“Ivan Illich ha mostrato come abbiamo perso le capacità di apprendere, curarci, muoverci, gestire i conflitti. Le nostre vite dipendono dalle merci, sia beni che servizi, e dal lavoro salariato. Tuttavia possiamo resistere….”.
RIPENSIAMO IL MONDO
Ivan Illich ha mostrato come abbiamo perso le capacità di apprendere, curarci, muoverci, gestire i conflitti. Le nostre vite dipendono dalle merci, sia beni che servizi, e dal lavoro salariato. Tuttavia possiamo resistere, con l’autosufficienza e l’aiuto reciproco, e possiamo nutrire la vita comunitaria, con l’ozio e l’amicizia IL SAGGIO COMPLETO DI EUGENE J. BURKHART
LA LEGGENDA SMONTATA DEL T-TIP
La campagna di promozione dei governi e delle imprese sulla necessità di un accordo transatlantico si basa su stime. Ricerche portate davanti da centri studi, alcuni abbondantemente sovvenzionati dalla Commissione europea e in chiaro conflitto di interesse, che utilizzano tutte lo stesso modello previsionale. È di pochi giorni fa una pubblicazione del Global Development and Environment Institute della Tufts University del Massachusetts che prova a cambiare approccio, con risultati tutt’altro che confortanti. Uno scenario che, unito alla lettura critica dei dati di alcuni documenti ufficiali sul possibile impatto, farebbe pendere la bilancia verso un secco “no” alla continuazione dei negoziati T- tip L’ARTICOLO COMPLETO DI ALBERTO ZORATTI E MONICA DI SISTO
ASIACENTRISMO
L’era attuale appartiene all’Asia, ha detto Narendra Modi, primo ministro dell’India, nei giorni in cui riceveva il presidente cinese Xi Jinping. Non è sembrato un auspicio ma una constatazione. Poco prima di andare a Washington, Modi aveva invece spiegato alla Cnn che la Russia detiene interessi legittimi in Ucraina e criticare l’annessione della Crimea è del tutto fuori luogo. La nascita di un nuovo ordine mondiale post-statunitense ha i suoi pilastri nel continente asiatico e sembra volersi fondare proprio su un patto tra Pechino, Mosca e Delhi. La svolta decisiva sarebbe avvenuta a settembre in Tagikistan, con la piena integrazione dell’India nell’Organizzazione di Shangai per la Co operazione. I segnali, d’altra parte, erano noti da tempo: l’accordo energetico Russia-Cina, di cui s’è parlato molto; la nuova Via della Seta, destinata a diventare la principale rotta commerciale del pianeta grazie agli affari di Russia e Cina con la Germania e tutta l’Europa. Londra si è intanto candidata a essere centro di commercio mondiale e di investimenti in yuan e ha perfino emesso un titolo di stato nella moneta cinese. Certo, gli Stati Uniti non sono noti per la capacità di accettare sportivamente le contrarietà della vita. La guerra tra le grandi potenze non è più una possibilità così remota L’ARTICOLO COMPLETO DI RAÚL ZIBECHI
DISEGNIAMO LE PERIFERIE
Tutela dal basso dei beni comuni, comitati di difesa contro il consumo di suolo, autogestione di biblioteche, ludoteche, sale musicali, cinema, teatri, orti, mercati rionali, Gas, palestre polari. Una nuova grammatica urbana L’ARTICOLO COMPLETO DI ALBERTO CASTAGNOLA
UN MODO DIVERSO DI NUTRIRE IL PIANETA
La piccola agricoltura contadina è la sola che può realmente nutrire il pianeta, per mettere al centro le relazioni fra persone in luogo dei tavoli delle lobbies. A Pesaro l’incontro nazionale di Genuino clandestino, reti e percorsi contro e oltre l’Expo 2015 L’ARTICOLO COMPLETO DI FILIPPO TAGLIERI
CAMBIAMENTI COMUNITARI
Abbiamo bisogno di imparare ad imparare. Abbiamo bisogno di prendere in mano idee e pratiche, rivoltarle come un calzino, approfondire, condividere, sperimentare: cominciamo ad esempio dai nuovi stili di vita comunitari (orti urbani, ciclofficine, Gas, banche del tempo, Mag, spazi sociali autogestiti…), “conflitto” (o meglio dalla gestione dei conflitti, tra coetanei, generazioni, “culture”…), partecipazione, cambiamento, cittadinanza…. Un ciclo di seminari (gratuito) a Roma con l’associazione La Strada e Comune-info COME PARTECIPARE AI SEMINARI
DI COSA DOBBIAMO PREOCCUPARCI
Ebola? Isis? Scie chimiche? Oppure del cambiamento cliamtico? Ci siamo. Questa è davvero la minaccia che dovrebbe allarmarci: innalzamento del livello del mare, distruzione delle città costiere, ondate di caldo mortale, siccità e inondazioni, estinzioni di specie animali, impossibilità di assicurare la produzione di cibo a livello globale. E se pensate che tanto non accadrà a voi direttamente (ma comincia a non essere vero), per favore abbiate almeno compassione dei vostri figli e nipoti. E se pensate che danni non siano ancora stati fatti, chiedetelo a chi da essi è maggiormente investito: donne e bambine. Donne e bambine povere e marginalizzate, che non possono salvars i da cicloni e tempeste perché non sono autorizzate a lasciare la casa senza un guardiano maschio; donne e bambine che sono state socializzate ad occuparsi della sicurezza di tutti prima che della propria e che muoiono come mosche nel tentativo di salvare altri; donne e bambine agricoltrici che hanno accesso limitato a risorse naturali, informazioni e servizi e quindi non riescono a rispondere alla devastazione che colpisce l’ambiente in cui vivono. Non è un caso se così tanti movimenti di base sono guidati da donne L’ARTICOLO COMPLETO DI MARIA G. DI RIENZO
NIENTE SARDEGNA PER I CACCIA ISRAELIANI
L’aviazione militare israeliana non figura più tra i partecipanti alle esercitazioni militari che si tengono in Sardegna nel secondo semestre del 2014. È un fatto importante, il risultato di una bella campagna e un indicatore prezioso per valutare l’efficacia della solidarietà e delle forme di lotta contro un’occupazione militare che continua (e uccide ancora) a riflettori spenti fino alla prossima excalation. L’Associazione di amicizia Sardegna-Palestina tuttavia invita, con ragione e sulla base dell’esperienza, a tenere alta la mobilitazione temendo che i caccia israeliani accompagnati alla porta possano rientare dalla finestra come ospiti della Nato o dell’aeronautica italiana. Una lettera di cittadini israeliani al ministro Pinotti contro una cooperazione militare che deve cessare LA NOTIZIA COMPLETA
UNA MENSA COMUNITARIA A SCUOLA
I genitori delle scuole fanno ogni giorno la spesa, cucinano e portano il pranzo a scuola. In questo modo si risolve il problema della mensa, i pasti sono sani e buoni, i costi si riducono, si integra il reddito di qualche famiglia e, soprattutto, si crea una maggiore coesione sociale. Una lettera solleva il problema mense con una proposta comunitaria per risolverlo. “Il tempo della passività rispetto alle istituzioni che devono dare risposte e noi qui ad attendere – si legge nella lettera – è terminato” LA LETTERA COMPLETA
FRAMMENTI DI UNA SCUOLA DIVERSA
Siamo andati a vedere la prima di un film di un maestro e dei suoi venti studenti. Il maestro si chiama Franco Lorenzoni e la scuola è quella di Giove, in Umbria. Ci siamo molto emozionati. Elementare – Appunti di un percorso educativo non è un film sulla scuola, nè un vademecum per gli insegnanti, nè un documentario di denuncia. È molto di più, un collage di frammenti di registrazioni fatte nel corso delle attività scolastiche e durate cinque anni. Ogni bambino dovrebbe avere la possibilità di vivere la realtà della piccola scuola di Giove: stare seduto per terra, dare il proprio giudizio su un fatto accaduto, cercare i fossili infilando le mani nel fango… Esperienze eleme ntari, appunto L’ARTICOLO COMPLETO DI MARZIA CORONATI
ELOGIO DEL TEMPO GIARDINO
Bambini stanchi, pallidi, spesso con una repulsione per la scuola, oppure agitati, incontenibili, con una gran voglia di correre, ma soprattutto… con carenza di vitamina D. Insomma stanno poco all’aria aperta. Paranoie (la “sicurezza”) e burocrazie spesso impediscono di fare le ricreazioni (figuriamoci le lezioni) nei giardini e nei cortili. I tagli imposti dai vari governi hanno annullato le compresenze e non permettono alle insegnanti uscite sul territorio ad esplorare la natura o il cambio delle stagioni. Le visite d’istruzione sono organizzate principalmente in luoghi chiusi, anche quelle sui temi ambientali. Sì, è ora di cambiare, possiamo farlo L’ARTICOLO COMPLETO DI VALENTINA GUASTINI
METTIAMO IN COMUNE LE OLIVE
La Valle dei Casali, emblema dell’agro-romano, è una “riserva riservata” ai privati: 466 ettari in cui non esiste nessun accesso per la popolazione locale. Quelli di Terra Rivolta dicono che ora c’è il concreto timore che gli immobili e i terreni della Valle siano venduti. Per questo, il 2 novembre si ribellano facendo una raccolta di olive: una giornata conviviale per ragionare di produzione e distribuzione dell’olio e dei motivi che hanno portato al dimezzamento dei raccolti (meno 30 per cento in Italia nell’ultimo anno), per immaginare e praticare una gestione diversa del territorio. L’obiettivo resta proporre la Custodia sociale e il recupero della Valle dei Casali alla sua vocazione di terra agricola e riserva naturale amministrata dalla comunità locale secondo la logica della gestione dei beni comuni: “proprietà comunitaria del terreno, invendibile e indivisibile, amministrata dalle persone che vivono il territorio. Né Stato né Mercato quindi, ma Comune” L’ARTICOLO COMPLETO
AVETE GIÀ COMPRATO LO YOGURT?
La cooperativa sociale Barikamà produce yogurt bio nell’alto Lazio. Barikamà in lingua bambarà significa “resistenti”: resistenti come i sei protagonisti di questo progetto. Erano a Rosarno a lavorare nei campi in quel gennaio del 2010, quando una manifestazione sfociò in un linciaggio ai danni dei braccianti migranti. Come altri, raccoglievano arance: per un’ora di lavoro in nero e in codizioni disumane, prendevano 3 euro. Dopo quelle giornate, hanno raggiunto Roma e si sono lanciati nella produzione di yogurt di alta qualità. Nel giro di poco tempo il loro prodotto, distribuito attraverso mercatini e Gas, è diventato sempre più richiesto. Oggi la cooperativa ha vinto un ban do della Regione Lazio per comprare attrezzature utili all’attività (biciclette, carrelli, frigoriferi professionali, scatole termiche) e hanno una proposta da fare: LEGGI LA PROPOSTA
L’ORO DI EVA
Molti anziani hanno messo in comune i propri saperi sulla coltivazione e la raccolta dello zafferano, raccontano a Eva, l’ecovillaggio di Pescomaggiore (Aq) nato dopo il terremoto del 2009. Eva è prima di tutto un modo di ricreare una comunità, tra case di paglia autocostruite, il recupero della coltivazione del farro, dello zafferano e della patata turchesa (varietà locale a rischio estinzione), iniziative ecologiche e sociali ARTICOLO E FOTO
IL BIOLOGICO NON È SEMPRE GENUINO
Secondo i dati del ministero dell’Agricoltura gli operatori del biologico in Italia sono in costante aumento, ma questa non è per forza una buona notizia. L’ingresso dei prodotti provenienti da agricoltura biologica nel sistema di vendita su grande scala ha schiacciato i piccoli produttori, favorito l’importazione, ridotto i criteri di qualità ARTICOLO E RADIOTRASMISSIONE
LA POLITICA HA MOLTO DA IMPARARE
C’è una Scuola di Altra Amministrazione che da alcuni anni mette insieme cittadini e amministratori locali, per mettere in comune buone pratiche controcorrente promosse e sperimentate in città grandi e piccole. Storie concrete, partecipate, virtuose come il piano regolatore a crescita zero di Cassinetta di Lugagnano, il bilancio partecipativo di Capannori, il ricicilo e riuso del comune più riciclone d’Italia, Ponte nelle Alpi. La Scuola è un viaggio che tocca varie tappe e luoghi, ospite di comuni, associazioni, cooperative e comitati: l’obiettivo è trasferire conoscenza, non far cadere dall’alto una lezioncina stile convegno L’ARTICOLO COMPLETO DI MARCO BOSCHINI
UN ELENCO DEGLI ECOVILLAGGI
Spazi nei quali mettere insieme idee e pratiche per sperimentare cambiamenti profondi, ecologici e sociali. Quello degli ecovillaggi resta un universo complesso che interessa sempre più persone
LA CASA DELLA PAESOLOGIA
A Trevico (Avellino) sono state aperte porte e finestre della Casa della paesologia. L’iniziativa è dell’associazione Comunità provvisorie e coinvolge persone e associazioni di tutte le regioni per accompagnare gruppi e amministratori locali che “vogliono sperimentare qualcosa di nuovo e di coraggioso” sui territori. A proposito di paesologia, scrive Franco Arminio: «La modernità finisce ogni giorno e ogni giorno prolunga la sua esistenza con una magia collettiva che occulta ciò che è in piena evidenza …. La paesologia denuncia l’imbroglio della modernità». «Navighiamo in un mare di merci. In uno scenario del genere una politica possibile è la poesia …. La modernit&agrav e; è una baracca da smontare. Quello che conta è costruire non la crescita, non lo sviluppo, costruire il senso di stare da qualche parte nel tempo che passa, un senso intimamente politico e poetico» L’ARTICOLO COMPLETO DI FRANCO ARMINIO
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