Mattarella ‘uno dei referenti politici delle cosche mafiose’

“Da Napolitano a Mattarella: da uno dei protagonisti della trattativa Stato-Mafia a uno dei referenti politici delle cosche mafiose!”

 

 

Comunicato CC 05/2015 – 2 febbraio 2015

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Da Napolitano a Mattarella: da uno dei protagonisti della trattativa Stato-Mafia a uno dei referenti politici delle cosche mafiose!

Sabato 31 gennaio Renzi è riuscito a portare in porto l’elezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica. Quando sarà passata la sbornia delle cerimonie per la beatificazione di Sergio Mattarella, la sinistra borghese troverà che con le elezioni del Presidente della Repubblica si è messa ancora di più nelle mani della destra borghese: tra le forze della sinistra, solo il M5S non si è associato all’unità attorno al candidato di Renzi. Riemergerà quindi nelle file della sinistra borghese il pianto che oramai è impossibile distinguere le attività criminali dagli affari economico-finanziari: la criminalità organizzata è presente in forze e detta la sua legge ovunque si possono fare soldi. Riprenderà anche il lamento impotente della sinistra borghese sul legame tra il PD di Renzi e la banda Berlusconi: grideranno che la rottura del Patto del Nazareno era una finta. La sinistra borghese ne pagherà le conseguenze già alle prossime elezioni regionali e comunali.

A chi oggi ha dubbi sull’opera futura del nuovo Presidente della Repubblica e sul suo legame di sempre con la criminalità organizzata, sul suo ruolo nell’inserimento vittorioso delle Organizzazioni Criminali nei vertici della Repubblica Pontificia, diamo principalmente un’indicazione di metodo: guardate ai risultati degli ultimi trent’anni, guardate principalmente ai fatti. L’ascesa delle OC è stata irresistibile perché la borghesia imperialista italiana ne aveva bisogno. La connivenza con le OC è per la borghesia italiana una necessità dettata dalla sua lotta contro le masse popolari, come lo è la connivenza con la Corte Pontificia e la gerarchia ecclesiastica. I gruppi e i personaggi che hanno avuto potere nella Repubblica Pontificia si distinguono solo tra quelli che hanno direttamente favorito l’ascesa delle OC e quelli che vi hanno acconsentito. Quanto alla famiglia di Sergio Mattarella, è stato vietato anche solo parlare del suo ruolo nella Mafia e in particolare nella strage di Portella della Ginestra (1947): per averne parlato, Gaspare Pisciotta finì avvelenato in carcere e Danilo Dolci fu condannato per diffamazione. Chi invoca a prova dell’impegno antimafia della famiglia di Sergio Mattarella l’eliminazione (gennaio 1980) del fratello Piersanti Mattarella o l’opposizione (luglio 1990) di Sergio Mattarella all’ascesa della banda Berlusconi, confonde le lotte tra cosche mafiose rivali con la lotta contro la Mafia. A questa stregua anche Vito Ciancimino andrebbe annoverato tra i protagonisti della lotta contro la mafia e la criminalità organizzata!

A chi invece giura sull’impegno di Sergio Mattarella a difesa della Costituzione del 1948, parimenti indichiamo di guardare principalmente ai risultati, ai fatti, più che alle dichiarazioni. Ai risultati sul lungo periodo, se non basta che come Ministro della Difesa del governo D’Alema coprì la partecipazione dell’Italia alla guerra in Jugoslavia (con l’uso criminale di armi all’uranio impoverito) in plateale violazione della Costituzione o l’acquiescenza pluriennale al Porcellum, la legge elettorale truffa messa a punto da Calderoli.

L’elezione di Sergio Mattarella a Presidente della RP conferma quindi in tutto e per tutto il corso antipopolare che il  governo delle Larghe Intese persegue nella politica italiana: il programma comune della borghesia imperialista. Il governo Renzi continuerà la politica dei governi Prodi, Berlusconi, Monti e Letta. La novità sta nel fatto che, come l’ascesa di Bergoglio al vertice della Corte Pontificia, l’elezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della RP segna un rafforzamento dell’influenza dei gruppi imperialisti americani in contrasto con i gruppi imperialisti franco-tedeschi. Quindi pone premesse per una maggiore partecipazione dell’Italia alle guerre promosse nel mondo dai gruppi imperialisti USA e sionisti e per una maggiore libertà d’azione del governo della RP rispetto al rigore finanziario: i gruppi imperialisti europei devono dare alla borghesia di tutto il mondo maggiori garanzie, per rimontare lo svantaggio politico e militare che li separa dai gruppi imperialisti americani e prevalere nella lotta per la supremazia nel mercato finanziario mondiale. Infatti oggi la posta in gioco tra i gruppi della borghesia imperialista è chi comanda nella finanza mondiale che a sua volta comanda nel resto dell’attività economica capitalista.

L’elezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della RP è un evento che riguarda principalmente i contrasti nel campo della borghesia imperialista e le relazioni tra i gruppi imperialisti. La vittoria elettorale di Syriza in Grecia domenica 25 gennaio con la conseguente formazione del Governo Tsipras è invece un evento che avrà certamente notevoli ripercussioni anche nel campo delle masse popolari del nostro paese e del resto del mondo.

La vittoria elettorale di Syriza contro le destre è certamente una buona cosa per le masse popolari greche ed europee, per le masse popolari di tutto il mondo, dato che la lotta di classe è internazionale. È vero che la concezione del mondo che guida Syriza, con cui ha preparato e ottenuto il suo successo elettorale, è del tutto interna alla concezione borghese; che le sue parole d’ordine e le misure pratiche che si propone non rompono le catene della Comunità Internazionale dei gruppi finanziari europei, americani e sionisti che strozzano le masse popolari greche e le masse popolari di gran parte del resto del mondo.

Il successo elettorale di Syriza è dovuto a vari fattori:

– al fatto che ha alzato la bandiera della ribellione alle imposizioni della Troika;

– al prestigio che hanno presso le masse popolari greche molti suoi dirigenti che provengono dal movimento comunista;

– al sostegno che ha dato alle iniziative di autorganizzazione del lavoro, all’occupazione di fabbriche e al contrasto dell’eliminazione di servizi (acqua, elettricità, ecc.);

– alle opere assistenziali, caritative e filantropiche che ha promosso in questi anni (in concorrenza con la Chiesa Ortodossa e con i fascisti di Alba Dorata) per attenuare gli effetti più distruttivi della crisi generale del capitalismo e delle imposizioni della Troika;

– alla corrispondenza del suo programma e delle sue proposte al comune buon senso che impregna le misure sostenute dalla sinistra borghese di tutti i paesi imperialisti (in Italia il manifesto, ATTAC, Sbilanciamo l’Europa, ecc. ne offrono un campionario ininterrotto).

Ma le promesse che Syriza ha fatto non sono solo un campionario d’illusioni: la loro diffusione e popolarità e l’organizzazione dei loro sostenitori ne fanno una forza materiale. Le speranze che ha acceso tra le masse popolari è possibile realizzarle solo rompendo le catene della Comunità Internazionale dei gruppi finanziari europei, americani e sionisti.

La posta in gioco reale quindi è: prevarrà la volontà delle masse popolari, prevarranno l’organizzazione e la mobilitazione delle masse popolari per realizzare le proprie aspirazioni e quindi rompere quelle catene? È infatti sicuro che solo le masse popolari greche, organizzate e in definitiva dirette dal Partito comunista, possono creare in Grecia un sistema di relazioni sociali corrispondente ai loro interessi e difenderlo con successo contro l’aggressione della Comunità Internazionale dei gruppi finanziari europei, americani e sionisti e il sabotaggio della borghesia imperialista e del clero ortodosso greci. Prevarranno le masse popolari greche o i mille vincoli e le mille relazioni, gli aspetti arretrati  di Syriza?

Questa è una lotta reale aperta e al suo esito concorreranno anzitutto i comunisti greci del KKE e gli elementi avanzati delle masse popolari greche. Ma concorriamo anche noi, comunisti italiani. La lotta di classe si sviluppa in modi e con tempi diversi da paese a paese, ma è internazionale. Solo opportunisti superficiali o dogmatici incartapecoriti possono pensare che la rivoluzione socialista avanzi in modo uniforme e ordinato contemporaneamente in tutti i paesi. Ma lo sviluppo della lotta di classe in ogni paese è influenzato dagli avvenimenti degli altri paesi.

La vittoria elettorale di Syriza ha dato gioia e acceso speranze anche nelle masse popolari del nostro paese. I passi avanti delle masse popolari greche nello spezzare le catene della Comunità Internazionale dei gruppi finanziari europei, americani e sionisti rafforzeranno la nostra lotta. I reazionari e gli opportunisti del nostro paese non mancheranno di usare ogni cedimento di Syriza e del nuovo governo greco e ogni sconfitta delle masse popolari greche per seminare disfattismo, sfiducia e rassegnazione nelle masse popolari italiane. Ma sta a noi comunisti promuovere la rivoluzione socialista nel nostro paese e in concreto promuovere la costituzione del Governo di Blocco Popolare facendo sorgere a migliaia Organizzazioni Operaie e Organizzazioni Popolari decise a costituirlo, a farlo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia e ad agire in ogni azienda e in ogni territorio come nuove autorità pubbliche, forti del sostegno e della mobilitazione delle masse popolari che seguono le loro indicazioni. Proseguire su questa strada è il principale aiuto che possiamo dare alle masse popolari greche. Se avanzeremo su questa strada, ogni nostra vittoria avrà ripercussione positiva anche in Grecia e in ogni altro paese: solleverà il morale delle masse popolari e le rafforzerà nella loro lotta. E questo dipende solo da noi!

Quanto agli esponenti della sinistra borghese del nostro paese ammiratori di Tsipras (da Nichi Vendola a Paolo Ferrero, da Marco Revelli a Maurizio Landini, da Luigi De Magistris a Giuliano Pisapia), se vogliono veramente “fare come Syriza” devono rimediare al discredito e alla sfiducia che si sono meritati partecipando al governo Prodi e collaborando a livello locale e nazionale con il PD e con la destra della CGIL, devono cioè mettersi a fare quello che non hanno fatto finora (e questo vale anche per il M5S di Beppe Grillo): ribellarsi con misure pratiche al Patto di Stabilità, mobilitare e chiamare a organizzarsi le masse popolari, sostenerne senza riserve le iniziative. Devono cioè fare quello che abbiamo in sintesi chiamato “costituire Comitati di Salvezza Nazionale”.

Il corso delle cose, anzitutto la prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale ma anche l’azione condotta dalla borghesia imperialista da quando ha ripreso in mano la direzione del mondo, ha potentemente unito l’umanità intera. Prima è stata unita nella fiduciosa lotta per un futuro di civiltà e di progresso che la vittoria della Rivoluzione d’Ottobre aveva acceso in ogni paese del mondo. Ora si trova unita nel vortice di miseria, di inquinamento e di guerra in cui il sopravvento della borghesia imperialista e del suo clero, in particolare la Comunità Internazionale dei gruppi finanziari europei, americani e sionisti, ha trascinato e trascina il mondo intero. Oggi gran parte dell’umanità vive nello sconforto e nella disperazione, molti si ubriacano e distraggono in mille modi e perfino danzano come i condannati a morte danzavano sulla tolda del Titanic. La borghesia imperialista e il suo clero non possono fare altro che imporre sofferenze ed evasione nello stordimento e in illusioni che si alternano alla disperazione e al nichilismo morale e intellettuale. Stiamo vivendo un periodo di corruzione e di abbrutimento prodotti della sconfitta che il movimento comunista ha subito a causa dei suoi propri limiti. Solo la rinascita del movimento comunista può tirar fuori l’umanità da questo vortice.

La nostra impresa è del tutto possibile: dobbiamo solo superare i limiti che hanno impedito al movimento comunista di condurre la prima ondata della rivoluzione proletaria alla completa vittoria in tutto il mondo. Noi comunisti dei paesi imperialisti siamo in una posizione privilegiata, perché l’instaurazione del socialismo, la vittoria della rivoluzione socialista nei paesi imperialisti, in paesi come il nostro, sarà un evento decisivo per tutta l’umanità.

 Sta quindi a noi comunisti scuoterci di dosso l’influenza morale e intellettuale della borghesia imperialista e del suo clero, rompere i mille vincoli della vita quotidiana con cui essi rendono difficile a ogni uomo e donna delle masse popolari di dedicarsi senza riserve alla rivoluzione socialista. Chiunque lo fa, apre la strada anche ad altri che lo faranno.

La rinascita e la vittoria del movimento comunista sono certi, perché l’umanità non ha altro futuro di vita e di progresso. Il nuovo Partito comunista italiano è un partito ancora piccolo, ma ha già compiuto un grande lavoro per chiarire i limiti che hanno portato all’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria, per mettere a punto la strategia e i principi di tattica e organizzativi che i comunisti devono seguire per essere promotori efficaci della rivoluzione socialista. È ad assimilare e sviluppare i risultati di questo lavoro che il nuovo Partito comunista italiano chiama tutti i lavoratori avanzati, in primo luogo gli operai. Ad assimilare e sviluppare i risultati di questo lavoro il nuovo PCI chiama le donne delle masse popolari, i giovani, gli immigrati, i disoccupati. A dare il loro contributo a questo lavoro il nuovo PCI chiama i pensionati delle masse popolari.

Questa è la via per provvedere al nostro futuro e per aiutare la masse popolari di tutto il mondo.

Per cambiare il corso catastrofico delle cose, bisogna porre fine al sistema imperialista mondiale! Il primo paese imperialista che romperà le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti mostrerà la strada e aprirà la via anche alle masse popolari degli altri paesi! L’Italia è un paese imperialista abbastanza grande e per di più sede del Papato, uno dei pilastri del sistema imperialista mondiale: possiamo e dobbiamo assumere questo compito a beneficio nostro e di tutta l’umanità!

Quelli che aspirano a diventare comunisti devono costituire ovunque nella clandestinità Comitati di Partito: sono i promotori e il retroterra delle OO e delle OP, le loro basi rosse!

I Comitati di Partito devono fare di ogni lotta una scuola di comunismo. Creare organismi operai e popolari che si coordinino fino a costituire e imporre il Governo di Blocco Popolare e marciare verso l’instaurazione del socialismo.
Questa è la Guerra Popolare Rivoluzionaria che il nuovo Partito comunista promuove in Italia!
Questa è l’impresa a cui devono concorrere tutti gli elementi avanzati, responsabili e coscienti delle masse popolari!
Il Manifesto Programma del nuovo Partito comunista è il proclama e il programma della GPR che instaurerà il socialismo nel nostro paese!

Non chiediamo di essere d’accordo con noi, chiediamo molto di più: chiediamo di mettersi all’opera con noi per fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

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 Comitato Centrale del (n)PCI http://www.nuovopci.it 
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