Costituita una Task Force per ostacolare l’intenzione del governo di innalzare i limiti di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. Inviata una lettera aperta alle Istituzioni nazionali ed europee.
COMUNICATO STAMPA del 28 Febbraio 2015
ELETTROSMOG. IL COORDINAMENTO DEI COMITATI DI ROMA NORD DENUNCIA L’INTENZIONE DEL GOVERNO ITALIANO DI ELEVARE FORTEMENTE I LIMITI DI ESPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE AI CAMPI ELETTROMAGNETICI PER UNIFORMARLI ALLE LINEE GUIDA DELL’ICNIRP (ASSOCIAZIONE PRIVATA CONSULENTE DELL’UNIONE EUROPEA) CHE STABILISCONO, RISPETTO ALL’ATTUALE LIMITE ITALIANO DI 6 VOLT/METRO PER I LUOGHI OVE LA PERMANENZA UMANA E’ ALMENO DI 4 ORE GIORNALIERE E CHE E’ IN VIGORE DAL 1998, I SEGUENTI LIMITI:
– FINO A 87 VOLT/METRO, CIOE’ UN LIVELLO FINO A 14.5 VOLTE PIU’ ELEVATO, PER LE EMISSIONI RADIOFONICHE IN ONDE LUNGHE E IN ONDE MEDIE A MODULAZIONE D’AMPIEZZA.
– 28 VOLT/METRO, CIOE’ UN LIVELLO QUASI 5 VOLTE PIU’ ELEVATO, PER LE EMISSIONI RADIOFONICHE IN ONDE CORTE A MODULAZIONE D’AMPIEZZA, PER LE EMISSIONI RADIOFONICHE A MODULAZIONE DI FREQUENZA E PER LE EMISSIONI RADIOTELEVISIVE.
– FINO A 61 VOLT/METRO, CIOE’ UN LIVELLO OLTRE DIECI VOLTE PIU’ ELEVATO, PER LE EMISSIONI RADIOTELEVISIVE E DELLA TELEFONIA MOBILE, FRA CUI QUELLE DELLA NUOVA GENERAZIONE (LTE), E DEI PONTI RADIO.
Ricercatori istituzionali indipendenti, medici, fisici, biologi, ingegneri, associazioni nazionali e locali, fra cui il Coordinamento dei Comitati di Roma Nord, e comitati di Cittadini hanno costituito nei giorni scorsi una Task Force per ostacolare questa assurda intenzione, inviando una lettera aperta al Presidente della Repubblica, ai Presidenti del Parlamento, ai Deputati e ai Senatori, ai Deputati italiani del Parlamento Europeo, ai Presidenti delle Regioni e al Presidente dell’ANCI, con cui si diffida il Governo “dall’attuare il rilassamento degli attuali livelli di protezione della popolazione dai campi elettromagnetici a radiofrequenza e microonde, in quanto la normativa italiana attuale è già adeguata alla Raccomandazione 1999/519/CE dell’Unione Europea.”
E ciò anche in considerazione del fatto che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, a maggio del 2011, ha classificato la radiofrequenza come “possibile cancerogeno per l’Uomo“, smentendo che esistano soltanto effetti termici e sui quali si basano le linee guida dell’ICNIRP. Tuttavia, sono emerse in poco tempo nuove evidenze scientifiche del rischio cancerogeno: uno studio epidemiologico svedese1 e uno studio francese2, entrambi del 2014, concludono che la radiofrequenza dovrebbe essere classificata come “cancerogeno certo per l’Uomo” e che gli effetti dell’esposizione a radiofrequenza sono cumulativi.
Una ricerca scientifica del 20103 sull’applicazione del Principio di Precauzione, indagando la questione dei campi elettromagnetici e altri fenomeni, ha concluso che “Gli scienziati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e della Commissione Europea non si basano sul principio di precauzione quando stilano un rapporto sui rischi per la salute“, sostanzialmente perché si basano solo sulla certezza del rischio invece di tenere in considerazione le prove di un rischio possibile, che è quanto andrebbe fatto per osservare il Principio di Precauzione sancito dall’Unione Europea all’atto della propria costituzione.
Inoltre, la lettera aperta della Task Force chiede, fra i vari interventi urgenti a tutela della salute pubblica, ed in particolare quella dei soggetti più esposti come i bambini, gli adolescenti, gli ammalati e gli anziani, la totale abrogazione dell’Art. 14, comma 8, del d. l. 179/12, noto come “Decreto Sviluppo bis”, convertito in legge dall’art. 1 della Legge 221/12, al fine di riportare la misurazione dei campi elettromagnetici su una media di 6 minuti anziché di 24 ore e il calcolo previsionale dell’impatto elettromagnetico degli impianti di telecomunicazioni alle regole esistenti prima del suddetto decreto.
Infatti, con la media delle misure nelle 24 ore è stato già praticamente aggirato il rispetto dell’attuale limite di 6 Volt/metro, in quanto le sorgenti elettromagnetiche con livelli di emissione non costanti, ed in particolare quelle della telefonia mobile e delle trasmissioni radiofoniche multiple, come la Radio Vaticana, possono superare tale limite per una considerevole parte della giornata, salvo rientrare nel suddetto limite grazie all’abbassamento del livello delle emissioni nelle rimanenti ore. Già oggi, grazie a quel decreto del 2012, ad esempio, è possibile mantenere per 1 ora, o 12 ore o 18 ore il livello del campo elettromagnetico rispettivamente a circa 29 V/m, 8 V/m e 7 V/m e, per la restante parte della giornata, a circa 1 V/m, cioè rispettivamente per 23, 12 e 6 ore.
Se il Governo confermasse le proprie intenzioni sul rilassamento dei limiti di esposizione e contemporaneamente mantenesse il metodo di misura nelle 24 ore, la situazione diventerebbe catastrofica. Ad esempio, in 1 ora il livello di esposizione potrebbe rimanere costante a 420 V/m, a 290 V/m e a 117 V/m, rispettivamente nei casi di limite a 87 V/m, 61 V/m e 28 V/m, per poi mantenersi a circa 15 V/m nelle altre 23 ore della giornata. In questo caso verrebbe violata anche la Raccomandazione 1999/519/CE dell’Unione Europea. Ovviamente, gli scenari possibili di esposizione della popolazione a livelli elevati di campo elettromagnetico sarebbero infiniti.
[1] Hardell L. e Carlberg M., Mobile phone and cordless phone use and the risk for glioma – Analysis of pooled case control studies in Sweden, 1997–2003 and 2007–2009, in Pathophysiology, pubblicato online il 28 ottobre 2014.
2 Coureau G. e altri, Mobile phone use and brain tumours in the CERENAT case-control study, Occup Environ Med doi:10.1136/oemed-2013-101754.
3 Dämvik M. e Johansson O., Health Risk Assessment of Electromagnetic Fields: A Conflict between the Precautionary Principle and Environmental Medicine Methodology, Reviews on Environmental Health, volume 25, No. 4, 2010.
COORDINAMENTO DEI COMITATI DI ROMA NORD
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