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Rai, 150 mln, Direttore Generale UER scrive a Napolitano

Ingrid Deltenre chiede a Napolitano che “questa misura oltremodo pericolosa per il precedente che verrebbe a creare in un’Europa già provata dalla crisi economica, possa essere corretta prima della sua conversione in legge dello Stato”.

 

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Lettera a Napolitano del Dg EBU (l’alleanza più importante del mondo dei media di servizio pubblico con membri in 56 paesi)

Ginevra, 19 maggio 2014

Impatto su RAI del Decreto Legge 24 aprile 2014 n. 66

Illustrissimo Presidente della Repubblica, On. Giorgio Napolitano, Le scrivo nella mia qualità di Direttore Generale dell’Unione Europea di Radiotelevisione, organismo fondato dalla RAI e da altri organismi europei come la BBC, France Télévisions, ARD ed altri nel 1950 e che ha sede a Ginevra, per esprimerLe – a nome dell’organismo che rappresento – tutta la nostra preoccupazione per l’impatto del Decreto Legge n. 66 sulla RAI e, più in generale, sulla missione di Servizio Pubblico in Europa.

Come lei sa, in tale decreto agli articoli 20 e 21, sono previste delle misure che impongono, fra l’altro, un prelievo forzoso di 150 milioni di Euro sugli incassi già maturati del canone RAI dell’anno 2014, oltre che altre misure accessorie che incidono fortemente sulla missione di Servizio Pubblico.

Noi siamo preoccupati perché questo prelievo forzoso viene effettuato sull’esercizio in corso, non lasciando praticamente nessun margine di manovra per il management dell’azienda per recuperare in corso d’opera.
Mai qualcosa di simile era accaduto in un paese dell’Unione Europea e i soli precedenti da noi conosciuti sono avvenuti in paesi dei Balcani assolutamente non comparabili con la tradizione democratica dell’Italia.

Questa decisione ha un impatto diretto sulla libertà e l’indipendenza del Servizio Pubblico italiano, che è garantita, a livello europeo, dall’art. 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, come ribadito nello studio condotto da alcuni eminenti studiosi di diritto di cui al documento allegato. Convenzione di cui la Repubblica italiana è fra i primi firmatari.

La giurisprudenza europea in materia (come nel caso del pronunciamento della Corte Costituzionale tedesca), stabilisce criteri molto precisi e restrittivi per gli interventi sul budget degli enti radiotelevisivi, vista la funzione che svolgono. Le risorse non possono essere ridotte semplicemente perché un governo ha bisogno di soldi, perché esiste una correlazione imprescindibile fra obblighi di servizio pubblico e finanziamento. E non si può ridurre il finanziamento se prima non si è rivista la missione e/o l’organizzazione del servizio pubblico, cosa che precisamente non è avvenuta in questo caso nel suo paese.

Unica eccezione prevista è il caso in cui tutti gli organi dello stato, ivi inclusi quelli dotati di un’autonomia eccezionale come il servizio pubblico radiotelevisivo, siano chiamati a contribuire in misura eguale ad una straordinaria riduzione delle risorse. Ma anche questo non è il caso di questo decreto.

Ci rivolgiamo quindi a Lei, nel suo ruolo di garante della Costituzione italiana e del rispetto dei Trattati internazionali, affinché questa misura oltremodo pericolosa per il precedente che verrebbe a creare in un’Europa già provata dalla crisi economica, possa essere corretta prima della sua conversione in legge dello Stato. Con tutti i sensi della mia più profonda stima,

Ingrid Deltenre,

Direttore Generale UER

Lettera dei sindacati alla commissione di garanzia

Rai, i sindacati scrivono al Garante: sciopero confermato

03 giugno 2014

Confermato lo sciopero di tutti i dipendenti del gruppo Rai, per l’intera durata di ciascun turno di lavoro, su tutto il territorio nazionale, per l’11 giugno.

Lo scrivono i sindacati al Garante, rende noto la Cgil, sostenendo che “non risulta che la sigla USB abbia una consistenza rappresentativa tale da integrare” la violazione delle norme di cui all’art.2, comma 2 della l.n.146/1990.

La Cisl, che aveva firmato con le altre sigle l’indizione dello sciopero in Rai, non ha sottoscritto la lettera al Garante per la conferma dell’agitazione. Lo rende noto il segretario della Fistel Cisl, Vito Vitale, che – contattato dall’ANSA – spiega di “voler aprire il dialogo sul futuro dell’azienda”.

L’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, invece consulterà i comitati di redazione per valutare una sospensione dello sciopero.

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