazione della destra reazionaria, un’altra faccia della stessa borghesia imperialista e del clero. Infatti oggi i gruppi che scimmiottano il fascismo e il nazismo del secolo scorso inalberano anch’essi obiettivi monchi e di senso comune come l’uscita dall’euro, l’uscita dall’Unione Europea: ma loro si giovano della residua influenza che i padroni e il clero, il Papa e i ricchi mantengono sulle masse popolari e dei mezzi della classi dominanti per prendere la testa delle masse popolari malcontente e indignate e trascinarle in “guerre tra poveri” e in distruzioni ancora maggiori delle attuali, sempre sotto il dominio della borghesia imperialista e del clero. Finché la produzione dei beni e servizi necessari alla vita dipendono dalle aziende capitaliste, sono la borghesia e il clero che dettano la musica e le relazioni sociali, in ogni paese e a livello internazionale, sottostanno alle loro manovre per valorizzare il capitale.
D’altra parte noi comunisti per portare avanti con successo la rinascita del movimento comunista, per dare alle masse popolari una guida sicura e un orientamento costruttivo nella guerra contro la borghesia imperialista e il clero, dobbiamo individuare e superare i limiti che nel secolo scorso hanno impedito ai partiti della prima Internazionale Comunista di instaurare il socialismo nel nostro e negli altri paesi imperialisti. I compagni che si propongono di riprendere la strada dei vecchi partiti comunisti come se questi l’avessero abbandonata semplicemente per l’errore o il tradimento di alcuni dirigenti, non arriveranno da nessuna parte, per quanto onesti e generosi siano i loro propositi. Un avvenimento storico e di portata universale come il declino del movimento comunista dopo la sua vittoria contro il nazifascismo e i grandi successi raggiunti in ogni parte del mondo, non può essere dovuto all’errore o al tradimento di un qualche dirigente. Anche nel periodo dell’avanzata vi furono errori e persino tradimenti di singoli dirigenti, ma non bastarono ad arrestare l’avanzata. Durante la prima Guerra Mondiale, molti e forti erano i partiti socialisti in Europa, ma solo il partito russo, che si era costruito combattendo contro i limiti e le deviazioni della II Internazionale, riuscì a guidare le masse popolari a conquistare il potere. I compagni (come quelli che in qualche modo fanno capo a Marco Rizzo) che, dopo che nel 2008 il Partito della Rifondazione Comunista e il Partito dei Comunisti Italiani (che si erano prostituiti fino a collaborare con il governo Prodi) furono estromessi dal Parlamento, hanno impugnato la bandiera della ricostruzione del partito comunista, se perseguiranno con tenacia e generosità, onestamente e con forza, i loro propositi, dovranno fare i conti con il superamento dei limiti di concezione del mondo del vecchio partito comunista, quei limiti che Antonio Gramsci ha studiato e in larga misura anche indicato nei suoi Quaderni del carcere.
Il movimento comunista può rinascere solo sulla base del marxismo-leninismo-maoismo.
Possiamo cambiare il corso delle cose!
Per questo dobbiamo costruire Organismi Operai nelle aziende capitaliste e Organismi Popolari nelle aziende pubbliche e nei centri d’abitazione fino a formare una rete di OO e OP capace di dirigere le masse popolari: il Governo di Blocco Popolare!
Gli esponenti più generosi e lungimiranti delle masse popolari devono arruolarsi nel Partito Comunista, costituire ovunque nella clandestinità Comitati di Partito e partecipare alla scuola di comunismo che il Partito promuove.
Avanti con la costruzione della rete clandestina dei Comitati di Partito perché le lotte delle masse popolari divampino sempre più forti alla luce del sole!
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Comitato Centrale del (n)PCI http://www.nuovopci.it