“Il senso dell’assedio”

“Dieci ore di pullman nel deserto del Sinai e si arriva al valico di Rafah. Il cancello nero di ferro battuto si apre. E’ un giorno fortunato. Il primo impatto è desolante, macerie ovunque, poi arriva una innaturale pressione sul petto che soffoca il respiro: è il senso dell’assedio”.

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IL SENSO DELL’ASSEDIO
Dieci ore di pullmann nel deserto del Sinai e si arriva al valico di Rafah. Il cancello nero di ferro battuto si apre. E’ un giorno fortunato. Il primo impatto è desolante, macerie ovunque, poi arriva una innaturale pressione sul petto che soffoca il respiro: è il senso dell’assedio. Mahmud ha 17 anni, era alla disperata ricerca del suo migliore amico tra le macerie quando è arrivata la seconda bomba. Ha perso la vista e l’olfatto. Adesso non vuole più uscire di casa. È il progetto Gazzella, con i bambini e i ragazzi sopravvissuti ai bombardamenti. Pochi giorni a Gaza bastano a mettere in discussione completamente cosa abbiamo capito della guerra e della pace , della vita e della morte. Forse aveva ragione lo scrittore palestinese Ghassan Kanafani, assassinato dal Mossad nel 1972, quando scriveva all’amico esiliato Mustafà: “Impariamo dalle gambe amputate di Nadia cos’è la vita” L’ARTICOLO COMPLETO
 

Altri articoli del dossier IL GRIDO DI GAZA:

SE NON VENDESSIMO PIÙ ARMI A ISRAELE

SOSPENDERE LE VACANZE, RESTARE UMANI
 

STO PER BRUCIARE IL MIO PASSAPORTO

SE I PALESTINESI FOSSERO UMANI

NOT IN MY NAME
“Io, come tanti ebrei del mondo, educati alla diversità, sono stanca di vedere le nostre origini, la nostra storia e la nostra sofferenza usate da uno stato criminale che uccide bambini, donne e civili… Io sono tutti quei bambini uccisi, feriti o segnati nell’anima per il resto della loro vita. Sono tutte quelle donne che in pochi secondi devono prendere i loro figli e abbandonare le loro case…” (QUI L’ARTICOLO COMPLETO CON CUI LAURA FANO HA ADERITO ALLA CAMPAGNA RIBELLARSI FACENDO)

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IL NUTRIMENTO DELLA TERRA
“Non possiamo prendere continuamente dalla terra che lavoriamo e seminiamo, senza mai darle niente… La terra, come succede nella foresta, si nutre di scarti. Il campo del contadino però non è più amministrato dalla sola natura… Le foglie secche, le bucce della frutta e della verdura, la polvere raccolta in casa, tutto dev’essere restituito alla terra” (Pierre Rabhi, contadino, scrittore e filosofo di origine algerina, uno dei pionieri dell’agroecologia e dell’agricoltura contadina, si occupa dei temi della decrescita e della lotta contro la desertificazione)
L’ARTICOLO COMPLETO DI PIERRE RABHI

QUANDO ARRIVAI SULLA SCARPATA, RIMASI DI STUCCO
Ha ragione il nostro amico Miguel, questa storia del lago dell’exSnia è una delle vicende più belle di questi anni, “che ci compensa di tanto veleno che abbiamo dovuto ingoiare non solo a Roma, è stata la nascita miracolosa del lago di acqua purissima che Fontus, il dio delle sorgenti ha scherzosamente fatto sgorgare dentro la proprietà di un palazzinaro”, nella periferia romana. Nei prossimi giorni il Comune deve decidere il futuro del lago, per il quale è nata una lotta straordinaria (contro il rischio di cementificazione), grazie a cittadini, comitati, canoisti, associazioni e artisti. “Il lago che combatte” è la canzone che gli Assalti frontali e Il Muro del Canto canteranno per la prima volta dal vivo il 25 luglio, per ricordare al Comune di chi è quello specchio d’acqua. “E a Roma saltò fuori un lago” è invece l’articolo di Giulia Barra, pubblicato in dicembre su Comune-info e letto da 100.000 persone, che ha permesso a questa lotta di essere più forte e visibile. La difesa del lago, cresciuta intorno all’ostinazione e alla creatività del centro sociale exSnia, ha in realtà oltre quindici anni di storia, come racconta qui di seguito Caterina Amicucci: “Era la primavera del 1996… Il giorno dopo aver saputo dell’esistenza del lago presi la bici, percorsi con frenesia i 13 chilometri che separavano casa mia dal Pigneto e andai all’ex-Snia. Non ricordo chi mi accompagnò giù per la prima volta. L’attuale Parco delle Energie era ancora un territorio selvaggio dove l’unica persona che vi si muoveva con disinvoltura era Pecorino, un anziano pastore metropolitano che attraversava la Prenestina con la zappa in spalla. Quando arrivai alla rete sopra la scarpata rimasi di stucco. Era uno spettacolo incredibile…”

UN’INSANA VOGLIA DI CONTINUARE AD ESISTERE
Nel 1968 era al liceo Mamiani, dove quasi vent’anni più tardi, insieme a Lidia Ravera, ambientò un romanzo che resta il solo grande scandalo letterario della sinistra rivoluzionaria in Italia. Era stato stampato in mille copie, Porci con le ali. Ne ha vendute due milioni e mezzo. Troppe per Marco Lombardo Radice, neuropsichiatra ed ex dirigente di Lotta Continua, che pensava d’aver scritto una cosa divertente sulla politica e la liberazione sessuale e non un best seller. Per allontanarsi dal “fracasso” che aveva suscitato, se ne andò a fare il medico in un campo di profughi palestinesi in Libano. A venticinque anni dalla scomparsa, lo ri cordiamo però soprattutto per un altro grande “fracasso”. Quello creato nel reparto che fu chiamato a dirigere, giovanissimo, all’Istituto di Neuropsichiatria Infantile di Via dei Sabelli, quartiere San Lorenzo, a Roma. E’ quella la rivoluzione di Marco Lombardo Radice: aprire le porte di un ospedale pieno di “casacci” non era uno scherzo, bisognava dare tutto senza alcuna riserva e vivere lottando ogni giorno. Da tempo i soliti noti tentano di razionalizzare la spesa sanitaria chiudendo quell’Istituto, ancora straordinario. La resistenza continua, a Via dei Sabelli dicono che da “Lombardone” hanno ereditato un’insana voglia di esistere L’ARTICOLO COMPLETO
 

QUESTA COOPERAZIONE È UN AFFARE
L’attesa riforma della cooperazione internazionale arriva con un disegno di legge privo di un vero dibattito pubblico. Il soggetto principale della riforma è l’impresa. Cooperare significa fare business L’ARTICOLO COMPLETO DI ALEX ZANOTELLI
 

LA RABBIA E L’AMBIENTALISMO DEI POVERI
Sempre più spesso, in tutto il mondo, comunità locali si ribellano a multinazionali e StatI in difesa della terra. Dimostrazioni, blocchi di strade, cause legali, occupazioni di luoghi naturali sono le manifestazioni più frequenti. La principale causa di resistenza, ricorda l’economista spagnolo Joan Martinez-Alier, è il controllo sulla terra da parte delle multinazionali, che produce la perdita degli usi locali degli ecosistemi, e talvolta l’allontanamento delle comunità locali dai loro luoghi di abitazione. Abbiamo tutti bisogno di continuare ad ascoltare quelle voci, Il nostro futuro sta nell’essere parte attiva dell’”ambentalismo dei poveri”, perché questo movimento obbliga tutti a cercare nuove risposte a vecchi problemi. Tuttavia, la tesi dell’”ambientalismo dei poveri” non afferma che di regola la gente comune povera senta, pensi e si comporti da ambientalista. Non è così. La tesi afferma che in molti casi di conflitti legati all’estrazione di risorse e allo smaltimento di rifiuti i poveri (o meglio gli impoveriti) si trovano dalla parte della difesa della natura, contro multinazionali Stati. Quel comportamento è coerente con i loro interessi e valori L’ARTICOLO COMPLETO
 

VIVERE LA TERRA INSIEME
Dal 24 al 27 luglio, nella “Comune di Bagnaia” (Siena), si incontra la rete degli Ecovillaggi, oltre venti esperienze di vita comunitaria ed ecologica, per confrontarsi su temi sociali, ambientali ed economici. Uno spazio per mettere in comune principi e pratiche (anche con chi non vive negli ecovillaggi), per ragionare insieme di terra, educazione diversa, comunità LA NOTIZIA COMPLETA
 

CIVILI COME OBIETTIVI MILITARI
Considerare la popolazione civile un obiettivo direttamente militare appartiene da poco alla gestione delle guerre. Inventore di tale “dottrina” si riteneva Mussolini, che lanciò l’idea, subito approvata e attuata da Hitler, che mandò la Luftwaffe a bombardare Guernica. L’ìmpressione fu rappresentata per sempre appunto da Guernica di Picasso: la guerra ci è entrata in casa. Gli Alleati non stettero a guardare… in Europa come (con l’atomica) in Giappone. I “progressi” militari sono da sempre infettivi e generano dismisura e vendetta. Come tutti sappiamo, ciò che si deve fare, ieri come oggi, è interrompere la catena della violenza e della ritorsione L’ARTICOLO COMPLETO DI LIDIA MENAPACE
 

TENETEVI I SOLDATI. A CASTEL VOLTURNO CI PRENDIAMO MAESTRI E ALLENATORI DI RUGBY
”E’ allo studio una rimodulazione della presenza dei militari nel Casertano, con il conseguente spostamento di alcune unità nel territorio di Pescopagano, affinchè si aggiungano al presidio delle forze dell’ordine già rafforzato dal Viminale la scorsa settimana”. Lo ha detto oggi il sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano in visita nella frazione di Castel Volturno, dopo le vicende della scorsa settimana. Insomma, mettiamo un po’ di soldati e tutto si risolve. “Abbiamo un’idea un po’ diversa da questi parti – dice a Comune-info Filippo Mondini, della Casa del bambino di Castel Volturn o – Tenetevi i soldati, ci prendiamo Maestri, Psicologi, Artisti, Antropologi, Educatori, Allenatori di Rugby, Scrittori, Atleti di Parkour, Poeti, Ambientalisti, Scrittori, Urbanisti, Musicisti e un paio di No Tav… Grazie lo stesso” (foto: La squadra di rugby “I Pirati”, della Casa del Bambino) L’ARTICOLO COMPLETO
 

25 IDEE PER UNA SCUOLA DIVERSA
Coloriamo le scuole, riempiamole di orti, finiamola con l’ossessione dei test, meglio teatro, musica, sport, passeggiate in città. Perché apprendere è prima di tutto piacere. E perché la scuola non è dei governi (qualcuno lo spieghi a Renzi-Giannini-Reggi) ma di chi la fa L’ARTICOLO COMPLETO DI PAOLO MOTTANA
 

RIBELLARSI FACENDO. MONDI DIVERSI GIÀ ESISTONO. NOI PROVIAMO A RACCONTARLI

 

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