In Nord Iraq l’emergenza continua. Gli sfollati sono ormai 700.000 e le autorità locali curde non riescono da sole a rispondere ai bisogni dei profughi in continuo aumento.
NORD IRAQ: L’EMERGENZA CONTINUA, EMERGENCY
AL LAVORO NEI CAMPI DI KHANAQIN E ARBAT
“Quando i miliziani dell’IS hanno preso il controllo della città, sono entrati nelle case e hanno portato via tutto. Sono scappata con mio fratello e i miei figli perché mio marito è nell’esercito e, se l’avessero saputo, ci avrebbero sicuramente ucciso. Viviamo in una situazione molto difficile, tutti in una tenda con 50 gradi di temperatura, senza acqua potabile e senza elettricità per almeno 8 ore al giorno. Ma almeno siamo vivi”, racconta M., una nostra paziente.
In Nord Iraq l’emergenza continua. Gli sfollati sono ormai 700.000 e le autorità locali curde non riescono da sole a rispondere ai bisogni dei profughi in continuo aumento. In questo ultimo periodo sono soprattutto iracheni cristiani e Yazidi che fuggono dai combattimenti e dalle violenze dell’IS, che si è spinto fin dentro le aree al confine fra la regione curda e il governo centrale di Baghdad.
In una di queste aree, a Khanaqin, abbiamo aperto un Centro sanitario per offrire assistenza ai profughi che vivono in campi improvvisati, dove non hanno accesso ai servizi più basilari: acqua, energia elettrica, servizi igienici. Il nostro team, composto da staff nazionale e internazionale, visita almeno 50 persone ogni giorno.
Intanto, in nord Iraq prosegue anche il nostro lavoro a favore dei profughi siriani presso il campo di Arbat: oltre all’assistenza medica di base, nel nostro Centro sanitario offriamo assistenza ginecologica e ostetrica per le donne e un programma di immunizzazione e controllo della crescita per i bambini al di sotto dei cinque anni.
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