“Il saccheggio di Rio de Janeiro”

Si chiama estrattivismo urbano e fa parte del complesso speculativo finanziario che oggi domina il mondo. In questi giorni festeggia a Rio de Janeiro, una delle città più belle del mondo.

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MONDI DIVERSI GIÀ ESISTONO. NOI PROVIAMO A RACCONTARLI

 

IL SACCHEGGIO DI RIO DE JANEIRO
Si chiama estrattivismo urbano e fa parte del complesso speculativo finanziario che oggi domina il mondo. In questi giorni festeggia a Rio de Janeiro, una delle città più belle del mondo, dove enormi profitti vengono generati dalle grandi opere che la Fifa e il Comitato Olimpico hanno commissionato alle imprese che finanziano le campagne elettorali dei partiti che contano. Un eccezionale dossier di 170 pagine (lo trovate qui sotto in pdf), elaborato dai Comitati che si oppongono al saccheggio, racconta la pulizia sociale nelle zone interessate dal business e il ritorno, in forma violenta, della negazione del diritto all’abitare. Malgrado l’occupazione militare delle favelas, la resistenza è stata straordinari a. Non è cominciata e non finirà con il Mundial L’ARTICOLO COMPLETO

L’ISOLA DEL SEGRETO MILITARE
Acque cristalline, spiagge di madreperla e un entroterra che ragala straordinari gioielli solo a chi mostra di saperli apprezzare. Andate in Sardegna, magari evitando il mese di agosto, è meraviglioso. Eppure dovete sapere che chi vive qui non subisce solo le offese di un turismo quasi sempre irresponsabile ma quelle, ben più avvelenate, di una vera e propria occupazione militare. È impossibile sapere cosa, come e per quanto tempo è stato usato, sperimentato e testato per decenni nei poligoni presenti sull’isola. Oltre al segreto militare che vieta di fatto la conoscenza delle misure da prendere per proteggere la popolazione ed effettuare bonifiche, si aggiunge quello delle industrie bellic he che a Quirra, per 50.000 euro l’ora (che incassa il ministero italiano), possono sperimentare ogni arma letale libere da qualsiasi vincolo nei confronti di territorio e popolazione L’ARTICOLO COMPLETO
 

QUANDO LA RESISTENZA È DONNA
Possiamo vivere senza oro ma senza acqua moriremmo. Il reportage dal Guatemala che ci ha inviato Florencia Goldsman racconta le donne della comunità de La Puya che da due anni fermano il mega-progetto dell’impresa statunitense Kca per estrarre oro e argento dalla loro terra. La repressione è violenta ma Doña Licha, Yolanda – che vive con una pallottola conficcata vicino alla colonna vertebrale – e le altre hanno un piano semplice: resistere alla violenza senza reagire con la violenza, per non essere accusate di terrorismo. “La resistenza ci ha aiutato a vincere i luoghi comuni sulle donne che devono restare a casa. Molti mariti maschilisti sono cambiati, i bambini hanno pr eso coscienza, gli anziani partecipano. Tutti sanno che dobbiamo difenderci”. Gente umile, quella di La Puya, che non sogna di accumulare ricchezze e rifiuta le perline colorate che offrono lo stato e il modello estrattivo: “Sappiamo di dover difendere le risorse che la natura ci ha dato, vogliamo continuare a coltivare il mais, la zucca e i peperoni. A vivere con poco lasciando quel poco ai nostri figli”. Senza l’acqua non potrebbero farlo L’ARTICOLO COMPLETO
 

UN FARO DI CIVILTÀ CHE UCCIDE
Non c’è limite all’orrore, non c’è tregua per il dolore e non c’è freno all’ipocrisia. Di fronte ai massacri consumati ogni giorno tra le onde o nelle stive dei pescherecci, i movimenti e le associazioni che da decenni si battono per salvare le vite e riconoscere i diritti e la dignità dei migranti tacciono sgomenti. “I governi forniscano urgentemente alternative legali ai pericolosi viaggi in mare, garantendo alle persone bisognose la possibilità di cercare e trovare protezione e asilo”, insiste l’Agenzia per i rifugiati dell’Onu. Matteo Renzi e colleghi, al solito, fingono di non capire. Vivono in un altro pianeta, loro. In una soap opera dove si deplora, si promette e si torna leggiadri a occuparsi d’altro. Peggio: mentre farfuglia sull’efficacia di Frontex plus (contro le laringiti?) e sull’eroismo dei programmi di salvataggio, Renzi ora vagheggia sul ritorno a un’Europa faro di civiltà per le popolazioni arretrate. Un lessico intriso di eurocentrismo neocolonolianista che, forse per pudore, era stato accantonato da tempo. Più investimenti e sviluppo in Africa, insomma. Una ricetta geniale quanto innovativa per fermare le stragi L’ARTICOLO COMPLETO
 

SCUOLE DEL SAPER FARE
La donna della foto che trovate in questo articolo si chiama Maribel, vive in Messico, ed è una docente di Arte e ingegno con foglie di palma. No, non è una materia insegnata in qualche università o in un liceo, ma certo il “saper fare”, tra teoria e prassi, di donne come Maribel potrebbe trasformare ovunque i tradizionali metodi e contenuti di apprendimento. I saperi e le abilità manuali consentono ancora a migliaia di donne e uomini di molti paesi di autoprodurre comode stuoie naturali e cesti, ma anche cappelli, tende, zaini, perfino soffitti e giocattoli di tutti i tipi. Intanto, anche in Italia è nata la rete dei cestai L’ARTICOLO COMPLETO
 

LE MONTAGNE DELLE ERBE SPONTANEE
Passeggiate in montagna per il riconoscimento delle erbe spontanee, ludoteca dei fiori per bambini, laboratori di cucina con le erbe e degustazione di prodotti a base di ortica e tisane, ma anche incontri tematici (autoproduzione di sapone, agricoltura sinergica, autoproduzione di fertilizzanti e infestanti naturali). Il primo Festival itinerante delle erbe dell’Alto Molise si annuncia come un appuntamento importante per tante ragioni, a cominciare dal ricco programma e dal luogo che lo ospita, le montagne dell’Alto Molise, nei territori dei Comuni di San Pietro Avellana (13 luglio), Capracotta (20 luglio) e Vastogirardi (27 luglio) L’ARTICOLO COMPLETO
 

ROBIN HOOD VA IN BICICLETTA
Guerrilla bike lane: rubare strade alle auto per restituirle a ciclisti e pedoni L’ARTICOLO COMPLETO
 

AUTOGESTIONE E RESISTENZA IN VALLE
Dopo le dichiarazioni del sindaco di Roma Ignazio Marino all’inizio di giugno, in cui invocava una “soluzione finale” per il Teatro Valle senza considerare la possibilità di un’interlocuzione, quelli del Valle hanno occupato simbolicamente l’assessorato vacante della Cultura di Roma e preso parola. Dopo 24 ore di silenzio, Marino ha reso pubblica una dichiarazione che al momento non dimostra aperture. Di seguito la nuova risposta del Teatro a Marino. Difficile immaginare come andrà a finire la vicenda. Di certo, quella che resta una delle occupazioni più originali e note in Europa, ha già ampiamente dimostrato qualcosa di impensabile un paio di anni fa, cioè che è possibile autogestire uno spazio culturale coinvolgendo in molti modi migliaia di persone (artisti e non), ripensando l’idea tradizionale di teatro e favorendo un effetto emulazione in altre città. E che è possibile individuare perfino sul piano del diritto nuove strade per la gestione dei beni comuni (i giuristi della Costituente Beni Comuni, tra cui il vicepresidente emerito della Corte Costituzionale Paolo Maddalena, hanno proposto un tavolo di lavoro con il Comune, mentre la proposta della Fondazione Valle Bene Comune è già nota) L’ARTICOLO COMPLETO
 

CHIUSI I RUBINETTI DI COCA-COLA
Sarà pure il più grande produttore di bibite al mondo e una delle multinazionali più potenti, ma questo non ha spaventato la comunità locale di Varanasi, nel Narendra (India). Che per una decina di anni ha sopportato la devastazione ambientale prodotta dallo stabilimento della Coca-cola, a cominciare dall’inquinamento delle falde acquifere. La protesta dei contadini, senza più acqua per la terra, e di migliaia di persone, private di acqua potabile, è arrivata fino al Tribunale Nazionale per l’Ambiente, che questa volta non ha potuto ignorare l’arroganza delle bollicine più famose del mondo e ha deciso di chiudere lo stabilimento. Naturalmente quello di Varanasi non &e grave; il primo segnale di ostilità che la multinazionale incontra nelle comunità indiane L’ARTICOLO COMPLETO
 

LE PICCOLE FATTORIE CHE SFAMANO IL MONDO
Nonostante il potere crescente dell’agrobusiness, l’agricoltura contadina a conduzione familiare è la fonte principale di cibo per miliardi di persone. La resistenza resa visibile in questi anni da movimenti come La Via Campesina (rimbalzata perfino tra i documenti delle Nazioni unite, per le quali il 2014 è l’International Year of Family Farming), resta promuovere la sovranità alimentare attraverso aziende di piccola scala L’ARTICOLO COMPLETO
 

FACCIAMO LA SPESA AL MERCATO
Abbiamo creato un’economia che dà la ricchezza che produciamo, sempre di più, a un numero sempre più piccolo di persone. La gran parte del cibo fresco che compriamo è venduto attraverso i supermercati: negli anni ’60 era solo il 10 per cento. La sfida resta moltiplicare ovunque i mercati locali, le grandi catene in fondo dipendono dai cittadini consumatori L’ARTICOLO COMPLETO
 

IL VILLAGGIO DELL’EFFICIENZA ENERGETICA
Hanno cominciato con la prevenzione per le inondazioni, quando hanno deciso che sarebbe stato utile un sistema naturale di assorbimento dell’acqua usando le lagune locali. Poi a Wildpoldsried, in Germania, l’idea di fare tutto “naturale” non si è fermata, tra progetti di efficienza energetica, rinnovabili e mini impianti idroelettrici. Oggi quella cittadina è nota in tutto il mondo per come si prende cura dell’ambiente, mentre le casse comunali registrano un attivo di 4 milioni di euro da destinare a servizi sociali, grazie all’energia prodotta in più (il triplo del fabbisogno) da rinnovabili. Dedicato a politici e trivellatori accecati dalle royalties del petrolio (a cominciare dal la Basilicata) L’ARTICOLO COMPLETO
 

MERCANTI DI CITTADINANZA
Condizionare l’ottenimento di un titolo di soggiorno allo spessore del borsellino, mentre l’Ue chiude le sue porte a migliaia di migranti che naufragano sulle coste siciliane, è un’idea che fa furore in Europa. Da Riga ad Amsterdam, passando per Lisbona e La Valletta, le capitali europee monetizzano i permessi di soggiorno sul loro territorio: da 75 mila a 2 milioni di euro per installarsi con tranquillità in Europa o acquisire la nazionalità tanto bramata. Un’inchiesta di Basta! sul business dei “visti gold” riservati ai migranti più facoltosi L’ARTICOLO COMPLETO
 

STORIE ALLA STUFA
Nelle storie dei nonni c’è sempre una fata buona, un lupo cattivo e una bambina sperduta. Qualche tempo fa c’era altro: Tito il cane pestifero, Mammi la gatta ubriaca, Giufà il pastore ingordo… Davanti alla stufa a legna non si narravano storie di principesse sfortunate e di principi azzurri in calzamaglia, ma di furti di salsicce e rocamboleschi inseguimenti nei vicoli di paese. Erano storie parecchio interessanti che si ascoltavano per ore, sgranocchiando la merenda che sapeva di formaggio e di pane fatto in casa. Oggi raccontiamo poche storie, spesso noiose, e a merenda i bambini parlano di gocciole, fruttoli e fruttini, fetteallatte e sottilette. La domanda allora è: quali storie potranno raccontare ai loro figli? L’ARTICOLO COMPLETO
 

API IN FUGA DALLE CAMPAGNE
C’è qualcosa che non va in un mondo in cui le api continuano a morire e ad abbandonare le campagne per le città a causa dell’agricoltura intensiva. E se le api non sopravvivono più nelle campagne questo significa che non sopravvivono più neanche coccinelle, libellule, farfalle… Senza la loro impollinazione la vita umana sulla terra è impossibile. Dobbiamo rompere il legame tra terra, profitto e chimica L’ARTICOLO COMPLETO
 

L’UNIVERSITÀ ESTIVA DI ATTAC
Dal 12 al 14 settembre in Toscana c’è l’Università estiva di Attac L’ARTICOLO COMPLETO
 

DISARMO CHIMICO A GIOIA TAURO
Nel Mediterraneo sono in corso in questi giorni alcune operazioni di trasbordo e distruzione degli agenti chimici più pericolosi consegnati dal governo siriano alla comunità internazionale. Si tratta di operazioni senza precedenti nella storia per la portata e per le condizioni ambientali. In tutto il mondo abbiamo costruito un mostruoso e costosissimo sistema di morte (fatto di eserciti, armi chimiche, F35…) di cui ora non è facile sbarazzarci L’ARTICOLO COMPLETO

 

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