L’esito delle elezioni europee di un mese fa ha mostrato che in Italia e in altri importanti paesi europei cresce tra le masse popolari l’indignazione contro i governi agenti dell’UE e contro la loro UE.
Comunicato CC 22/2014 – 25 giugno 2014
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Ai compagni e ai lavoratori che si preparano alla manifestazione di sabato 28 giugno
Buttare in aria l’Unione Europea è possibile!
La via per farlo è costituire il Governo di Blocco Popolare!
L’esito delle elezioni europee di un mese fa ha mostrato che in Italia e in altri importanti paesi europei cresce tra le masse popolari l’indignazione contro i governi agenti dell’UE e contro la loro UE. Ha confermato che i gruppi imperialisti europei non potranno farsi forti del seguito popolare per imporsi agli altri gruppi imperialisti in lotta per la supremazia nel saccheggio del mondo.
In Italia la coalizione delle Larghe Intese, la coalizione dei partiti che, insieme o alternandosi tra loro ma sistematicamente complici, negli ultimi venti anni hanno governato il paese, ha perso più di 4 milioni di elettori sia rispetto alle elezioni politiche 2013 sia rispetto alle elezioni europee 2009 (e 11.2 milioni rispetto alle elezioni politiche 2008): è ridotta a 17 milioni di voti su 47 milioni di elettori.
Matteo Renzi non solo non governa per mandato popolare, ma non gode neanche del sostegno e della fiducia delle masse popolari. Governa su mandato del Vaticano, della borghesia imperialista italiana, della Unione Europea e della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. La Corte Pontificia e il resto dei vertici della RP, bruciato Berlusconi e delusi da Monti, hanno infine dato la loro investitura a Renzi.
I suoi accoliti fanno da un mese una campagna propagandistica degna di Goebbels, il ministro della propaganda di Hitler (quello che ai suoi accoliti ordinava: “mentite, mentite, mentite che qualcosa resterà”), sul 41% dei 27.4 milioni di voti validi che il Partito Democratico di Renzi ha raccolto. Nascondono accuratamente che il PD di Renzi ha perso milioni di suoi vecchi elettori e che il vuoto lasciato da questi è stato riempito dai voti che la Chiesa Cattolica e il Vaticano hanno spostato dall’“unto del Signore” di Woityla (Berlusconi) all’“unto del Signore” di Bergoglio (Renzi). Chi dispone di un sistema di disinformazione e di intossicazione come quello costituito dalle TV, dai giornali e dalle agenzie del regime, dipinge la realtà come vuole, ma i fatti hanno la testa dura e anche sulla coscienza e sui sentimenti degli uomini e delle donne delle masse popolari la dura esperienza quotidiana delle politica antipopolare dei vertici della RP incide almeno quanto la propaganda a favore del loro regime.
La grande operazione mediatica è una conferma della debolezza reale del governo Renzi, non è un rimedio ad essa. Il governo Renzi è debole perché non ha appoggio tra le masse popolari né può conquistare la loro fiducia vista la politica che deve applicare. All’interno dei vertici della Repubblica Pontificia, si regge su equilibri precari perché i vertici della RP sono oramai ridotti a una rete di criminali in lotta anche tra loro. Il PD perderà ancora una parte del suo vecchio seguito (i ballottaggi delle amministrative dell’8 giugno sono stati un’avvisaglia) e i notabili del PD non accetteranno tranquillamente di sacrificare alle fortune di Renzi le loro clientele, la loro influenza e i loro affari. La guerra tra i notabili del regime, fatta di scandali, di operazioni di polizia, di suicidi e accidenti (alla D’Ambrosio, per intenderci) e di sgambetti parlamentari continuerà. Ai fattori interni d’instabilità si aggiungeranno gli scontri a livello internazionale alimentati dalla crisi generale del capitalismo: questa fa di ogni grande gruppo capitalista un ostacolo alla valorizzazione del capitale degli altri.
La conclusione che bisogna tirare dai fatti richiamati è che se le masse popolari del nostro paese non hanno ancora una direzione che permetta alla loro forza e combattività di svilupparsi e dispiegarsi su grande scala, non è per l’ostacolo costituito dal governo Renzi e dai vertici della Repubblica Pontificia. Tanto meno è perché questi avrebbero una larga egemonia sulle masse popolari. Perfino la Chiesa Cattolica ha perso influenza: nonostante il cambio fatto al vertice della Corte Pontificia e l’attivismo di Bergoglio, proprio le elezioni europee hanno mostrato che oramai non sono più di 5 milioni i voti che riesce a spostare sul suo candidato.
Tutti i personaggi (Giorgio Cremaschi, Piero Bernocchi, ecc.) autorevoli tra le masse popolari che attribuiscono alla forza di Matteo Renzi e della sua cricca le difficoltà che incontrano nel farsi direzione delle masse popolari, sono assolutamente fuori strada: si condannano all’impotenza perché non vanno a cercare la causa della loro debolezza dove effettivamente è: nella propria concezione del mondo. Beppe Grillo che, scottato dal risultato delle europee, va a “vedere il gioco” di Matteo Renzi e dei suoi, si mette su una strada fallimentare, la strada già seguita da Antonio Di Pietro. Non è questione di onestà personale e di buone intenzioni. La questione è che noi siamo in una situazione rivoluzionaria: la situazione si è aggrovigliata in misura tale che solo una grande mobilitazione delle masse popolari la può risolvere. Portare coscienza e organizzazione tra le masse popolari è in sintesi il compito di chi vuole contribuire alla soluzione della crisi.
A causa della crisi generale del capitalismo le classi dominanti non possono più governare alla maniera in cui lo sanno fare. Le classi oppresse sono sempre più indignate e tutt’altro che rassegnate a subire il marasma prodotto dalla crisi generale del capitalismo e dalle manovre della borghesia e del clero per perpetuare il loro sistema di relazioni e i loro privilegi, un marasma che si aggrava di giorno in giorno. Le promesse e gli annunci di fine della crisi non fanno che rinfocolare l’indignazione e aumentare la sfiducia. Dei cinque pilastri su cui si è retto il regime della Repubblica Pontificia costituitosi quasi settanta anni fa, uno dei regimi di controrivoluzione preventiva illustrati dal nostro Manifesto Programma, tre (soddisfare le richieste di miglioramento avanzate con più forza dalle masse popolari, sviluppare i canali di partecipazione delle masse popolari alla lotta politica della borghesia in posizione subordinata, inquadrare le masse popolari in organizzazioni dirette da uomini di fiducia della borghesia) sono oramai quasi completamente fuori uso. Senza questi tre, il primo pilastro (la manipolazione dei sentimenti e delle coscienze) mantiene una certa efficacia in negativo (ostacola la diffusione della concezione comunista del mondo tra le masse popolari, rende difficile imparare a pensare), ma di fronte alla dura esperienza pratica quotidiana è inefficace in positivo (a creare consenso e collaborazione delle masse popolari con la borghesia e il clero). Il quinto (la repressione dei comunisti e degli altri promotori della mobilitazione delle masse popolari) è tanto più pericoloso per la borghesia quanto più lo deve applicare su larga scala e la sua efficacia in definitiva dipende dalla capacità dei comunisti di darsi gli strumenti necessari alla loro lotta.
Siamo in una fase di passaggio della nostra storia e l’esito in ultima istanza dipende dalla rinascita del movimento comunista, dal consolidamento e rafforzamento del Partito comunista, dalla capacita degli organismi e dei membri del Partito di tradurre nel particolare e applicare nel concreto la linea del Partito, linea che in questa fase si riassume nel creare le condizioni per la costituzione del Governo di Blocco Popolare(GBP).
Infatti la protesta contro i vertici della RP, contro i loro governi, contro l’UE è tanto più utile quanto più sviluppa la coscienza che il rimedio al marasma attuale è l’instaurazione del socialismo (il potere degli operai e dei lavoratori organizzati, la confisca dei grandi mezzi di produzione e la gestione pubblica dell’economia del paese, l’universale partecipazione delle masse popolari alle attività politiche e culturali) e rafforza l’organizzazione delle masse popolari.
Rivendicare dai vertici della RP e dai loro governi diritti, beni e servizi è tanto più utile quanto più mobilita e trascina alla lotta per instaurare il socialismo anche le parti ancora arretrate delle masse popolari, quelle non ancora abituate a organizzarsi e a lottare.
Ma nell’immediato l’unica via efficace per cambiare il corso delle cose è la costituzione del GBP: essa immette le masse popolari in un processo pratico di governo della società e quindi accelera la rinascita del movimento comunista e porta a un livello superiore la lotta per instaurare il socialismo.
Non è un caso che nella sinistra borghese (individui e gruppi autorevoli che sono contro lo stato attuale delle cose ma rifiutano la concezione comunista del mondo o, i più sinistri che si dicono comunisti, comunque rifiutano di fare tesoro degli insegnamenti della prima ondata della rivoluzione proletaria messa in moto cento anni fa dalla Rivoluzione d’Ottobre) si combinano e susseguono sussulti, tentativi di ricomposizione, crisi, frammentazione e inconcludenza. Perché solo la lotta per costituire il GBP e instaurare il socialismo è una via praticabile. Anche le vicende della Lista Tsipras lo confermano. Confermano che è impossibile costruire un mondo diverso dall’attuale, è impossibile cambiare il corso delle cose prescindendo dalla scienza che ha spiegato la storia dell’umanità ed esposto le leggi della società borghese e lo sviluppo di cui questa ha in sé la necessità e i presupposti: il marxismo-leninismo-maoismo. Per rinfrescare le idee in proposito consigliamo ai nostri lettori di rileggere Tre fonti e tre parti costitutive del marxismo (Lenin, marzo 1913, indirizzo internet: http://marxists.org/italiano/lenin/1913/3/font-mar.htm).
Da quando un secolo fa Lenin scrisse questa sintesi, abbiamo avuto la prima ondata della rivoluzione proletaria che ha raggiunto e ha mobilitato le masse popolari in tutto il mondo; abbiamo avuto il suo esaurimento senza aver instaurato il socialismo nei paesi imperialisti e la disgregazione e la corruzione del movimento comunista. Questo ha concesso alla borghesia e al clero di riprendere nuovamente in mano la direzione del mondo per quanto compatibile con la loro natura, fino a ripiombarlo nella crisi generale in cui ora si dibatte.
Noi abbiamo mostrato in modo chiaro che questo esito della prima ondata conferma la scienza che Marx ha fondato e mette in luce anche i limiti nella comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe che i comunisti dovevano superare per portare a compimento la loro impresa. Abbiamo quindi rifondato il Partito comunista su questa base. Se avanziamo lentamente, è perché imparare una scienza è più facile che applicarla concretamente traducendola nelle condizioni particolari in cui si opera. Ma ogni persona capace di pensare è in grado di valutare cosa valga l’obiezione che, siccome praticare un’arte è più difficile che apprendere i suoi principi, tanto vale non apprenderli.
Noi comunisti non ci arrendiamo di fronte alle difficoltà. Non siamo soli. Nel mondo, in ogni paese, altri comunisti affrontano i nostri stessi problemi, forti degli insegnamenti della prima ondata della rivoluzione proletaria e del legame con le masse popolari. Le masse popolari del nostro paese hanno nel mondo molti alleati inconsapevoli oltre a quelli consapevoli, per condurre con successo la lotta contro la borghesia e il clero, fino a instaurare il socialismo. Sta a noi comunisti perseguire con determinazione la nostra impresa e svolgere con scienza e coscienza il nostro compito.
Il primo paese imperialista che spezzerà le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, con la sua azione aprirà la strada e la mostrerà con il suo esempio anche alle masse popolari degli altri paesi imperialisti e valorizzerà la lotta eroica che in varie forme e sotto varie bandiere le masse popolari già conducono nei paesi oppressi e in tutti gli altri paesi del mondo!
Promuovere ovunque la formazione di Organizzazioni Operaie e Popolari, che costituiscano un proprio governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare e lo facciano ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia: sarà il primo passo di una nuova superiore fase della Guerra Popolare Rivoluzionaria che instaurerà il socialismo nel nostro paese.
Avanti quindi nella rinascita del movimento comunista sulla base del marxismo-leninismo-maoismo!
Costituire nella clandestinità Comitati di Partito in ogni azienda e in ogni luogo d’abitazione!
La nuova ondata della rivoluzione proletaria avanza in tutto il mondo!
Comitato Centrale del (n)PCI http://www.nuovopci.it