“Blocca lo Sblocca Italia”

12 associazioni considerano il testo del decreto inaccettabile nei suoi contenuti per gli effetti devastanti che si prospettano per il territorio, per l’economia stessa del Paese e per i suoi profili di illegittimità costituzionale.


Forum Italiano dei Movimenti
per la Terra e il Paesaggio

 23/10/2014

 

 


 

 

Unanimi, le 12 associazioni
riunite a Roma da Italia Nostra – CTS – ENPA – FAI – Greenpeace – Legambiente – LIPU – Mountain Wilderness – Pro Natura – Salviamo il Paesaggio – Touring Club Italiano – WWF – per l’esame dello “Sblocca Italia”, chiedono al Parlamento che NON converta in legge il decreto.
 

Le associazioni considerano il testo del decreto inaccettabile nei suoi contenuti per gli effetti devastanti che si prospettano per il territorio, per l’economia stessa del Paese e per i suoi profili di illegittimità costituzionale. Una formulazione che continua a vedere nella cementificazione, nello sviluppo infrastrutturale e nello sfruttamento delle risorse ambientali il solo motore di sviluppo della nazione.

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“Il suolo è finito”

Sabato 25 Ottobre h. 18:00 Sala Azzurra

Il territorio – e in particolare la sua parte fertile – è una risorsa non rinnovabile. In Italia una superficie di quasi 22mila chilometri è compromessa per sempre, ma nonostante questo si continua a costruire – quartieri residenziali e centri commerciali, infrastrutture e poli logistici – e a distruggere – le montagne e gli alvei dei fiumi, da cui si cavano inerti-. È tempo di dire basta.

Modera: Luca Martinelli, giornalista Altreconomia

Con:

Michele Munafò, ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale 

Pia Bucella, Direzione Generale Ambiente, Commissione europea

Andrea Chemello, Sindaco di Tronzano Vercellese

Francesca Rocchi, vicepresidente di Slow Food Italia

Stefano Salvi, Forum Salviamo il Paesaggio

 

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Nell’ebbrezza di deregulation che aleggia a Palazzo Chigi, l’interesse delle imprese prende il sopravvento su tutto il resto. Eppure, secondo la Corte Costituzionale la tutela del paesaggio è un «valore primario e assoluto», e pertanto non può essere «subordinata ad altri valori, ivi compresi quelli economici».

Questa è, del resto, la ratio che ispira il decreto Sblocca-Italia. Non più regole, ma sfrenata cessione del territorio alle imprese; non più istituzioni, ma negoziati in penombra fra poteri politici ed economici. Non più cittadini, ma clienti o spettatori. (Articolo di S. Settis) 

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Genova, non chiamatela bomba d’acqua

Non siamo di fronte ad eventi eccezionali, né, tantomeno, a “calamità naturali”. Siamo di fronte ad un caso “di scuola” della distruzione di un sistema idrogeologico naturale manomesso e devastato dall’uomo nei decenni. Perché la nostra bella Italia è sempre più sfigurata dal cemento+asfalto e quindi resa in tal modo fragilissima. 

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Il Decreto punta ad intensificare le attività petrolifere in area ad alto rischio sismico ed idrogeologico, come la Basilicata e l’Abruzzo, e a rilanciare le attività petrolifere addirittura nel Golfo di Napoli e in quello di Sorrento tra Capri, Ischia ed Amalfi. Si arriva al paradosso che le produzioni agricole di qualità, il nostro paesaggio e i tanti impianti e lavorazioni che non provocano inquinamento, non sono attività strategiche a norma di legge. Lo sono, invece, i pozzi e l’economia del petrolio che, oltre a costituire fonti di profitto per poche multinazionali, sono causa dei cambiamenti climatici e di un pesante inquinamento.

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Dal Comune di Agrate Brianza (MB) il primo atto ufficiale di contrarietà alla norma che mette a rischio i boschi lombardi mentre le associazioni continuano a esprimere la loro preoccupazione. Questi i primi passi di una protesta che punta a coinvolgere amministrazioni locali e rappresentati politici a tutti i livelli.

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(di Sauro Turroni) La banda delle Multiutility e degli inceneritori ha colpito ancora, secondo il volere di Renzi e Berlusconi: Forlì e le città dell’Emilia Romagna diventeranno la pattumiera nella quale si bruceranno i rifiuti d’Italia. La relatrice dello sblocca Italia , Chiara Braga, PD, ha presentato l’emendamento all’art.35 dello sblocca Italia che consente al presidente del consiglio di portare in giro per l’Italia tutti i rifiuti non smaltiti per bruciarli nelle città dotate di inceneritori.

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