“Esistono molte analogie tra l’epidemia da virus Ebola e le epidemie del passato.”
COMUNICATO STAMPA
Vecchie e nuove epidemie: Ebola e Peste al confronto
Esistono molte analogie tra l’epidemia da virus Ebola e le epidemie del passato.
Poiché non esistono vaccini o farmaci per la prevenzione o la terapia dell’infezione da virus Ebola, il contrasto all’epidemia da virus Ebola non dispone di mezzi superiori a quanti ne aveva avuto alcuni secoli fa il contrasto alla peste che infuriò in Europa dal XIV secolo in avanti.
Contro la peste, malattia causata da un batterio trasmesso dal morso di pulce, la Repubblica di Venezia edificò nel XV secolo il primo lazzaretto per l’isolamento dei malati e successivamente un secondo lazzaretto per la messa in quarantena dell’equipaggio delle navi provenienti da luoghi colpiti da peste. L’esempio della Serenissima fu seguito nei secoli successivi da numerose altre città, specie portuali, a cui appariva altrettanto chiaro – pur non conoscendo l’eziologia della malattia- che il contagio proveniva da navi provenienti dall’Oriente. Contro la peste, gli Stati adottarono altre misure per prevenire il contagio come i cordoni sanitari, la messa al bando, la sospensione di fiere e mercati, la disinfezione con fuoco o aceto della posta. Pene esemplari erano comminate a chi intendeva fuggire dai lazzaretti o superare i cordoni sanitari.
Molto diffuso era lo spionaggio sanitario e il ricorso a denunce segrete per avere informazioni sulle violazioni alle leggi sanitarie e sulla diffusione del morbo. Seminando morti a migliaia, le epidemie del passato scatenavano panico e comportamenti irrazionali, così come narrato mirabilmente dal Boccaccio nell’introduzione al Decamerone.
Rispetto al passato, le epidemie della nostra epoca, Ebola inclusa, possono diffondersi più rapidamente a causa degli spostamenti per via aerea, dei viaggi internazionali e della maggior mobilità di persone e merci. Tuttavia oggi disponiamo di organizzazioni internazionali deputate al controllo delle malattie infettive, di una maggiore collaborazione tra gli Stati, di sistemi epidemiologici atti a tracciare il percorso dell’infezione. Resta il fatto che le condizioni di povertà e carenza di igiene esistenti in Africa rendono quel continente fragile almeno quanto lo era l’Europa dei secoli passati.
WALTER PASINI
Direttore Centro di Travel Medicine and Global Health