Decine di blindati e mezzi della guardia di finanza hanno invaso la zona attorno all’isola pedonale, procedendo in particolare alla perquisizione di alcuni appartamenti, militarizzando di fatto per alcune ore l’intero quartiere.
RETATA AL PIGNETO CONTRO LA COMUNITA’ SENEGALESE
Ieri mattina, 22 gennaio, al Pigneto è andata in scena l’ennesima farsa repressiva.
Decine di blindati e mezzi della guardia di finanza hanno invaso la zona attorno all’isola pedonale, procedendo in particolare alla perquisizione di alcuni appartamenti, militarizzando di fatto per alcune ore l’intero quartiere.
Perquisizioni senza alcun mandato del magistrato e senza la presenza di avvocati, utilizzando l’abusata formula che prevede tale possibilità in presenza del fondato sospetto di trovare droga oppure “armi, munizioni o materiale esplodente”.
Peccato che – sorpresa! – non ci fossero nè droga nè armi e tantomeno esplosivi, ed il bilancio alla fine veda ancora una volta sequestrare giusto qualche borsa contraffatta.
Un’operazione di simile portata, peraltro costosissima, per portare via qualche borsetta sarebbe già di per se ridicola e scandalosa.
Ma diviene ancora piu’ surreale, e forse persino intimidatoria, nel momento in cui, dopo che da mesi viene denunciata la connivenza fra le istituzioni ed i meccanismi del narcotraffico, si decide di colpire esclusivamente la comunità senegalese, che piu’ di tutte da anni partecipa da protagonista proprio alle mobilitazioni del quartiere per la qualità della vita e contro la messa al profitto del territorio.
Ora pretendiamo anzitutto che vengano rimossi i sigilli apposti (peraltro senza alcun fondamento giuridico) in un appartamento di via Macerata, buttando così per strada due persone colpevoli forse di avere in casa qualche indumento contraffatto.
La giornata di oggi dimostra ancora una volta che le istituzioni sono indifferenti o ostili ai cittadini del pigneto, e che solo l’attivazione diretta di questi potrà difendere il nostro territorio.