Il 2 febbraio saremo in piazza Roma, come abbiamo fatto nei precedenti processi, con un presidio di lotta e di solidarietà. Un presidio di lotta contro la politica antipopolare e reazionaria del governo Renzi-Berlusconi.
Roma 2 febbraio: contro la persecuzione dei comunisti, per la libertà di espressione e l’agibilità politica
Milano 28.01.15
Il 2 febbraio prossimo si terrà a Roma il processo di Cassazione contro la sentenza della Sezione penale della Corte di Appello di Ancona (Presidente dott. Basillo Giovanna) che il 3 dicembre 2013 ha condannato, per concorso morale in diffamazione, Massimo Amore (responsabile nazionale dell’ASP) a pagare una multa di 1.500 euro più spese processuali e un risarcimento di 10.000 euro “all’offeso” Paolo Giovagnoli, all’epoca dei fatti PM della Procura di Bologna.
La diffamazione consiste udite, udite… nell’aver scritto in un volantino dell’Associazione Solidarietà Proletaria (ASP) del 20.01.2007: “Dopo 25 anni di persecuzione politica e 7 procedimenti conclusisi tutti con un nulla di fatto (se non a volte con il risarcimento dei danni per gli indagati) la procura di Bologna, capitanata dal procuratore Paolo Giovagnoli (lo stesso che ha indagato per associazione sovversiva gli studenti universitari bolognesi colpevoli di essersi auto-ridotti il costo della mensa) è ora pronta ad andare a fondo con l’ottavo procedimento che ha come vero unico scopo l’eliminazione del (nuovo) Partito comunista italiano e della sua carovana. Gli inquisitori dello Stato borghese cercano di colpire il rinascente movimento comunista servendosi delle leggi speciali antiterrorismo e di mezzi spesso illegali”.
Ricostruiamo qui la vicenda per sommi capi. Giovagnoli ha montato per 5 anni (2003-2008) contro la nostra area politica (Partito dei CARC, ASP e (n)PCI)) un procedimento giudiziario (l’Ottavo Procedimento Giudiziario) per “terrorismo”. Nel 2008 il GUP Zaccariello sentenzia il non luogo a procedere perché “il fatto non sussiste”, ma il solerte PM non si rassegna e oltre ad impugnare questo verdetto con un ricorso in Corte di Cassazione, mobilita anche amici e amici degli amici (apparati polizieschi e giudiziari) per istruire procedimenti “minori” a nostro carico: tra questi appunto quello per diffamazione (il volantino dell’ASP era stato diffuso in concomitanza con l’udienza del 2007 per l’OPG…. e evidentemente nella Repubblica Pontificia è reato per i comunisti e le masse popolari dire la verità…) e uno per attacchinaggio abusivo di manifesti, istituito sempre a Bologna, contro alcuni compagni e compagne che si erano mobilitati in solidarietà con gli inquisiti del procedimento “madre”.
Chi ha diffamato chi? Il Partito dei CARC e l’ ASP che in questi anni hanno detto e scritto la sacrosanta verità sull’operato del PM Giovagnoli, una verità confermata dalle sentenze del GUP del 2008 e da quella conclusiva della Corte d’Assise di Bologna del 2012, oppure il PM stesso grazie al quale i compagni inquisiti nell’OPG (tra cui Massimo Amore) per ben nove anni sono stati additati all’opinione pubblica come terroristi attraverso campagne mediatiche di intossicazione e diversione create ad hoc e quindi sottoposti a intercettazioni, perquisizioni, arresti, sequestri di computer e documenti vari?
La Corte di Cassazione il 2 febbraio è chiamata a decidere se avallare o meno anch’essa il ricorso strumentale a procedimenti nati solo per rafforzare una persecuzione politica, persecuzione che, nonostante la palese insussistenza dei fatti, si è protratta per anni, con un non indifferente sperpero di denaro pubblico, fino al momento in cui una sentenza di Corte d’Assise è stata costretta (i castelli di carta prima o poi devono cadere…) a porvi formalmente termine.
La Corte di Cassazione il 2 febbraio è chiamata a decidere se esiste nel nostro paese ancora la libertà di critica e se è lecito o meno utilizzare gli apparati giudiziari per intimidire e contrastare con ogni mezzo l’attività politica di quanti si oppongono all’attuale regime di miseria, sfruttamento e morte e lavorano per costruire una nuova società.
In sintesi si tratta di stabilire se nel nostro Paese esiste ancora la libertà di espressione, di organizzazione e di agibilità politica e sindacale per le classi oppresse o queste sono prerogativa solo delle classi dominanti e dei loro lacchè.
Questo processo si inserisce nella battaglia più ampia in corso nel nostro paese per contrastare la deriva reazionaria del governo Renzi-Berlusconi che si serve di ogni mezzo, compreso apparati di polizia e magistratura per raggiungere i propri scopi, come sta a dimostrare l’assoluzione degli assassini di Cucchi, la protezione e il supporto continuamente fornito ai gruppi fascisti e razzisti (Casapound, Forza Nuova) che scorazzano impunemente nel paese (ricordiamo l’ultima vile aggressione di cui è rimasta vittima il compagno Emilio del Centro sociale Dordoni di Cremona), la repressione sempre più aperta e di massa contro i lavoratori in lotta, l’uso dispiegato della legislazione speciale e antiterrorismo contro i movimenti di resistenza popolare (inchieste e processi contro No TAV, studenti e movimenti sociali), il massiccio ricorso alle sanzioni pecuniarie amministrative e penali (multe, decreti penali di condanna, ecc.) e alla limitazione o privazione della libertà personale (obbligo di firma, DASPO, confino, arresti domiciliari, ecc.), e, sul piano internazionale, la promozione delle guerre imperialiste di aggressione contro altri popoli.
La borghesia e il clero da una parte osannano i vignettisti di Charlie Hebdo come martiri della libertà di espressione e dall’altra bombardano, uccidono, arrestano e reprimono quanti sono considerati oppositori.
In senso più ampio la Corte di Cassazione è chiamata anche con la sentenza del 2 febbraio ad avvallare o meno questa deriva reazionaria e di guerra che la borghesia sta montando ad arte dopo i fatti di Parigi (l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo può essere un episodio della strategia della tensione praticata dai gruppi imperialisti oppure un episodio della resistenza antimperialista che si sviluppa nei paesi e tra i popoli arabi contro le politiche di sfruttamento e sterminio condotte dalla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti).
Il 2 febbraio saremo in piazza Roma, come abbiamo fatto nei precedenti processi, con un presidio di lotta e di solidarietà. Un presidio di lotta contro la politica antipopolare e reazionaria del governo Renzi-Berlusconi. Per ribadire che i veri criminali e artefici delle guerre e delle stragi, della devastazione dell’ambiente, della disoccupazione e della precarietà dilaganti, dello scempio della scuola e della sanità pubblica, della miseria e della disperazione crescenti siedono al governo, in Vaticano, in Confindustria, nei consigli di amministrazione delle aziende, delle banche e delle società finanziarie, nel FMI, nell’UE, nella BCE. Che contro la giustizia dei signori della morte le masse popolari devono alzare la bandiera che è legittimo (anche se è illegale per la borghesia e le sue leggi) tutto quello che è nell’interesse dei lavoratori, delle masse popolari e dell’ambiente. Che la strada per evitare la catastrofe e risalire la china è costruire una nuova e superiore governabilità ad opera delle masse popolari organizzate, il governo di emergenza popolare. Dobbiamo formare a ogni livello nuove autorità (democratiche, popolari e contrapposte a quelle ufficiali) che mobilitano e organizzano le masse popolari a prendere in mano la direzione e la gestione di parti crescenti della vita economica, politica e sociale del paese.
lunedì 2 febbraio dalle ore 9 alle h.12
PRESIDIO DI SOLIDARIETA’ E LOTTA
presso l’entrata dell’Università La Sapienza (lato via Cesare De Lollis)
La repressione, i processi, le multe non potranno impedire alle masse popolari di spazzare via i padroni, i ricchi, il Vaticano, le organizzazioni criminali e mettere fine al loro sistema di sfruttamento e di oppressione!
Le masse popolari organizzate e guidate dai comunisti sono la forza che costruirà un paese in cui il lavoro è veramente un diritto per ognuno, in cui avere una casa, assistenza sanitaria e istruzione pubblica e di livello non siano più delle speranze ma la norma, in cui nessuno sia un esubero o un peso ma una risorsa per l’intera società: un paese libero dai padroni, un paese diretto dai lavoratori e per i lavoratori, un paese socialista.
La solidarietà è un’arma!
Usiamo anche la lotta contro la repressione per rafforzare la lotta per la costruzione del governo di emergenza popolare!
Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC)
Via Tanaro, 7 – 20128 Milano – Tel/Fax 02.26306454
e-mail: carc@riseup.net“> carc@riseup.net – sito: www.carc.it