Bosnia-Erzegovina, 19° anniversario genocidio di Srebrenica

Il 10 luglio 1995 le forze serbo-bosniache avanzarono nella enclave di Srebrenica, allora “zona di sicurezza” delle Nazioni Unite, dove migliaia di bosniaci avevano trovato rifugio.

 

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COMUNICATO STAMPA

BOSNIA-ERZEGOVINA: ANNIVERSARIO DEL GENOCIDIO DI SREBRENICA UN CRUDELE PROMEMORIA SULLA NECESSITA’ DI COMBATTERE L’IMPUNITA’ E FORNIRE RIPARAZIONE

Nel 19° anniversario dell’uccisione di piu’ di 8000 bosniaci (musulmani bosniaci) di Srebrenica nel luglio 1995, Amnesty International chiede alle autorita’ della Bosnia-Erzegovina – presenti sia nella Federazione della Bosnia-Erzegovina che nella Republika Srpska – di procedere con urgenza negli sforzi atti ad affrontare il persistente arretrato dei casi irrisolti di crimini di diritto internazionale, derivanti dal conflitto armato del 1990. L’organizzazione chiede inoltre alle autorita’ di garantire alle vittime di questi crimini l’accesso alla verita’, alla giustizia e alla riparazione.

Il 10 luglio 1995 le forze serbo-bosniache avanzarono nella enclave di Srebrenica, allora “zona di sicurezza” delle Nazioni Unite, dove migliaia di bosniaci avevano trovato rifugio. Srebrenica cadde in mano alle forze serbo-bosniache e nonostante la presenza delle Forze di protezione delle Nazioni Unite, piu’ di 8000 uomini e ragazzi bosniaci furono separati dal resto della popolazione e sommariamente giustiziati nei giorni che seguirono. Nel 2004 il Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia (Icty) ha stabilito che le forze serbo-bosniache effettuarono un genocidio contro i musulmani bosniaci.

I processi presso I’Icty contro l’ex leader serbo-bosniaco Radovan Karadžic e l’ex generale Ratko Mladic accusati di genocidio, crimini contro l’umanita’ e violazione delle leggi e delle consuetudini di guerra, anche a Srebrenica, sono ancora in corso.

La commemorazione e’ ancora piu’ difficile, perche’ le autorita’ della Bosnia-Erzegovina ancora non riescono ad adempiere ai loro obblighi nei confronti delle famiglie delle vittime di Srebrenica e delle altre vittime di sparizioni forzate avvenute durante il conflitto armato in Bosnia-Erzegovina. I parenti delle vittime aspettano ancora giustizia, verita’ e riparazione, mentre la maggior parte dei responsabili gode di impunita’.

I corpi di oltre 6000 vittime del genocidio di Srebrenica sono stati esumati, identificati e sepolti presso il memoriale a loro dedicato. L’identificazione di circa 1000 salme e’ in corso, e si stima che un migliaio manchino ancora all’appello. La legge sulle persone scomparse non e’ mai stata pienamente attuata, lasciando le famiglie degli scomparsi senza alcuna riparazione, inclusi restituzione, indennizzo, riabilitazione, giustizia e garanzie di non ripetizione.

In questo anniversario, Amnesty International esorta le autorita’ della Bosnia-Erzegovina a intraprendere misure urgenti atte a garantire il diritto alla verita’, alla giustizia e al riparazione per le vittime e le loro famiglie. L’organizzazione sottolinea che le espressioni di chiaro impegno ad attuare le misure esistenti per porre fine all’impunita’ per i crimini di diritto internazionale, tra cui le sparizioni forzate, sono fondamentali. Occorre condurre indagini rapide, indipendenti, efficaci e imparziali sui crimini di diritto internazionale e intensificare gli sforzi per perseguire questi casi. Infine, la gravita’ dei reati dovrebbe riflettersi adeguatamente nella condanna. Quasi due decenni dopo Srebrenica, devono ancora essere messe in atto procedure indipendenti, imparziali ed efficaci per i familiari che devono ottenere riparazione in conformita’ con gli standard internazionali.

Roma, 11 luglio 2014

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