La necessità di una più larga applicazione delle pene alternative alla detenzione per i soggetti tossicodipendenti è stata auspicata oggi da un gruppo di esperti internazionali alla presenza fra gli altri di Don Luigi Ciotti.
La necessità di una più larga applicazione delle pene alternative alla detenzione per i soggetti tossicodipendenti è stata auspicata oggi da un gruppo di esperti internazionali riunito in conferenza a Roma presso la Fondazione Villa Maraini alla presenza fra gli altri di Don Luigi Ciotti, presidente di “Libera” e fondatore del Gruppo Abele.
Le proposte avanzate durante la conferenza sono frutto di un lavoro di mesi svolto da esperti di Francia, Repubblica Ceca, Portogallo e Italia (rappresentata dal Gruppo Abele e da Villa Maraini quale project leader) nell’ambito del “Progetto
“ALTERNATIVE”, uno studio finanziato dall’Unione Europea. Alla conferenza di due giorni partecipano fra gli altri, oltre a Don Ciotti, il Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Roma Alberto Bellet e Massimo Barra, fondatore di Villa Maraini.
In apertura dei lavori il Presidente di Villa Maraini, Gabriele Mori, ha ricordato che la Fondazione vanta crediti nei confronti degli enti locali per quasi 800.000 euro a fronte di un bilancio di circa due miloni di euro. In particolare – ha sottolineato Mori – il Comune di Roma è in debito di 450.000 euro per lavori svolti a seguito della Convenzione 2012/2013 mentre la Regione Lazio è debitrice di 320.000 euro per la distribuzione di metadone per gli anni 2013 – 2014.
Nel suo intervento Don Ciotti ha sottolineato che “i percorsi alternativi sono di importanza fondamentale. Non utilizzarli è fare un grande regalo alle mafie”. Oggi sono circa 10.000 – ha aggiunto il fondatore del Gruppo Abele – i detenuti che potrebbero usufruire di pene alternative con, per quanto riguarda i tossicodipendenti, minori rischi di ricaduta e di recidiva. “L’esperienza carceraria – ha detto dal canto suo Massimo Barra – diventa spesso una esperienza a delinquere mentre l’applicazione di pene alternative, purché effettuate con criteri idonei, può divenire presupposto per un percorso positivo di vita”.
Il Presidente Bellet ha ricordato che in seguito a recenti interventi legislativi e grazie allo sviluppo delle pene alternative il numero dei detenuti nelle carceri italiane è diminuito, stando ai dati più recenti, a circa 54.000, rispetto ad una popolazione carceraria per lungo tempo attestata sopra le 60.000 unità. Progressi sono stati compiuti, “ma la strada da percorrere è ancora lunga”, ha detto il magistrato.
Dai dati ministeriali elaborati dagli esperti di Villa Maraini risulta che nel raffronto fra il 2013 e il 2012 il numero delle pene alternative concesse è aumentato complessivamente del dieci per cento, di cui il 4,8% ha avuto per destinatari soggetti tossicodipendenti. Quest’ultima percentuale risulta cresciuta all’8,4% nei primi nove mesi del 2014 (in cifra assoluta: 3.600 persone).