“La cultura indigena ci insegna a vedere le trasformazioni sociali in una maniera differente, per cui ciò che cambia il mondo non è tanto la lotta, ma la creatività umana – dice Raúl Zibechi”
NEWSLETTER DI COMUNE-INFO
TAVERNA COMUNALE
Per una volta, invece di cucinare articoli e interviste, abbiamo aperto una Taverna Comunale: la Prima è andata in scena a Scup. Gran bella serata. Vorremmo che di tanto in tanto, una volta al mese o giù di lì, in luoghi diversi di Roma (per ora), le cene e i pranzi della Taverna ci aiutassero a cum-vivere in allegria intorno a una tavola con chi ci legge. Sarebbe anche un’occasione per fornire insieme, in un’insolita associazione di avventori e cucinieri, un modesto sostegno alla nostra fragile avventura di comunicazione indipendente. Dalle cucine del Cinema Palazzo e del Laboratorio sociale 100celle arriva già un profumo di cibo buono e di convivialità…. Chi altri? PER PROMUOVERE INSIEME UNA TAVERNA COMUNALE SCRIVETE A info@comune-info.net INTANTO BUONA LETTURA
CREARE UN MONDO NUOVO
“La cultura indigena ci insegna a vedere le trasformazioni sociali in una maniera differente, per cui ciò che cambia il mondo non è tanto la lotta, ma la creatività umana – dice Raúl Zibechi – O meglio, la lotta serve per cambiare il mondo, la creatività per crearne un altro, e questo è femminile, pachamamico. Mi spiego meglio: non è che la lotta non serva, abbiamo bisogno di difenderci dalle aggressioni, recuperare la terra da coloro che l’han rubata, o la fabbrica. Lì certamente è necessaria una lotta. Tuttavia non sarà questa a inventare un nuovo mondo. Il mondo nuovo, si costruisce lentamente e ci costringe a vedere un po’ più in l&agrav e; del giorno di domani. Come nella lotta contro il patriarcato: non si tratta di prendere il potere, né di rivendicare una legge, ma di fare un lavoro costante su qualcosa che ci attraversa tutti, profondamente” L’INTERVISTA COMPLETA A RAÚL ZIBECHI
GLI IMMOBILI VUOTI: TESORI DA UTILIZZARE
In Italia ci sono sei milioni di immobili inutilizzati: case, negozi, ex fabbriche, ex scuole, ex caserme, ospedali non compiuti, ex case cantoniere, stazioni, ex hotel ed ex centri commerciali, ex cascine, ex malghe, ex masserie, chiese e conventi. Addirittura ex paesi interi. Ma non abbiamo solo “roba vecchia”: esistono anche edifici appena costruiti. Cemento gettato sulla terra per coltivare rendita fondiaria. Cosa ne facciamo di questo enorme patrimonio? Poco o nulla. E se trasformassimo quei luoghi in spazi sociali, culturali, per il co-working? L’ARTICOLO COMPLETO DI DOMENICO FINIGUERRA
IL TEMPO E IL LAVORO
È necessario cambiare rotta, ridefinire il rapporto tra persona e lavoro, tra persona che lavora e tempo di lavoro. Ridurre l’orario di lavoro e redistribuirlo sono due esigenze che non possiamo più ignorare L’ARTICOLO COMPLETO DI STEFANO FASSINA
► DALLA PRECARIETÀ ALLA CONVIVIALITÀ Gustavo Esteva e Irene Ragazzini
► SMETTIAMOLA DI PREOCCUPARCI DEL LAVORO Francesco Gesualdi
► IL RIFIUTO CREATIVO DELL’IDEOLOGIA DEL LAVORO Chris Carlsson
► NON È IL LAVORO CHE LIBERA LE DONNE Silvia Federici
NARRAZIONI DI FRATERNITÀ
C’è bisogno di allargare il letto del fiume dell’economia per arginare le sue forze catastrofiche. La civiltà capitalista in cui viviamo ha una sua etica, basata sull’ego, sull’utile, sulla soddisfazione momentanea, sulla competizione, sullo scontro frontale fra i singoli individui. Corriamo sempre di più per ridurre lo spreco di tempo, che è denaro: lavoriamo gran parte della nostra vita per guadagnare dei soldi che dobbiamo poi spendere per mantenere in vita il «sogno» – ormai divenuto incubo – della crescita infinita. C’è bisogno di elaborare narrazioni di fraternità e di condivisione reciproca dell’essere lontane dall’ideologia tecnologica, che rappresenta solo il col po di coda di un percorso di dominio cominciato in Grecia 2.500 anni fa. C’è bisogno di popolare l’immaginario di nuove idee, di speranze, di condivisioni, di relazioni comunitarie e non mercantili L’ARTICOLO COMPLETO DI ALESSANDRO PERTOSA
► VIE DI FUGA Paolo Cacciari
► UN CAMBIAMENTO RADICALE Serge Latouche
LA PRIMAVERA ARABA SI CHIUDE DOV’ERA NATA
L’elezione di Beji Caid Essebsi, ministro torturatore con Bourghiba e presidente del parlamento di Ben Alì, segna il ritorno al “prestigio dello Stato” e chiude simbolicamente, là dov’era nato, il ciclo della cosiddetta Primavera araba. La vittoria dell’anziano controrivoluzionario consegna tutto il potere tunisino nelle mani del suo partito. Ennahda è alle corde e il parlamento rischia di essere privo di una vera opposizione. Contrariamente al partito moderato di orientamento islamista, che almeno nominava la Rivoluzione sebbene solo per tradirla o per dimenticarla, il nuovo potere non fa discendere la propria legittimità dal movimento popolare del 201 1. Affonda le sue radici nell’era di Bourguiba e nell’autoritarismo paternalista, un tratto indispensabile a ristabilire ordine e sicurezza per ridare alla Tunisia la reputazione internazionale gradita ai potenti del mondo L’ARTICOLO COMPLETO DI SANTIAGO ALBA RICO
► A TUNISI LA DEMOCRAZIA RISCHIA DI SOFFOCARE Patrizia Mancini
► L’ADESIONE DELLA REDAZIONE DI TUNISIA IN RED A RIBELLARSI FACENDO
AMBULATORI SOCIALI AUTOGESTITI
Di fronte a un nuovo pagamento imposto per ogni visita medica e nel contesto di una recessione terribile, in diverse città della Grecia la gente ha cominciato a riunirsi in assemblee e ha deciso di usare, per sopravvivere, l’auto-organizzazione. Ci sono oggi almeno 50 ambulatori decisamente auto-organizzati, chiamati Cliniche Solidali. Questi luoghi sembrano resistere con il tempo e stanno creando una nuova visione – basata sulla pratica – dell’assistenza sanitaria e della salute. Sono organizzati da professionisti della medicina, da pazienti e dalle comunità territoriali. La maggior parte utilizza forme orizzontali di organizzazione, tiene assemblee regolari cui tutti possono pa rtecipare e cerca di abbattere la divisione tra medici e pazienti L’ARTICOLO COMPLETO
2015. UN ANNO CRITICO E TURBOLENTO
Perché gli Stati Uniti hanno deciso di rompere l’isolamento in cui avevano posto Cuba? C’è un cambiamento strategico rilevante nella loro politica estera? Tutto lascia credere che il 2015 sarà un anno difficile per l’America latina e per il mondo intero: le tendenze verso la guerra, la destabilizzazione e il caos sistemico cresceranno probabilmente in modo esponenziale. Questo danneggerà i governi conservatori e quelli progressisti, tra i quali ci sono sempre meno differenze. Ai movimenti de los de abajo, e a noi che continuiamo a essere impegnati nell’accompagnarli, tocca imparare a vivere e a resistere dentro scenari di acute tempeste. È l& igrave; che si forgiano i veri naviganti L’ARTICOLO COMPLETO DI RAÚL ZIBECHI
2014. PARLANDO DI RIBELLIONE
Mondi diversi già esistono. Abbiamo provato a raccontarli. E con l’aiuto di tanti e tante proveremo a farlo nei prossimi mesi. Ecco venticique articoli scelti tra quelli pubblicati nel corso dell’anno. Sguardi dal basso L’ELENCO COMPLETO DEGLI ARTICOLI
MAFIA CAPITALE, RICOMINCIAMO DA QUI
Sei proposte: un gruppo di realtà romane dell’economia sociale e solidale e diverse reti e movimenti scrivono alla città e alle istituzioni a proposito di Mafia Capitale, inchiesta che coinvolge la Cooperativa sociale 29 giugno presente, tra le altre cose, all’interno della Città dell’altra economia L’APPELLO COMPLETO
GLI AVANZI
Benvenuti giorni degli avanzi. Gli avanzi restano quando tutto si spegne. Portano la festa perduta nei giorni feriali. Sono un’arte antica che insegna a custodire, conservare resti, semi e segni profondi. Per tenerli con sé nei giorni futuri. Insegnano gli avanzi a far avanzare qualcosa di noi. A preparare quantità eccedente di gesti e poesia per ospiti di passaggio. Da poter offrire nella gratuità L’ARTICOLO COMPLETO DI ROSARIA GASPARRO
COME SI SCRIVE SCUOLA? INSIEME
La scuola non è una succursale del mercato del lavoro, ma uno spazio dove costruire prima di tutto cittadinanza attiva. La scuola è di chi la vive ogni giorno, come ricorda la Legge di Iniziativa Popolare (Lip) nata grazie a migliaia di insegnanti, studenti, cittadini. Ora la Lip cerca una grammatica più completa, approfondita, attuale e partecipata. Ecco come migliorarla insieme. No, non esiste solo il delirio della Buona scuola del governo L’ARTICOLO COMPLETO
CAPIRE E COPIARE
“Qualche giorno fa abbiamo fatto il compito scritto in quarta. Tema: le migrazioni. Una ragazza alla domanda sul concetto di doppia etnicità risponde come segue: “…è quando si appartiene a un gruppo che condivide uno spazio geografico di provenienza, una comune discendenza, una cultura condivisa, siano essi reali o socialmente costruiti”. Poiché non si tratta propriamente del linguaggio comune dei miei studenti, mi insospettisco, ed inserisco il testo in Google…. Ecco cosa ho scoperto ….” L’ARTICOLO COMPLETO DI ANTONIO VIGILANTE
DAI BAMBINI C’È SEMPRE DA IMPARARE
“Mi ricordo perfettamente i tuoi occhi e la tua voce silenziosa. Il tuo sorriso appena accennato, e quell’aria timida e riservata. Mi guardavi attentamente. In silenzio. Non eri un bambino comune. Introverso, timido e riservato. ‘Se non hai voglia di parlarmi, disegnamelo quello che hai dentro’: fu così che un po’ per volta iniziasti a riempirmi la cattedra di disegni. Non so spiegarti la mia gioia perché a distanza di tanti anni, caro Niki, ti confesso che io avevo molta più paura di te. Il mio primo incarico annuale da insegnante…. Io speravo tanto di poter rendere il tuo cielo sempre più sereno, le tue giornate colorate ed il tuo volto illuminato. Speravo di continuare a vederti correre nel prato della scuola con quell’incredibile e insolito entusiasmo che ti conduceva alla ricerca delle più belle margherite che volevi a tutti i costi regalarmi…. ” L’ARTICOLO COMPLETO DI ROSETTA CAVALLO
SE SULLA VETRINA APPARE IL LOGO NO SLOT
In attesa che cambi la legge. Che chi ci governa smetta di incassare tasse sulla pelle di gente ammalata di gioco d’azzardo. Nel frattempo qualcosa va fatto. Qualcosa, nel frattempo, si può fare. Comunque. A Corchiano, piccola comunità in provincia di Viterbo, hanno deciso di ridurre del 50 per cento la tassa rifiuti per i titolari di attività commerciali e ai gestori di circoli privati che decidono di non istallare o rimuovere terminali destinati al gioco d’azzardo. Chi accetta appone il logo «Locale No Slot» sulla vetrina dell’attività, affinché la scelta sia riconoscibile da tutti e ben visibile L’ARTICOLO COMPLETO DI MARCO BOSCHINI
LA NATURA DELL’ORRORE CHE VIVE IL MESSICO
Stiamo in un momento di estremo pericolo ma si sono aperte anche grandi opportunità, scrive Gustavo Esteva. Gli avvenimenti e i comportamenti sono sfuggiti al controllo. I potenti esercitano ancora un’immensa capacità distruttiva ma non possono più fare quello che vogliono. L’orrore attuale, che in Messico arriva all’estremo, è una condensazione combinata, brutale e atroce, delle quattro forme di violenza che hanno storicamente definito la costruzione del capitalismo: la violenza dell’espropriazione e della separazione della gente dalle sue terre; quella della trasformazione delle persone in manodopera; quella dello sfruttamento lavor ativo stesso e la violenza della repressione. Il terrore che accompagna queste violenze è indispensabile tanto per la spoliazione come per la criminalizzazione ma si usa anche per provocare l’oblio, la negazione. È necessaria una immensa forza repressiva perché la gente dimentichi un passato che può tornare. In fondo, una videoconferenza (in spagnolo) di straordinario interesse: come passare dall’educazione alternativa alle alternative all’educazione L’ARTICOLO COMPLETO DI GUSTAVO ESTEVA
UNA “SPUNTATINA” AL SESSIMO, GRAZIE
«Ho chiesto ad alcune amiche cosa avrebbero voluto per il loro diciassettesimo compleanno. Una ha detto che vorrebbe farsi “spuntare” le grandi labbra perché le trova “anormali”. Un’altra ha esclamato che voleva un lavoretto alle tette. L’ultima ha detto che vorrebbe cambiarsi la faccia. Quello che mi più mi ha sconvolta delle loro risposte è che queste ragazze erano disposte ad andare agli estremi pur di cambiare i loro corpi, per gli uomini. Le biasimo? No. Sono cresciute in una società in cui fin da quando siamo piccolissime ci dicono che trovare il “Principe Azzurro” è di grandissima importanza, in una societ& agrave; dove sono state bombardate con standard impossibili di bellezza, una società dove come sappiamo bambine di 5 anni si preoccupano del loro peso…» L’ARTICOLO COMPLETO DI JUNE ERIC-UDORIE
FONDI PER I ROM? SE LI TENGA LA UE
In seguito alle solite denunce le forze dell’ordine tagliano luce e acqua a un campo Rom di Scampia, dove in condizioni disperate risiedono centinaia di persone, tra le quali anche 200 bambini. Intanto, il degrado e le pulsioni razziste aumentano mentre la procura indaga sul perché non siano stati utilizzati fondi europei per 7 milioni di euro destinati a migliorare le condizioni di vita e l’inserimento sociale della popolazione Rom in Campania L’ARTICOLO COMPLETO DI CRONACHE ORDINARIO RAZZISMO
LE BICI VOGLIONO RIPRENDERSI MILANO
I milanesi usano sempre più spesso la bici per andare al lavoro e scelgono il bike sharing. Secondo il censimento di Fiab-Ciclobby, i 34.100 passaggi nella cerchia dei Navigli si concentrano al mattino, dalle 8,30 alle 9,30. Il 13 per cento usa il bike sharing. In una delle strade più trafficate, corso Buenos Aires, le biciclette sono ormai il 15 per cento dei veicoli circolanti. La ribellione al dominio delle auto è in corso LA NOTIZIA COMPLETA DI REDATTORE SOCIALE
COME POTREBBE ESSER SENZA AUTO
L’ARCHEOLOGO DEI GIOCATTOLI
Roberto è un mastro giocattolaio. Non vende giocattoli, ma li costruisce, li studia, li ricerca e li condivide. “I giocattoli sono un bene comune, come le fiabe, non possono essere venduti – dice -, appartengono a tutti”. Fischietti, trottole, fucili, flipper, cerbottane, palle e palline, nel laboratorio di Roberto c’è ogni cosa, tutto realizzato con materiali di recupero e di scarto. Roberto non ha mai smesso di giocare ARTICOLO E RADIOTRASMISSIONE
ARTE E POLITICA, SLOW FUTURE
Jota Castro è un’autentica rivelazione. Peruviano di nascita ma francese d’azione, e tuttavia giramondo, è un artista e curatore di fama internazionale. Ha dedicato la sua più recente curatela – al museo d’arte contemporanea di Varsavia – alla decrescita. Lui lo chiama Slow Future e dà una fortissima impronta politica alla sua opera, che poi coincide e quindi è frutto della sua visione del mondo e delle cose. L’arte può essere davvero una via di fuga dal pensiero unico L’ARTICOLO COMPLETO DI LORENZO GUADAGNUCCI
NATALE IN TRINCEA. LA TREGUA CHE VENNE DAL BASSO
24 dicembre 1914, è la tregua di Natale voluta dai soldati in varie zone del fronte occidentale senza alcuna organizzazione né autorizzazione dei governi. Auguri e canzoni volano da una trincea all’altra, singoli soldati attraversano le linee per portare doni nella terra di nessuno alle schiere del nemico. La stampa censura per giorni il racconto dei fatti fino al 31 dicembre, quando The New York Times (gli Usa sono fino a quel momento neutrali) rompe gli indugi. Le prime fotografie escono in Inghilterra solo l’8 gennaio L’ARTICOLO COMPLETO DI FABRIZIO MELODIA
ZAMPILLI DI MUTUA SOLIDARIETÀ
Il film Pride (foto)? Un episodio di solidarietà tra minatori del Galles – oppressi e sterminati da Margaret Thatcher, arresisi dopo quasi un anno di scioperi ad oltranza – e un gruppo di gay e lesbiche londinesi, emarginati e ridotti a pervertiti dalla cultura puritana inglese. Bellissima storia, davvero commovente e sentita, divertente e tragica. E, nonostante le tristezze di quel tempo, una storia di vera, reciproca solidarietà. Intanto in una università del sud alcuni studenti autoorganizzano due borse di studio destinate ad “aventi diritto non beneficiari”, ricavate dai fondi che due associazioni studentesche hanno raccattato vendendo gadget, magliette e facendo sottoscrizioni. Detto in soldoni: gli studenti si fanno le borse di studio da soli, solidarizzando con chi ne avrebbe diritto, ma non le può ricevere di fatto, perchè lo Stato non dà i soldi perchè questo avvenga L’ARTICOLO COMPLETO DI ENRICO EULI
OBIETTORI DEL PIL
Pescomaggiore, Valle Maira, Cagliari, Torino: quattro storie di decrescita LA NOTIZIA COMPLETA
DAL KARKADÈ, IL BAGAMOYO WINE
A Bagamoyo, località tanzaniana sull’Oceano Indiano il cui nome significa «deponi il tuo cuore», per ricordare gli schiavi che da lì partivano verso i paesi arabi fino alla fine del XIX secolo, una donna, Teddy Davis, compie la sua lotta quotidiana per l’emancipazione: ha avviato un’attività agroalimentare. I suoi prodotti sono una miscela di fiori, creatività e impegno sociale L’ARTICOLO COMPLETO DELLA RIVISTA MISSIONARIA
PER FAVORE! NON USIAMO LA CANDEGGINA!
Ecco le alternative: passaparola LA NOTIZIA COMPLETA
LA COOPERATIVA DI PAESE
“Allora non sapevano, quelli della Pro loco di Succiso (Reggio Emilia), di avere inventato «la cooperativa di paese», o «cooperativa di comunità», come vengono chiamate adesso queste realtà. «Forse somigliamo – dice Dario – ai kibbutz, perché anche qui l’associazione è volontaria e la proprietà è comune. Di certo, dopo più di vent’ anni, possiamo dire di avere fatto una cosa importante: abbiamo salvato il paese». Trentatré soci, sette dipendenti fissi e altri stagionali. «Stipendi sui 1.000 euro al mese…. Noi siamo partiti dall’ ex scuola elementare, che era stata chiusa perché aveva solo 8 bambini. Qui a bbiamo costruito la bottega di alimentari, il grande bar, una sala convegni che in inverno diventa la piazza del paese, un agriturismo con 20 posti letto e un ristorante…. ” L’ARTICOLO COMPLETO
L’UNIVERSITÀ DELLA TERRA
A Oaxaca, la capitale dello Stato più meridionale del Messico, Gustavo Esteva e Sergio Beltrán hanno fondato un’università piuttosto bizzarra. Nella Universidad de la Tierra non ci sono insegnanti né esami, non ci sono programmi da rispettare né libri definiti da leggere. I ragazzi non rivendicano il diritto di studio ma esercitano la libertà di studiare. A Unitierra la conoscenza e la vita di ogni giorno non sono due mondi separati e si prova ad andare oltre l’educazione e il suo rito di iniziazione alla società dello sviluppo. Il sapere ha più valore se non viene certificato ma è una libera relazione con il mondo e con gli altri. La costruzione dell’ autonomia, per la straordinaria esperienza che ci raccontano due giovani italiani che la stanno vivendo, è un cammino da percorrere. Per questo Unitierra non è un progetto con un piano prestabilito e degli obiettivi ma un processo di liberazione L’ARTICOLO COMPLETO DI CLAUDIO ORRÙ E IRENE RAGAZZINI
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