Roma, in attesa di sfratto esecutivo, la storia di Vito Quinto Paolo

Tra sei giorni sfratto coatto per Vito Quinto Paolo. L’Unione Inquilini denuncia assenza di municipio e assistenza sociale. Chiede di aspettare il sostegno economico della Asl a suo favore perché avvenga il passaggio da casa a un altro alloggio.

 

 

Tra sei giorni sfratto coatto per Vito Quinto Paolo. L’Unione Inquilini denuncia assenza di municipio e assistenza sociale. Chiede di aspettare il sostegno economico della Asl a suo favore  perché avvenga il passaggio da casa a un altro alloggio. VIDEO

 

Sul fronte sfratti la guerra è iniziata, la tragedia della loro esecuzione a quanto pare è in corso.  L’Unione Inquilini questa mattina è intervenuto a uno sfratto, con un gruppo di sfrattati e non: i primi per mediare tra ufficiale giudiziario, commissariato, avvocato, proprietario e inquilino, i secondi per portare solidarietà, tentando di impedire l’uscita di Vito Quinto Paolo da casa.

Della sua storia ce ne aveva parlato lui stesso, in un VIDEO che vi invitiamo di nuovo ad ascoltare. Vito Quinto Paolo, inquilino di via dei Gracchi, lo avevamo intervistato poco tempo fa. Ci raccontava di vivere in 29 metri quadri da 20 anni, prima anche con la madre, venuta a mancare a luglio. Senza reddito, un signore cardiopatico, con l’esperienza tragica di un tumore e da cui se ne sarà uscito si potrà sapere con certezza solo nel 2017.

Si tratta dunque di un sessantenne con tutti i requisiti per appartenere alla categoria dei più deboli, dei disagiati, o meglio definita categoria protetta. Uno sfratto per finita locazione, anche questo. Anche questo come quello avvenuto due giorni fa, quando è stato sfrattato il signor Salvatore.

Risultato di oggi? La cortissima proroga di sei giorni, dopodiché pare immutabile, ma altrettanto discutibile l’esecuzione forzata indetta dall’ufficiale giudiziario. Criticabile e in modo assoluto per varie ragioni: intanto questa mattina si è registrata la totale assenza di rappresentanze del municipio I, così come dell’assistenza sociale.

Ma, soprattutto, va specificata la particolarità di questa storia. Per Vito Quinto, da parte della Asl di via Montesanto, è in corso un progetto personalizzato di sostegno all’abitare che prevede, proprio per il 2015, lo stanziamento di un fondo finalizzato al mantenimento dell’appartamento di proprietà condominiale. Si tratterebbero di 450 euro da investire perché, in fondo, Vito Quinto possa spostarsi in un altro alloggio e senza che venga turbato il suo stato psicofisico.

450 euro che, escludendo spese condominiali e accessorie, secondo una lettera indirizzata all’amministratore del condominio di via Dei Gracchi, da parte dell’inquilino in questione, si proponeva come pagamento dell’affitto mensile.

“Conoscendo il caso specifico e l’intervento che dovrà avvenire da parte della Asl – dichiara Fabrizio Ragucci, della Segreteria Unione Inquilini Roma-Lazio – chiediamo che il Comune intervenga evitare l’esecuzione dello sfratto tra sei giorni. Si attenda – esorta Ragucci –  l’effettiva attuazione di questo progetto personalizzato perché Vito Quinto possa spostarsi in un altro alloggio”.

Cambiano le persone, mutano le storie ma la questione non cambia: il diritto alla casa, le istituzioni, devono intervenire per evitare che cittadini finiscano in strada, che vengano invece supportati nel passaggio da casa a casa.

L’amarezza è tanta nonostante la consapevolezza che senza l’intervento del sindacato oggi Vito Quinto starebbe già senza un tetto sopra la testa. “Tra sei giorni – ci ha raccontato – contro di me sarà sfratto coatto”

“Un governo cinico – è il commento di Massimo Pasquini, Unione Inquilini Roma – si appresta a dire definitivamente no alla proroga per le famiglie in grave disagio abitativo e ripeto grave disagio abitativo in quanto composte da anziani, portatori di handicap, malati terminali e minori. La politica sta per svelare tutta la sua ipocrisia, tutto il suo becero odio verso i deboli, verso coloro che uno stato degno di tale nome dovrebbe proteggere per primi. Sentirete ancora politici che si riempiono la bocca di parole come famiglia – si è espresso -. Ad esempio il Ministro Lupi uno che con raro sprezzo del ridicolo continua nella cantilena della sua emerita attività legislativa, che si è riempito la bocca di affermazioni come : abbiamo stanziato 2,6 miliardi di euro per la casa, abbiamo stanziato 226 milioni per la morosità incolpevole, abbiamo dato 200 milioni di euro per il fondo affitti e una parte destinati alla finita locazione, abbiamo dato 400 milioni di euro per recuperare case popolari. Quanto depistaggio per dire che per lui valgono solo gli speculatori edilizia e la rendita immobiliare e fondiaria”.

Ma come sono ripartiti questi soldi? “Tanto per chiarire – continua Pasquini – Dei 2,6 miliardi di euro, 2 miliardi sono destinati alle banche per contrastare il mancato pagamento dei mutui ovvero una pura difesa delle banche. Dei 226 milioni di euro dimentica di dire che si tratta di 35-40 milioni di euro all’anno che solo sommati fino al 2020 arrivano alla somma di 226 milioni di euro, sapete cosa significa se solo utilizzati per i soli sfratti per morosità incolpevole del 2013 ( 65 mila sentenze) di un contributo di circa 50 euro al mese a famiglia. Dei 200 milioni di euro per il contributo affitto – aggiunge – Lupi dimentica di dire che sono la somma di stanziamente di due anni, infatti sono 100 milioni di euro per il 2014 e 100 milioni nel 2016 poi niente. Dunque, le 400 mila famiglie che in Italia avrebbero diritti al contributo affitto, riceveranno se va bene circa 25 euro al mese. Dei 400 milioni di euro destinati al recupero delle case popolari inutilizzate se leggete il decreto in realtà a questo fine sono destinati solo 96 milioni di euro. Ma la realtà – conclude Pasquini –  è li a dimostrarlo della sua attività di ministro alla gente in precarietà abitattiva ad oggi non è arrivato nulla, anzi no una cosa è arrivata: la polizia l’unico parte dello stato che lo stato sa far vedere di sé”.

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