“Ancora una volta l’Europa può solo provare a contare i morti, uomini, donne, bambini, privati oltre che della vita della stessa identità”.
Comunicato
LA TRAGEDIA DI LAMPEDUSA NON E’ ACCETTABILE!
La tragedia di Lampedusa è inaccettabile. Ancora una volta l’Europa può solo provare a contare i morti, uomini, donne, bambini, privati oltre che della vita della stessa identità. Non ci è dato sapere con precisione quale fosse la loro cittadinanza, né come si siano imbarcati alla ricerca di una nuova vita. Sappiamo però alcune cose e su queste vogliamo fare sentire la nostra voce.
La prima. Per stessa ammissione della portavoce di “Frontex”, Isabella Cooper, fin tanto che il mandato di “Triton” resta solo quello di offrire assistenza tecnica agli stati membri sul pattugliamento delle frontiere “non ci si può aspettare di più”. La verità è che dopo “Mare Nostrum”, non esiste nel Mediterraneo un sistema di protezione e soccorso. Ciò è inaccettabile. Uniamo il nostro sdegno a quello di tante realtà della società civile italiana che chiedono una grande mobilitazione europea per assicurare un sistema di protezione e soccorso. In assenza di tale misura la commozione assume le spiacevoli sembianze della retorica.
La seconda. L’Europa non può assistere impotente alla disgregazione della Libia. Questo paese va aiutato, politicamente e tramite un piano pluriennale di cooperazione internazionale, a stabilizzarsi, a ricomporre il suo tessuto sociale e istituzionale, ad essere un partner credibile dell’Europa anche nella gestione dei flussi migratori, nel pieno rispetto dei diritti umani e del diritto all’assistenza umanitaria.
La terza. Tra i morti vi sono molti cittadini di paesi africani che scappano dalla dittatura, dalla persecuzione, dalla repressione, dalla guerra civile. Anche in questo caso chiediamo più Europa, maggiore e più incisiva condizionalità degli aiuti ai governi al soddisfacimento di standard accettabili di democrazia e rispetto dei diritti. Chiediamo inoltre che vengano stabiliti canali sicuri per i richiedenti asilo, nel rispetto del diritto umanitario.
Il rispetto per i morti e per le loro famiglie ci impone di fare tre passi avanti nelle direzioni indicate, altrimenti tragedie come quella di questi giorni sono destinate a ripetersi. Non possiamo accettarlo.
Roma, 11 febbraio 2015
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