La campagna sarà “lunga, graduale ed estesa”. Netanyahu non ha usato giri di parole. Nel 2008, l’ultima invasione israeliana della Striscia di Gaza fece 1.100 morti.
MONDI DIVERSI GIÀ ESISTONO. NOI PROVIAMO A RACCONTARLI
IL GRIDO DI GAZA
La campagna sarà “lunga, graduale ed estesa”. Netanyahu non ha usato giri di parole. Nel 2008, l’ultima invasione israeliana della Striscia di Gaza fece 1.100 morti. Chiunque si mostri sorpreso dalla ferocia “difensiva” di Tel Aviv finge o sceglie di ignorare la storia di quella occupazione. A muoverla è ancora una volta il possesso della terra, nei giorni scorsi Robert Fisk lo ha ricordato agli smemorati. E l’assoluta rimozione della memoria, insieme alla necessità che il mondo non consideri umani i Palestinesi, è la chiave della strategia di guerra dello Stato “ebraico”. Uno Stato che cancella il 20 per cento dei suoi cittadini arabi e racconta di essersi fatto da sé rinnovando ogni giorno il suo mito autogeno. La stupefacente resistenza dei Palestinesi non è certo affidata ai razzi ARTICOLI DI SANTIAGO ALBA RICO, ROBERT FISK, EGIDIA BERETTA, ALESSANDRA MECOZZI, EDUARDO GALEANO, NOAM CHOMSKY
LA COPPA DEL MONDO DI DONNA RITA
L’occupazione di un edificio nel centro di São Paulo è una delle più belle bandiere con le quali i poveri hanno risposto alle ostentazioni della Coppa del Mondo. In Brasile, mentre gli stadi si sono riempiti di una minoranza di persone in grado di pagare i biglietti d’ingresso delle partite, le strade, gli spazi abbandonati e le piazze pubbliche sono rimasti al centro del conflitto. Dona Rita è una delle protagoniste di quel conflitto, della violenta contraddizione tra lo sfarzo delle grandi opere volute dalla Fifa e dal Comitato olimpico e le sofferenze di una donna comune che non ha la sola colpa di non aver mai avuto il vento a favore. La sua vita è stata segnata da un gravissimo “incidente&rdq uo; di lavoro e da uno sfratto che l’ha costretta vivere in una tenda, “ma adesso è diverso”, dice, “adesso so come lottare” L’ARTICOLO COMPLETO
APPRENDERE PER CREARE
Si chiama Rencontre internationale des educateirs Freinet e si svolge ogni due anni, ma è più nota come Ridef e raccoglie insegnanti ed educatori di tutto il mondo che si scambiano tecniche didattiche e pratiche educative in cui al centro c’è il protagonismo e la cratività dei bambini e delle bambine. La prossima Ridef si svolge in Italia, dal 21 al 30 luglio 2014, a Reggio Emilia, e si intitola “Abitare insieme le città delle bambine e dei bambini“ L’ARTICOLO COMPLETO
RELAZIONI SENZA PROFITTO
Dopo due anni di gestazione è approdata nell’aula del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna una legge che apre le porte all’economia solidale. La nuova legge, la cui approvazione è stata calendarizzata entro luglio, costituisce un formale riconoscimento di un “modello economico, sociale e culturale” fondato su “principi di eticità e giustizia” quantomeno diverso – se non alternativo – a quello mercantile dominante. Non sono più la massimizzazione del profitto, l’accumulazione di ricchezza monetaria, la crescita infinita del consumo di merci le sole logiche che regolano i rapporti sociali. C’è un’altra economia basata su relazioni che hanno a mente la “solidarie tà e la centralità della persona”, “la tutela dei beni comuni assicurandone l’utilizzo collettivo”, la stessa “democraticizzazione dell’economia” (art. 1) L’ARTICOLO COMPLETO
ASILI NEI BOSCHI
La prima scuola dell’infanzia nel bosco è stata ideata e creata da Ella Flatau in Danimarca, negli anni ’50. Ella si rese conto di quanto la natura producesse sensazioni di felicità nei bambini e di come, trascorrendo le giornate tra i boschi con i genitori, aumentasse il loro legame sociale. Oggi in Germania sono oltre 700 gli asili nei boschi, altri sono in Austria e Svizzera, ma anche in Inghilterra, Galles e Scozia. Finalmente, da Pomino (Firenze) a Trento, qualcosa si muove anche in Italia L’ARTICOLO COMPLETO
PACHAMAMA O ESTRATTIVISMO
Nei paesi latinoamericani governati da forze progressiste l’estrattivismo continua a determinare ogni giorno l’espulsione delle comunità rurali, ad avvelenare le fonti d’acqua, a distruggere il suolo e a indebolire l’autonomia delle comunità territoriali. Per questo cresce la resistenza di indigeni e movimenti L’ARTICOLO COMPLETO
IL MONDIALE DEI GHANESI
Sono duecento i tifosi ghanesi che, dopo aver seguito le imprese della propria nazionale di calcio in Brasile, hanno chiesto asilo politico nel Paese sudamericano. Se riuscissero nel loro intento e non fossero rimpatriati, avrebbero vinto il loro mondiale. Anche Kwadwo Asamoah dovrebbe esultare come per un gol LA NOTIZIA COMPLETA
UNA QUESTIONE SOLO DI LOBBY?
Abbandonare le fonti fossili e il nucleare è un problema di tutti. Le vicende di Expo/Sogin, del fracking e delle grandi dighe dimostrano che i temi dell’energia precipitano nella vita delle persone comuni ogni giorno in tutto il mondo, anche se media e politica vogliono farci credere che sono questioni di tecnici, lobby, scienziati e dirigenti di multinazionali L’ARTICOLO COMPLETO
MULTINAZIONALI ALLA SBARRA
Il Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu ha votato una risoluzione storica per l’avvio di un processo che porti a uno strumento legalmente vincolante per il rispetto dei diritti umani da parte delle imprese multinazionali. Un primo passo per riconoscere una responsabilità anche delle imprese nella tutela e rispetto dei diritti. a risoluzione è passata con 20 voti a favore, 13 astensioni e 14 contrari: tra questi ultimi, l’Italia, intervenuta per conto dell’Ue, assieme a Francia, Germania, Inghilterra, Usa e altri Paesi del Nord del mondo. Di certo, abbiamo sempre più bisogno di strumenti per svuotare lo strapotere delle multinazionali L’ARTICOLO COMPLETO
IL PETROLIO CONTINUA A INFIAMMARE L’IRAQ
Gli eventi in Iraq sono tornati a fare notizia e ancora una volta non si menziona il problema che sta dietro gran parte delle violenze: il controllo del petrolio. I media, invece, sono inondati di dibattiti sull’orrore e di estese analisi di una minaccia terroristica non esattamente nuova di zecca, lo Stato Islamico di Iraq e Siria. In realtà, sono in corso rivolte urbane contro il governo, promosse da gruppi molti diversi. In fondo è stato così ai tempi di Saddam Hussein e dell’occupazione statunitense: l’oppressivo regime di Maliki è oggi scosso da insurrezioni perché il primo ministro si è rifiutato di condividere le vaste entrate petrolifere con la base sunnita e non. E&rs quo; sempre stata una questione di petrolio, stupido! L’ARTICOLO COMPLETO
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