Una voce dalla “Terra dei Fuochi”, nasce Taskforce Pandora

“La situazione creata in Campania dallo smaltimento illecito dei rifiuti è grave e scandalosa. Tonnellate di rifiuti illegali sono stati smaltiti senza che tale fenomeno fosse contrastato con determinazione ed efficacia”.

 

pandora taskforce


La Newsletter di Pandora nasce per rispondere a domande o portare chiarimenti ed aggiornamenti sull’opera svolta dal gruppo di esperti indipendenti. Siamo convinti che la figura dello scienziato debba avere un ruolo di riferimento e responsabilità sociale nei confronti della collettività. 

Grande attenzione deve esserci da parte della stampa e dei media nella divulgazione di notizie, e noi ricercatori e tecnici dobbiamo divenire i garanti di una corretta informazione che in Italia purtroppo è carente.

PANDORA oggi vanta eccellenti adesioni e annovera al suo interno professionisti di alto profilo provenienti anche da diverse parti di Italia e dall’ estero. L’opera di raccolta dati e la più grande partecipazione di competenze, ci sta permettendo di descrivere la questione dettagliatamente e quindi di indicare delle proposte tecnicamente praticabili ed economicamente sostenibili.
PANDORA sta procedendo alla stesura di documenti consultabili sul sito www.taskforcepandora.com a disposizione dei mass-media, delle Istituzioni e della cittadinanza. Il sito inoltre è una piattaforma dove poter raccogliere suggerimenti e dubbi attraverso il suo forum, al fine di poter permettere agli interessati una costruttiva interazione con il gruppo di studio.
 

 

Newsletter

Numero 1 – Settembre 2014

 

Terra dei Fuochi

La situazione creata in Campania dallo smaltimento illecito dei rifiuti è grave e scandalosa. Tonnellate di rifiuti illegali sono stati smaltiti senza che tale fenomeno fosse contrastato con determinazione ed efficacia (pensiamo ai mancati controlli su strada, all’assenza di gravi pene per i delitti ambientali nel codice penale, alla diffusione delle imprese del sommerso, agli insufficienti controlli incrociati sulle documentazioni legali dovute quali i MUD, etc.). Tutto ciò è intollerabile e ha determinato una comprensibile situazione di rabbia e sfiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini.

La Terra dei Fuochi indica un territorio in cui avviene quotidianamente lo smaltimento criminale di rifiuti, che anzichè recuperati o smaltiti vengono combusti provocando ulteriori danni, e riciclaggio illegale di materiali metallici. E’ una entità geograficamente indistinta che ha finito con l’identificare, nell’immaginario collettivo, tutta la zona centro-occidentale della Campania. Tuttavia i punti dove abitualmente si registrano fenomeni di combustione dolosa di “rifiuti” sono localizzati in aree disposte per tutto il territorio campano un po’ a macchia di leopardo. A parte queste zone, in genere conosciute per la presenza visibile di abbandoni abusivi ed incontrollati di rifiuti sia urbani che speciali, occorre segnalare che, da pochi mesi si è cominciato a fare ricerche in altri siti non segnalati in procedimenti giudiziari, ma tutti riferiti ad aree agricole. Il lavoro costante di Pandora, continua ad essere la raccolta ed analisi dei lavori svolti finora, di cui spesso non si è a conoscenza.

 

Fondazione

PANDORA è stata costituita nel Dicembre 2013, dopo un appello lanciato sui social network da Paola Dama, (ricercatrice all’Ohio State University a Columbus,Ohio USA), in cui si chiedeva la partecipazione di esperti ad un primo tavolo tecnico. Fine del kickoff meeting era quello di raccogliere l’informazione tecnico-medica-scientifica disponibile, analizzarla criticamente con un approccio rigorosamente scientifico ed elaborare eventualmente delle proposte in merito alla caratterizzazione dei siti e della loro bonifica. Lo scopo ultimo è stato quello di produrre una memoria tecnico-scientifica multidisciplinare che abbia tenuto conto degli interventi e dei contributi dei singoli esperti intervenuti al tavolo di discussione, attraverso la stesura del Primo Documento Unico Condiviso presentato a Città della Scienza l’8  Gennaio 2014.

I motivi

I motivi che hanno spinto alla sua nascita sono stati dettati dall’esigenza di un confronto tra i membri della comunità medico-scientifica, affinchè si potesse portare chiarezza nelle informazioni riguardo le tematiche di inquinamento ambientale che negli ultimi mesi stanno bersagliando la Campania ed il suo popolo. Oltre a poter prestare la propria conoscenza all’attuazione di provvedimenti politico-organizzativi che sono oggi assolutamente necessari per salvare “il salvabile”. Negli ultimi mesi, in riferimento alla situazione dello smaltimento illecito dei rifiuti, sono circolate informazioni che hanno diffuso insicurezza e paura, fino a vere forme di panico collettivo. Da una parte ciò ha determinato una presa di coscienza collettiva del fenomeno dello smaltimento illecito dei rifiuti e un porre all’ordine del giorno questo problema, affinché si prendano finalmente gli opportuni provvedimenti per contrastarlo; ma dall’altra ha determinato un allarme sociale, una situazione di paura diffusa e di insicurezza che ci preoccupa molto, perché la paura impedisce di ragionare lucidamente e crea il terreno favorevole per l’azione di demagoghi e di lobby affaristiche. 

 

Domande e Risposte

·         Perchè in Campania si muore di più?

La situazione sanitaria delle province di Napoli e Caserta è tra le peggiori di Italia, ma questo purtroppo è un dato storico, che ha tra le proprie cause l’inquinamento delle matrici ambientali (di cui lo smaltimento illegale di rifiuti ne rappresenta una delle possibili sorgenti ma, con maggiori effetti negativi, soprattutto l’inquinamento atmosferico, sia da traffico veicolare che da roghi ed emissioni tossiche), ma anche le carenze del sistema sanitario soprattutto riguardo agli screening e alla prevenzione, le condizioni di disagio socio-economico di molta parte della popolazione, il lavoro nero e la scarsa istruzione.

L’allarme è tale che la popolazione oramai attribuisce solo all’inquinamento ambientale la causa dei numerosi morti per cancro. Il lento ma progressivo allineamento dei dati di incidenza oncologica della regione Campania ai dati nazionali, va letto, a nostro avviso, come un processo più complesso legato all’uniformazione dei rischi oncologici sul territorio nazionale (stili e abitudini di vita, rischi occupazionali, nuove organizzazioni urbane, inquinamento ambientale, globalizzazione dei circuiti di approvvigionamento e distribuzione alimentare, etc.) e alla perdita di alcuni “fattori protettivi” che storicamente hanno caratterizzato le popolazioni meridionali.

Tale situazione non deve assolutamente tranquillizzare o far abbassare la guardia, anzi deve avviare una seria riflessione sul nostro modello di sviluppo, sia nazionale che regionale, approfondendo gli studi epidemiologici con lo scopo di comprendere i meccanismi che hanno portato a tale risultato e cercando di individuare le “priorità” da affrontare al fine di invertire il trend nel più breve tempo possibile.

Guarda i video della giornata di studio al seguente link:   http://goo.gl/CDxW88

 

·         Chi può davvero dirci se ci si ammala di più?

Ci rendiamo conto che, in un clima di allarme ed in una situazione di crisi ambientale come quella determinata oggi in Campania e nel resto di Italia, la cittadinanza cerca di comprendere da sola quanto accade intorno anche perché le informazioni ufficiali tardano ad arrivare e ad essere correttamente diffuse. Indagini epidemiologiche corrette e con risultati attendibili necessitano però di un approccio metodologico rigoroso, di controlli di qualità incrociati, che solo strutture che hanno una specifica esperienza in materia possono effettuare, oltre che di una validazione da parte di istituzioni scientifiche a ciò deputate.

Negli ultimi mesi si è sentito affermare in più occasioni, in relazione alle notizie concernenti gli sversamenti di rifiuti tossici nella “terra dei fuochi”, che in Campania non sarebbe presente un registro tumori. Vogliamo far presente che non uno, bensì tre registri tumori sono già attivi nella regione Campania: ASL Napoli 3 sud, ASL di Salerno e ASL di Caserta. I primi due istituiti, rispettivamente già dal 1995 e dal 1997, fanno parte della rete AIRTUM (Associazione Italiana dei Registri Tumori) e sono quindi “accreditati” e coprono il 34% della popolazione regionale; il registro tumori di Caserta, nato nel 2012, sta invece completando il suo primo periodo di registrazione, triennio 2008-2010, su cui chiederà l’accreditamento. Inoltre, di recente, è stata istituita la Rete regionale dei Registri Tumori. L’obiettivo è arrivare, nei prossimi anni, a far sì che ogni provincia della Campania disponga di un proprio registro tumori.

Tratto dal Documento Unico Condiviso Fattori di rischio: stili di vita o inquinamento ambientale.

 

http://www.taskforcepandora.com/#!fattori-di-rischio/crkz

 


 
Task Force Pandora

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