“Parigi era una guerra”

“Noi europei viviamo in società nelle quali la gente buona e sensata ha interiorizzato con naturalezza che è più grave uccidere 12 giornalisti bianchi che milioni di musulmani o neri o indigeni o marziani”.

 

NEWSLETTER DI COMUNE


 

1 FEBBARIO, RIAPRIAMO LA TAVERNA COMUNALE. AVETE PRENOTATO?
La Taverna Comunale nasce per mettere in comune cibo buono, qualche idea e tanta convivialità (per ora a Roma) ma anche per dare un modesto sostegno alla fragile avventura di comunicazione indipendente di Comune-info. Domenica 1 l’appuntamento è in un antico e accogliente casale di pietra circondato da alberi secolari e immerso in un’isola verde nella prima periferia, Casale Falchetti: con il Laboratorio sociale autogestito 100celle e Aldo Zanchetta prima parliamo dei libri di una collana dal titolo niente male, Ripensare il mondo, poi tutti a tavola. Per il pranzo viene proposto un contributo di 15 euro a persona: è indispensabile prenotare scrivendo a info@comune-info.net. Grazie
 

Questo l’evento facebook
Questa invece la pagina sul sito
Leggi un capitolo di “Ripensare il mondo con Ivan Illich” (a cusa di Gustavo Esteva)
Leggi un capitolo di “Crisi. La rapina impunita” di Jean Robert
Il racconto della prima (bellissima) Taverna Comunale, ospitata a Scup in dicembre

PARIGI ERA UNA GUERRA
Noi europei viviamo in società nelle quali la gente buona e sensata ha interiorizzato con naturalezza che è più grave uccidere 12 giornalisti bianchi che milioni di musulmani o neri o indigeni o marziani. E che, pertanto, è ragionevole, decente e umano solidarizzare con gli assassinati di Charlie Hebdo, ma non con i musulmani o i negri, gli indigeni o i marziani. È questa assunzione naturale, morale, della “differenza” da parte di gente buona e sensata che – come è accaduto pochi decenni fa con gli ebrei – dovrebbe preoccuparci. Il movimento sionista sfruttò proprio il razzismo della gente buona e sensata per aumentare la pressione sugli ebrei – senza disdegnare l’uso del terrorismo – e fomentare l’emigrazione verso la Palestina. Antisemitismo e sionismo hanno rinchiuso l’ebraismo nella gabbia della “razza”, così come ora succede per l’Islam – tanto nelle metropoli quanto nei paesi di origine – a causa di islamofobia e jihadismo. Gli europei hanno bisogno di sentirsi buoni e la cosa più facile è sentirsi buoni contro qualcun altro. La Francia e l’Europa stanno costruendo questo “altro” da decenni, nei quartieri delle città europee e nelle carceri del mondo arabo. Lo Stato Islamico, dopo la sconfitta delle rivoluzioni arabe, è venuto a dar loro una mano
L’ARTICOLO COMPLETO DI SANTIAGO ALBA RICO
 

NOI SIAMO CHARLIE. MA SIAMO ANCHE I GENITORI DEI TRE ASSASSINI
► LETTERA APERTA AI METICCI DELLA MIA ETÀ
COMINCIAMO DAL RIFIUTO DELLA GUERRA Ascanio Celestini

JE SUIS UN ÊTRE HUMAIN
La costruzione del chi sono, alla luce dei fatti di Parigi, è la sfida pedagogica che più ci interroga. Dovremmo smontare l’orgoglio identitario che produce esclusione e confini. Dovremmo educarci a essere plurali, a dilatare il senso del «noi» come i cerchi nell’acqua: ogni giro un’inclusione in più, progressiva e allargata. Dovremmo sentirci feriti allo stesso modo per quello che accade ovunque, dalla Siria alla Nigeria, dalla Francia all’Iraq, dall’Ucraina al Tibet. La costruzione della nostra “identità” resta un’opera lunga, lenta, aperta, un capolavoro da disperdere. Non siamo le nostre carte d’identità
L’ARTICOLO COMPLETO DI ROSARIA GASPARRO
 

ANCHE LE FORMICHE CAMBIANO IL MONDO
Abbiamo bisogno di un cambiamento epocale perché consumiamo più di quanto il pianeta è in grado di produrre e produciamo rifiuti che, per qualità e quantità, la biosfera non è più in grado di assorbire senza ripercussioni drammatiche. E le relazioni sociali sono sempre più mercificate. Ma c’è una buona notizia: l’elenco di esperimenti per ridurre l’impronta ecologica nati su spinta di movimenti locali, su iniziativa di amministrazioni comunali o di semplici cittadini è lunghissimo. Un mondo diverso già esiste: alcuni provano ad alimentarlo e raccontarlo ogni giorno
L’ARTICOLO COMPLETO DOMENICO FINIGUERRA
 

MENÙ EUROPEI, L’AUSTERITY NEL PIATTO
Insegnanti e genitori romani sono infuriati per il cibo che è stato presentato ai bambini con la scusa del Menù europeo, in occasione del semestre Ue. Un tentativo di tagliare i costi delle mense a spese della salute dei bambini. Cresce la protesta
L’ARTICOLO COMPLETO DI LAURA FANO
 

E ORA IL COMUNE DI ROMA RIVEDE IL MENÙ EUROPEO
Il 21 gennaio il Comune di Roma ha pubblicato un aggiornamento importante sulla questione. Spiega il neo-assessore capitolino alla Scuola, Paolo Masini: “Alle imprese della ristorazione, che ho incontrato oggi, ho chiesto che già dalla prossima uscita in tavola i menù siano affiancati da un primo piatto, per far avvicinare i ragazzi alla novità e tranquillizzare i genitori sulle quantità….” NEI COMMENTI DELL’ARTICOLO IL LINK CON L’AGGIORNAMENTO DELL’ASSESSORE

METTIAMO IN COMUNE MILANO
C’è una Milano che ogni giorno condivide e crea in basso, contro e oltre l’Expo. C’è una Milano ricca di idee e proposte per autogestire spazi abbandonati e per sperimentare una moneta digitale complementare all’euro (l’hanno chiamata moneta del comune, Common Coin). C’è una Milano che non delega il cambiamento e si apre alla città
L’ARTICOLO COMPLETO DEL COLLETTIVO MACAO

LA SVASTICA SUL SOLE
Avete visto la prima puntata dell’adattamento televisivo del libro di Philip K. Dick, in cui in cui i nazisti hanno vinto la seconda guerra mondiale? Straordinario. Le camicie nere controllano le strade di New York, ovunque è un tripudio di svastiche; gli ospedali eliminano e cremano persone con disabilità e malati terminali: le loro ceneri al vento cadono sulle fatalistiche scrollate di spalle degli altri cittadini. La popolazione sembra infatti acquiescente e rassegnata, dopotutto il nazismo ha portato la crescita economica (suona qualche campanello?). Tuttavia c’è sempre qualcuno che resiste e crea un altro mondo ….
L’ARTICOLO COM PLETO DI MARIA G. DI RIENZO
 

QUESTIONE DI CONFINE
La guerra dilaga, dalla Libia alla Siria, dall’Iraq all’Afghanistan, dalla Nigeria al Mali, e l’Europa vi è pienamente coinvolta. Ancora una questione di confini, sostiene l’editoriale di Euronomade firmato da Sandro Mezzadra: vi è guerra ai confini dell’Europa (tanto a Sud quanto a Est), e oggi i confini, anche quando militarizzati e presidiati da muri, sono divenuti incerti, instabili e porosi. La lotta per la reinvenzione dell’Europa come spazio di libertà e uguaglianza non può che essere collegata con la costruzione di un nuovo rapporto dell’Europa con altre aree del mondo, con un nuovo modo di interpretarne politicamente i confini
L’ARTICOLO COMPLETO DI SANDRO MEZZADRA
 

L’AIUOLA DI TOR SAPIENZA
A Tor Sapienza c’è chi non attende l’amministrazione comunale e i media per curare le ferite di un territorio difficile. Ma anche piantare un ulivo e qualche fiore, come hanno provato a fare alcune associazioni insieme a un gruppo di ragazzini (tra cui i bambini Rom del progetto Semi di RappOrti) per ricavare una piazzetta e restituire un po’ di verde, resta un’operazione complicata, tra chi mette le transenne e chi protesta
L’ARTICOLO COMPLETO DI FABIO CICONTE

PERCHÉ TOR SAPIENZA Adriana Goni Mazzitelli

IMPIEGATI? NO, CONTADINI
Autoproduzione, Gas, mutuo aiuto, eco-villaggi, cohousing, permacultura sono alcune parole intorno alle quali sempre più persone ricostruiscono legami sociali e ripensano la propria vita di ogni giorno. Il progetto TribùLab
L’ARTICOLO COMPLETO

LA RADIO VA. LO STUDIO MOBILE DI AMISNET
E pensare che negli anni Venti del secolo scorso la radio era un mobile, rivestito in legno, piuttosto statico. Adesso la metti nello zaino e sali correndo sul diretto Salerno-Parma delle 5 e 45. Solo che in questo caso non sei un ascoltatore, sei quello che la fa, la radio. La musica cambia quando trasmetti dal Ghetto di Rigano Garganico, circondato dai braccianti africani, invece che da uno studio di registrazione. Lo sanno bene i nostri avventurosi compagni di Amisnet, l’agenzia indipendente che racconta come cambia il mondo attraverso una rete di emittenti comunitarie e locali, perché l’hanno sognata a lungo quella “Radio in valigia“. Adesso hanno finalmente lanciato la cam pagna di sostegno attraverso il crowfunding: un progetto di radio itinerante e leggera, capace di ascoltare e far ascoltare. È il mondo nuovo che si apre spazi impensabili e fa germogliare il seme della comunicazione ovunque. Lo avete sentito?
L’ARTICOLO COMPLETO
 

UNA NUOVA SCALA MERCALLI DELL’AMBIENTE
Cambiamenti climatici, sovrasfruttamento degli oceani e delle foreste, inquinamento, rifiuti, cementificazione. Tuttavia c’è che non resta a guardare e sperimenta il cambiamento tra riciclo degli scarti, progetti di economia circolare, energie rinnovabili, agricoltura naturale. Qualcuno li racconta perfino in tv
L’ARTICOLO COMPLETO
 

ATTORNO AL CIBO CREDIAMO IN UN SOLO MONDO
C’è un modo per decostruire islamofobia e razzismi? Esiste una pedagogia dei gesti in grado di creare contaminazioni, scambi, aperture? Conosciamo i percorsi che mostrano come la cultura sia sempre un concetto dinamico e dialogico, non statico? Di sicuro, qualcuno ha cominciato a sperimentare, magari partendo da una mensa
L’ARTICOLO COMPLETO
 

IL VALORE DEI PEZZETTINI
Festa della lettura a Tor Pignattara, a Roma, uno dei quartieri più interculturali d’Europa. La due giorni di cultura, scuole e convivialità si chiama Pezzettini, perché in una società sempre più divisa e parcellizzata, dicono i promotori, tanti pezzetti possono comunque unirsi e amplificare il loro valore, anche attraverso libri, letture e incontri
L’ARTICOLO COMPLETO DI PATRIZIA SENTINELLI
 

APPRENDERE FACENDO
È molto difficile, o forse impossibile, cambiare il mondo, è invece possibile resistere e cominciare a crearne uno nuovo, qui e ora, tra le macerie del vecchio. Le domande giuste allora sono: come possiamo creare il nostro mondo nuovo nei territori dove viviamo e nelle scuole che frequentiamo ogni giorno? Come possiamo trasformare la scuola e favorire un’educazione in grado di accompagnare bambini e bambine, ragazzi e ragazze, contro e oltre la cultura individualista, competitiva, devastatrice del capitalismo? Come possiamo nutrire l’apprendimento per una società senza dominio?
LA PAGINE SPECIALE COMPLETA

 

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