“Lupi si è dimesso da ministro delle infrastrutture per vicende che non riguardano il suo ruolo sul settore della casa. Certamente, però, non lascia alcun rimpianto. Il suo è un bilancio fallimentare”.
Comunicato stampa
Roma 20 marzo 2015
LUPI SI DIMETTE: GLI INQUILINI NON LO RIMPIANGONO. VA VIA UN MINISTRO INADEGUATO, FORTE CON I DEBOLI E DEBOLE CON I FORTI, CHE HA GUARDATO PRINCIPALMENTE AGLI INTERESSI DELLA PROPRIETA’ IMMOBILIARE.
Dichiarazione di Walter De Cesaris, segretario nazionale Unione inquilini.
“Lupi si è dimesso da ministro delle infrastrutture per vicende che non riguardano il suo ruolo sul settore della casa. Certamente, però, non lascia alcun rimpianto. Il suo è un bilancio fallimentare: dal tentativo di sfondare il settore dell’edilizia residenziale pubblica con la vendita all’asta delle case popolari, alla guerra contro gli sfrattati con la proterva ostinazione a rifiutare la sospensione delle esecuzioni per la finita locazione a carico delle famiglie disagiate.
Più che altro, il suo mandato di Ministro passerà come quello delle occasioni mancate e delle promesse tradite, prima fra tutte quelle del cosiddetto piano casa (la legge 80 del 2014): un provvedimento finto, con un piano di recupero di alloggi popolari inagibili che ancora non è operativo e stanziamenti illusori, con al centro l’accelerazione della dismissione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica e l’aggiunta di una norma incostituzionale come la negazione della residenza e dei servizi essenziali a chi occupa per necessità un immobile.
Non è un caso che negli anni della sua gestione del ministero di Porta Pia non si è arrestata la corsa degli sfratti, in particolare quelli per morosità, che hanno raggiunto proprio in questo periodo il loro record storico (confermato dai dati recentissimi relativi al primo semestre 2014 che segnano un nuovo picco negativo).
Non per tutti è stato un ministro senza qualità. La proprietà immobiliare ha goduto durante la sua gestione al ministero di ben altra considerazione.
Lupi è stato il ministro che ha abbassato le tasse sugli affitti alla proprietà immobiliare sul canale concordato (ormai a causa della recessione assestato vicino a quello libero) senza chiedere una corrispondente abbassamento dei canoni e che si è rifiutato di toccare l’assurdo privilegio di una tassazione di vantaggio nel libero mercato. E’ stato, infine, il ministro che ha ceduto alle richieste della parte più retriva della proprietà immobiliare, con un rifiuto pregiudiziale a voler concedere la sospensione degli sfratti per finita locazione alle famiglie con gravissimi disagi (anziani, malati terminali, portatori di handicap, nuclei con minori). Anche qui, perpetrando un cinico imbroglio sulla pelle dei più poveri, scaricando su regioni e comuni una bomba ad orologeria che tutti sanno destinata a scoppiare perché non ci sono né le risorse idonee né i tempi necessari per poter intervenire. Su questo ha ingaggiato un braccio di ferro con un Parlamento che, nella sua maggioranza, avrebbe affrontato la materia con altra gradualità e altre possibilità di intervento.
L’unico rimpianto è che se avesse lasciato due mesi fa, forse si sarebbe evitato questo ulteriore insulto alla coesione sociale, già così ampiamente compromessa dalla crisi.”
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