Case popolari, ‘non serve il fumo populista ma azioni concrete’

“C’è una montante e pelosa campagna di stampa che prende spunto dall’abusivismo nelle case popolari. Si tratta di una campagna pelosa perché isola un problema dal contesto e impedisce di vedere la vera natura dei problemi”.

 

COMUNICATO STAMPA 3 NOVEMBRE 2014

OCCUPAZIONI E CASE POPOLARI: LA CARENZA DI ALLOGGI SOCIALI E’ LA CAUSA DELLA GUERRA TRA POVERI. IL VERO SCANDALO SONO LE CASE POPOLARI VUOTE E L’INERZIA CONTRO I VERI POTERI CRIMINALI.

Dichiarazione di Walter De Cesaris – segretario nazionale Unione Inquilini.

“Il dito indica la luna ma lo stolto guarda il dito.

C’è una montante e pelosa campagna di stampa che prende spunto dall’abusivismo nelle case popolari. Si tratta di una campagna pelosa perché isola un problema dal contesto e impedisce di vedere la vera natura dei problemi. In Italia ci sono 700 mila famiglie che avrebbero diritto a una casa popolare, hanno fatto regolarmente domanda e i comuni ne hanno certificato il diritto.

Queste persone rimangono prive di una risposta perché i comuni non possono fornirla per carenza di abitazioni da offrire. La sofferenza abitativa complessiva è valutabile in circa 2 milioni di nuclei (sfrattati, senza casa, coabitanti, persone in difficoltà a pagare l’affitto). Gli sfratti per morosità crescono anno dopo anno e sono oggi il doppio di quelli di soli 5 anni fa. E’ questo il brodo di cultura dell’abusivismo diffuso e della guerra tra poveri nel comparto delle case popolari. Se non si affronta il problema della carenza degli alloggi asociali in Italia a monte, infatti, non si risolverà mai quello dell’abusivismo diffuso a valle.

Governo, Regioni e comuni rispondano dei 40 mila alloggi popolari oggi non assegnati e che potrebbero essere recuperati con un modesto intervento economico. Perché sono lasciati al degrado e al deperimento e sono vuoti quando fuori c’è una sofferenza sociale che grida aiuto?

Si parla molto di Milano ma a Milano a fronte di 23.000 famiglie in graduatoria ci sono 8.000 case popolari (aler e comune) chiuse, lastrate, lasciate nel degrado dopo che il comune al momento dello sgombero le ha fatte distruggere per non farle occupare nuovamente. La domanda è perché distruggerle e non assegnarle contestualmente allo sgombero? Se si voleva combattere le occupazioni quelle case non dovevano e non devono restare vuote. Il problema va risolto a monte e non a valle e su questo pretendiamo risposte dai Comuni, dalle Regioni e dagli enti gestori di case popolari non scorciatoie populistiche.

C’è un problema, che in determinate aree del Paese, è ormai insopportabile ed è la penetrazione dei poteri criminali nelle case popolari e il controllo sul territorio. Ne sappiamo qualcosa sulla nostra pelle. Le nostre sedi, per esempio a Napoli, sono avamposti democratici contro quei poteri e hanno subito ritorsioni e attentati. Servono i controlli e il contrasto, anche rompendo inerzie negli organi di gestione. Serve però soprattutto una nuova politica sociale della casa. Il resto è solo chiacchiere e propaganda. Proprio in questi giorni l’Unione Inquilini ha lanciato una vasta mobilitazione contro il decreto attuativo dell’articolo 3 della legge 80 del 2014, Questo decreto sul quale la Conferenza Unificata ha sancito l’Intesa lo scorso 16 ottobre 2014, prevede che le case popolari di Ater, Aler,Iacp e Comuni siano vendute all’asta e che all’assegnatario sia lasciata la sola prelazione sul prezzo di aggiudicazione dell’asta a privati. Non vorremmo che il fumo alzato in questi giorni serva per coprire piani di vendita di alloggi in degrado e di quelli occupati abusivamente per procedere a venderli all’asta depauperando ulteriormente il patrimonio pubblico in Italia e buttando nel gorgo della precarietà il milione di famiglie assegnatarie di case popolari”

 

Unione Inquilini – Segreteria Nazionale
Via Cavour 101, Int. 4 – 00184 Roma – Tel. 0647.45.711 – Fax 06488.23.74
e mail: unioneinquilini@libero.it – sito internet: www.unioneinquilini.it

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