Le organizzazioni sindacali hanno aperto le procedure per indire lo sciopero nazionale dei lavoratori di Rai Way contro la svendita della società del Gruppo Rai che ha la proprietà degli impianti trasmittenti.
COMUNICATO STAMPA
Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater e Libersind-ConfSal hanno
aperto le procedure per indire lo sciopero nazionale dei lavoratori di Rai Way contro
la svendita della società del Gruppo Rai che ha la proprietà degli impianti
trasmittenti.
I sindacati di categoria rispondono così alle scelte del Consiglio di Amministrazione
Rai di cedere, in ossequio ad una indicazione del Governo, parte della proprietà della
società pubblica che gestisce la rete trasmittente del servizio pubblico radio
televisivo, al solo fine di coprire le iniziative di fiscalità generale.
Questo senza alcuna valutazione su misure alternative che gli stessi sindacati negli
ultimi incontri erano disposti a mettere in campo.
Il dubbio è che dietro tale operazione ci siano gruppi di potere pronti ad aggiudicarsi
un asset prezioso, già interamente convertito al digitale grazie ad un investimento
della Rai di 400 milioni di euro, e dall’altra l’interesse a depotenziare e
marginalizzare la Rai sul mercato radio televisivo e nella fornitura di servizi legati
alla trasmissione di contenuti.
Ci sono mille incognite dietro l’operazione su cui Viale Mazzini sta procedendo in
grande fretta. Non si sa se la collocazione in borsa sia legittima (sarebbe utile un
pronunciamento di Consob e Agcom in tal senso) nè si sa se le azioni saranno
vendute ai cittadini oppure ad aziende che pretenderanno di essere presenti nel nuovo
consiglio di amministrazione e quindi di dirigere l’azienda pubblica con fini diversi
da quelli indicati nei contratti di servizio.
Per esplicitare la loro contrarietà alla vendita ed avere chiarimenti sul futuro
dell’azienda, Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater e Libersind-
ConfSal, contemporaneamente all’apertura delle procedure per lo sciopero, hanno
chiesto, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, l’apertura di un tavolo di
confronto istituzionale alla presenza dei vertici Rai Way e Rai.
Rai Way è per la Rai un asset fondamentale per veicolare i contenuti, per agire sul
mercato e per ottenere nuovamente la concessione di servizio pubblico.
Vorremmo che le istituzioni, come è accaduto in passato, si prendessero in carico la
questione e rispondessero ai lavoratori della Rai e ai cittadini italiani su quale futuro
si prospetta per il servizio pubblico radio televisivo. La sensazione è che qualcuno
stia decidendo il ridimensionamento della Rai a favore di altri, coprendo tale atto con
una consultazione popolare e populistica priva di qualsiasi trasparenza, competenza e
logica d’impresa.
Roma 23 luglio 2014