Lunedì 29 settembre, dalle ore 15.00 alle ore 18.00, protesta internazionale contro la strage dei cani in Romania, di fronte l’Ambasciata della Romania, Via Secchi (angolo Viale Parioli).
Il 10 settembre ha compiuto un anno la legge per la quale in Romania si uccidono cani nei modi più brutali grazie ad una legge ingiusta e pretestuosa, supportata da un regime sordo alle istanze dei cittadini civili rumeni e a quelle dell’Europa intera.
Le prove raccolte da diverse Associazioni animaliste che rimbalzano sui media (Vier Pfoten, Save the dogs, Ador e molte altre) dimostrano in maniera inequivocabile che la Romania vìola anche le più elementari norme e leggi, comprese quelle crudeli che essa stessa si è data, in materia di trattamento animale, né tantomeno rispetta le promesse fatte a suo tempo alla EU, mantenendo le gravi carenze strutturali e logistiche del sistema preposto alla gestione dei cani randagi, pur percependo consistenti aiuti che assommano a milioni di euro sborsati dalla Comunità stessa.
I media di regime continuano a sostenere la ridicola bugia del bambino ucciso da randagi, ormai sconfessata anche dall’ufficio del procuratore che ha stabilito che furono cani di proprietà e non randagi ad attaccare il bambino di 4 anni, che la nonna aveva colpevolmente omesso di sorvegliare, e i cui familiari hanno goduto di ampi “risarcimenti” dallo stato.
Nonostante se ne siano dimostrate le basi false, la legge che il presidente Basescu ha caldeggiato, sino ad imporla al parlamento rumeno continua ad essere efficace. Decine di migliaia di cani sono stati uccisi e continuano ad esserlo. Canili interi vengono svuotati in una notte con massacri inumani.
A Botosani i volontari di Ador sono stati accolti a sassate, dagli operatori del canile che si sono scagliati con pale e badili, anche sui giornalisti. Nei sacchi neri erano ammucchiati 230 cadaveri con chiari segni di orribili violenze, soppressi durante la notte ”perché ammalati di cimurro”, come ha continuato a sostenere il vice sindaco nonostante il fatto che gli stessi volontari si fossero recati il giorno prima al “rifugio” non rilevando traccia della malattia. Nella sola Bucarest oltre 16mila cani sono stati uccisi dalla municipalità e altri 2mila nei canili pubblici. Il direttore generale della Autorità per la Supervisione e Protezione degli Animals (ASPA), Razvan Băncescu continua a uccidere e a sperperare denaro pubblico, ammette pubblicamente che migliaia di coni sono stati uccisi illegalmente il tutto mentre usa violenza gli amanti degli animali che tentano di fermarlo, picchiando persino donne e ferendo bambini, una bimba di 11 anni è stata ricoverata in ospedale. Il sindaco di Bucarest, Oprescu, lo supporta, il primo ministro Victor Ponta resta in silenzio.
La politica della sterilizzazione di massa è ignorata, se non per azioni puramente “rappresentative” da mostrare alla comunità europea, come risultato dei fondi stanziati. Peraltro le sterilizzazioni effettuate dai locali con giri clientelari, sono spesso fatte al risparmio da veterinari incuranti con risultati di cani sventrati che trascinano le interiora in giro o sanguinano sui pavimenti lerci dei “rifugi” come le immagini dei volontari dimostrano.
Tutto questo col beneplacito e denaro versato, come di recente ha avuto modo di lamentarsi il ministro Frattini, con riferimento a Costanta e Cernavoda, sostenendo che “i fondi stanziati dall’Italia sono stati usati in modo sbagliato” e che “le risposte date (dallo stato rumeno ai più alti livelli) sono state burocratiche e insoddisfacenti”.
Non meraviglia che con il miraggio di soldi facili si arrivi a rubare cani di proprietà e persino ad entrare nei rifugi di volontari stranieri come in quello di “Vier Pfoten” (Four paws) dove hanno tentato di asportare decine di cani (uccidendone 4 nel “trasferimento”) per portarli in un canile locale dove sarebbero stati uccisi e pagati come randagi catturati.
E’ tempo che giustizia venga fatta, per vendicare i cani uccisi e rendere giustizia ai volontari, per evitare che altri fondi europei finiscano ad impinguare le tasche di chiunque a cascata, dallo stato, ai responsabili della gestione dei canili sino ai gestori dei rifugi statali che vendono persino le crocchette donate dalle associazioni internazionali.
16.000 cani morti per eutanasia nei canili lager
la cifra dei cani morti avvelenati per le strade e per le campagne sperdute della Romania non esiste un cifra esatta
35.000 cani catturati su una cifra totale di randagi di 60.000
i numeri continuano a crescere di giorno in giorno
cani colpevoli solo di esser venuti al mondo
OIPA Italia Onlus
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