Bocciatura dell’Europa sulla gestione dei rifiuti nel Lazio, non avendo adottato tutte le misure necessarie per evitare che una parte dei rifiuti urbani conferiti nelle discariche di Roma e di Latina non venga sottoposta ad un trattamento idoneo.
Legambiente: la bocciatura dell’Europa sul ciclo dei rifiuti nel Lazio è l’ennesima dimostrazione che senza differenziata e senza impianti per trattare l’organico differenziato non si va da nessuna parte, a partire da Roma.
È di oggi la sentenza della Sesta Sezione della Corte Europea per «Inadempimento di uno Stato sul piano di gestione, realizzazione di una rete adeguata e integrata di impianti di smaltimento, obbligo di istituire un trattamento dei rifiuti che assicuri il miglior risultato per la salute umana e la protezione dell’ambiente». Arriva quindi la bocciatura dell’Europa sulla gestione dei rifiuti nel Lazio, non avendo adottato tutte le misure necessarie per evitare che una parte dei rifiuti urbani conferiti nelle discariche di Roma e di Latina non venga sottoposta ad un trattamento idoneo.
“È arrivata anche la bocciatura dell’Europa a palesare il pessimo stato in cui versa la gestione dei rifiuti della nostra regione – dichiara Roberto Scacchi Presidente di Legambiente Lazio – e a dimostrare che senza differenziata e impianti per trattare l’organico a Roma e nel Lazio non si va da nessuna parte. Dopo Malagrotta, serve andare oltre. Ora non ci sono più margini d’attesa per archiviare la stagione delle discariche e rilanciare una nuova e diversa modalità di concepire l’intero ciclo dei rifiuti, promuovendo il porta a porta ovunque, il riciclaggio e il riuso e realizzando gli impianti di digestione anaerobica per riciclare l’umido differenziato. Deve partire subito il percorso partecipato con tutti i cittadini per la realizzazione del nuovo piano dei rifiuti regionale che non può essere ulteriormente rimandato.”
La Corte indica che i rifiuti urbani non sono adeguatamente selezionati tra le diverse frazioni, ed è la frazione organica particolarmente sotto osservazione; si indica nella sentenza che, nella Regione Lazio, non è stata creata una rete integrata ed adeguata di impianti di gestione, tenendo conto delle migliori tecniche disponibili, venendo meno agli obblighi di legge e condannando l’Italia alle spese.
“Dopo il danno ambientale e sanitario causato dal vecchio modello serve la volontà politica per evitare la beffa delle sanzioni europee spendendo soldi dei cittadini che potrebbero essere più utilmente usati per costruire impianti e produrre nuovi posti di lavoro grazie alla differenziata” ha dichiarato Stefano Ciafani vicepresidente nazionale di Legambiente.