Cremona, sabato 24 gennaio manifestazione antifascista

“Emilio, un compagno di tante lotte e tante battaglie, è in ospedale in coma farmacologico con una emorragia cerebrale estesa a causa di un assalto squadrista al centro sociale Dordoni di Cremona”.



Sabato 24 gennaio: MANIFESTAZIONE NAZIONALE ANTIFASCISTA a Cremona!

A seguire l’Appello

Emilio, un compagno di tante lotte e tante battaglie, è in ospedale in coma farmacologico con una emorragia cerebrale estesa a causa di un assalto squadrista al centro sociale Dordoni di Cremona.

L’attacco premeditato e scientificamente organizzato dai fascisti di CasaPound cremonesi, in combutta con altri militanti di estrema destra provenienti da fuori città, ha trovato una risposta determinata da parte dei compagni presenti nel centro sociale, ma purtroppo Emilio è stato colpito alla testa da diverse sprangate.

I fascisti si sono accaniti sopra ad Emilio fino a quando è stato portato in sicurezza all’interno del centro sociale; è stata, tuttavia, immediatamente chiara la gravità del suo stato di salute.

Infame è stato il comportamento della polizia che ha semplicemente identificato gli assaltatori e successivamente, per permettere loro di andarsene indisturbati, ha violentemente caricato il presidio di antifascist* radunatesi sul posto.

Per esprime totale vicinanza e solidarietà con Emilio è stata indetta:

Lunedì 19 gennaio una giornata nazionale di mobilitazione diffusa nei territori

Contro squadristi, polizia e istituzioni conniventi:

SABATO 24 GENNAIO CORTEO NAZIONALE ANTIFASCISTA, determinato, autodifeso e militante con la parola d’ordine: chiudere subito tutte le sedi fasciste!

CONCENTRAMENTO ORE 15.00 davanti al CSA DORDONI (via Mantova 7/A, ex foto Boario, parcheggio dello stadio)

Pagherete caro! Pagherete tutto!

 

#Emilioresisti

 

L’antifascismo non si processa! Lunedì 26 gennaio, presidio a Massa davanti al teatro Guglielmi!

Comunicato dellaSegreteria Federale Toscana del PCARC
e-mail:
federazionetoscana@libero.it


Cremona 24 gennaio 2015 manifestazione antifascista
Sabato 24 gennaio si svolgerà a Cremona una manifestazione in solidarietà con Emilio, il compagno del centro sociale Dordoni, ricoverato in ospedale in gravissime condizioni dopo l’attacco premeditato, avvenuto il 18 gennaio scorso, da parte di circa 60 fascisti armati di spranghe e cinghie.Un’ennesima aggressione fascista coperta dalla polizia (che in questi casi interviene sempre a pestaggio avvenuto) per cui ad oggi non ci sono ancora fermati e indagati. La scena del pestaggio non sarebbe infatti “coperta” da telecamere e gli investigatori al momento non avrebbero, a loro dire, elementi utili, né testimonianze rilevanti.Per tutti coloro che non sono disposti a passare da sprovveduti e che sanno o immaginano come i centri sociali e gli stadi (perché il Dordoni è nei pressi dello stadio Zini) siano costantemente attenzionati dagli apparati di polizia, e come ci siano infiltrati della polizia in ogni manifestazione, questa “zona d’ombra” è solo l’ennesima riprova delle coperture garantite a livello politico e poliziesco ai fascisti di Casapound, Forza Nuova e estremisti di destra in generale. Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza al compagno Emilio e al Centro sociale Dordoni.

Massa 26 gennaio 2015 udienza del processo agli antifascisti e antirazzisti
Al tribunale di Massa il 26 gennaio prossimo si terrà la prima udienza (le due convocate in precedenza sono saltate per mancata notifica a uno degli imputati) del processo che vede alla sbarra cinque compagni (alcuni del nostro Partito) accusati di aver occupato la stazione FS locale in risposta al fermo da parte della polizia di alcuni partecipanti della ronda popolare antifascista promossa dal nostro Partito e dall’Associazione Solidarietà Proletaria la notte del 25 luglio 2009 a Marina di Massa, contro le ronde fasciste SSS di Benedetti (allora consigliere comunale de La Destra). Come i compagni spiegavano in un comunicato che preannunciava l’iniziativa, l’intenzione era quella di rimettere al centro il protagonismo e l’attivismo popolare contro i programmi di fascisti e padroni. “Scendiamo nelle strade per riprenderci in mano i nostri quartieri, per combattere il degrado e l’insicurezza a cui ci costringono i sostenitori di questo sistema sociale. Le ronde SSS di Benedetti avranno la risposta che si meritano e con loro l’amministrazione e le istituzioni che tollerano la presenza di gruppi fascisti attivi nel nostro territorio. Il movimento comunista deve farsi promotore della partecipazione popolare: questo vale per la lotta al fascismo, per il diritto al lavoro e per un’assistenza sanitaria e scolastica gratuita”.
La polizia e i carabinieri, la sera del 25 luglio, intervengono a spalleggiare i fascisti delle SSS e al termine del loro intervento fermano quattro compagni che vengono portati in Questura (due saranno rilasciati dopo 48 ore di fermo, mentre due verranno arrestati e andranno successivamente a processo). Ai fermi e agli arresti i compagni rispondono subito con il presidio davanti alla Questura di Massa, il blocco stradale e quello ferroviario, le assemblee, le conferenze stampa, i comunicati, mentre in contemporanea a Napoli, in solidarietà con gli arrestati di Massa, viene presidiato il Commissariato di polizia del quartiere di Fuorigrotta e occupata la stazione ferroviaria e metropolitana locale.

La ronda popolare antifascista di Massa assume clamore nazionale, contribuendo a porre una pietra tombale sul famigerato decreto Maroni sulla sicurezza, che prevede tra l’altro l’istituzione delle ronde. Le ronde, sponsorizzate dalle autorità come necessarie per la sicurezza dei cittadini, e in realtà strumento di controllo e repressione oltre che di procacciamento di voti e finanziamento del sottobosco di formazioni paramilitari di destra come quelle promosse da Gaetano Saya (fondatore del Nuovo MSI-Destra Nazionale nonché della DSSA, una sorta di polizia parallela e della Guardia nazionale italiana), falliranno così miseramente di lì a poco. La ronda popolare antifascista di Massa ha mostrato nella pratica, a livello nazionale, come uno strumento introdotto dalla classe dominante per fomentare la mobilitazione reazionaria e alimentare la guerra tra poveri può essere usato per promuovere l’autorganizzazione e la mobilitazione popolare.

I compagni oggi imputati (in quanto si sono opposti al decreto immediato di condanna che ingiungeva loro di pagare una multa di 570,00 euro ciascuno in sostituzione di una pena detentiva di 1 mese e 15 gg) il 26 gennaio si ritroveranno in aula per impedire che l’oggetto del dibattimento si riduca al semplice capo d’imputazione, perché in gioco in questo processo c’è ben più che l’interruzione del traffico ferroviario!

Al centro del processo di Massa ci sono gli effetti sulla “sicurezza dei cittadini” dell’agibilità e protezione di cui godono i gruppi e le organizzazioni fasciste e di come a Massa, in Toscana e nel nostro Paese il dettato costituzionale più apertamente violato e calpestato è quello che vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista e punisce l’apologia di fascismo.

Al centro del processo di Massa è la soluzione politica che realmente può garantire dignità alle masse popolari italiane e immigrate del nostro paese.

La prima forma di lotta contro la mobilitazione reazionaria e i fascisti del terzo millennio è sviluppare la mobilitazione rivoluzionaria.

Solo a Massa attualmente sono sotto minaccia di sgombero la sede locale del nostro Partito, che i compagni hanno ristrutturato salvandola dallo stato di incuria e degrado in cui versava, e la Casa Rossa, importante centro di aggregazione giovanile, politico e sociale sul territorio. Massa anche in tal senso è specchio del nostro paese perchè di centri sociali sgomberati o sotto sgombero è piena l’Italia. Sgomberi che spesso e volentieri non sono neppure seguiti dall’effettivo utilizzo degli immobili da parte dei proprietari ufficiali che li reclamerebbero (speculatori, affaristi, ecc), sgomberi che servono solo a riportare il deserto laddove poteva rifiorire la vita.
Immobili lasciati a marcire, mentre la disoccupazione avanza e i senzatetto riempiono le strade e vi muoiono perfino (causa il freddo…naturalmente!).

Nel nostro paese sono esuberi gli immigrati, ma anche milioni di lavoratori, di giovani, di donne e di anziani nati in Italia. Questo è il vero problema. La produzione di beni e servizi è subordinata all’andamento degli affari dei grandi capitalisti e al gioco d’azzardo del mercato finanziario quindi tutto quello che non produce profitti viene “tagliato”, chiuso, smantellato, distrutto… E’ questo che non consente una vita dignitosa neanche per le masse popolari italiane di nascita, è qui la fonte della miseria, della disoccupazione, della disgregazione sociale.

La soluzione non sta nella guerra tra poveri avallata da ogni governo emanazione della Repubblica Pontificia e strombazzata dai suoi servi fascisti, ma nella creazione nel nostro paese di un sistema di relazioni economiche, politiche e sociali adeguato atto a garantire dignità e lavoro alle masse popolari italiane e immigrate tutte. Per questo diciamo che gli organismi operai e popolari devono rafforzarsi e coordinarsi per instaura un governo di emergenza popolare nel nostro paese, come strada concreta per avanzare nella lotta per l’instaurazione del socialismo. Quello che sta avvenendo a Carrara con l’occupazione del Comune, le centinaia di mobilitazioni e iniziative di lotta di operai e studenti in corso nel Paese indicano che questa strada è possibile e che l’avanzata dipende da noi, da ognuno di noi!

Nel territorio di Massa-Carrara c’è un’altra scintilla, che come è stato a suo tempo per la ronda proletaria, può incendiare la prateria. La sala del Comune di Carrara dall’8 novembre scorso ovvero dai giorni immediatamente successivi all’alluvione, è stata occupata da un composito e variegato aggregato di masse popolari, denominatesi Assemblea Permanente (AP), che sulla spinta dell’indignazione ha di fatto esautorato la giunta del sindaco Zubbani cominciando a porsi come centro di riferimento politico alternativo in grado di trovare risposte concrete ai problemi concreti (vedi scioperi alla rovescia promossi per il recupero e la ristrutturazione dei locali alluvionati).
L’Assemblea Permanente è paradigma in piccolo di quelle Nuove autorità popolari in grado di prendere in mano le redini dell’intero paese, costringere le Istituzioni ufficiali a ingoiare una nuova governabilità che attua quelle misure di emergenza per poter far fronte nell’immediato agli effetti più gravi della crisi.
E’ il “rospo”, che la giunta è costretta per il momento a ingoiare, in attesa di tempi migliori per riprendere in mano la situazione, badando bene a far calare nel frattempo una cortina fumogena attorno all’operato dell’AP, perché essa, se sarà alimentata dalla mobilitazione popolare e dalla determinazione a vincere dei suoi promotore otterrà importanti risultati, che avranno ripercussione per tutto il paese. Dimostrerà che solo un governo d’emergenza formato dalle organizzazioni operaie popolari può assicurare a ogni persona un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società: questa è la base dell’ordine pubblico e della sicurezza per le masse popolari.

Invitiamo tutti a partecipare al presidio che si svolgerà lunedì 26 gennaio davanti al Teatro Guglielmi a Massa, a partire dalle ore 09:00.

E’ uscito Resistenza n. 1/2015

Cacciare il governo Renzi-Berlusconi. Costruire un governo di emergenza popolare, i lavoratori organizzati possono farlo
L’imperialismo è l’anticamera del socialismo
Ingovernabilità dall’alto. Perché è possibile far ingoiare alla classe dominante il Governo di Blocco Popolare
Il regime di Controrivoluzione preventiva scricchiola
21 Gennaio 1921/2015 – 94° Anniversario della fondazione del PCI. Il movimento comunista rinasce superando i propri limiti
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RedHack, un esempio di ingovernabilità dal basso
 

Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC)
Via Tanaro, 7 – 20128 Milano – Tel/Fax 02.26306454
e-mail: carc@riseup.net – sito:
www.carc.it

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