“Bruno Vespa è convinto, nonostante i miei sforzi, che i delitti americani arrivino al processo nei tempi fulminei cui ci hanno abituato i telefilm d’oltre oceano”.
Non ditelo a Bruno Vespa
Bruno Vespa è convinto, nonostante i miei sforzi, che i delitti americani arrivino al processo nei tempi fulminei cui ci hanno abituato i telefilm d’oltre oceano e va dicendo che:
“Quattro anni di detenzione preventiva non si giustificano mai” e “Ricordiamo che Amanda e Raffaele si sono fatti quasi quattro anni di carcerazione preventiva, che è una roba dell’altro mondo e che gli americani, in questo caso hanno ragione, a non capirla”
Non diteglielo, ma è difficile che in America un omicidio di primo grado come quello di Perugia arrivi in aula prima di due o tre anni. In qualche caso sono più veloci, ma spesso e volentieri ci vuole molto, ma molto di più[1]: quattro anni, cinque anni, otto anni[2].
Giusto un anno fa si aprirono a Houston due processi capitali[3]: il primo dopo 5 anni e il secondo dopo più di 8: e non sono certamente casi rari, né in Texas[4] né a New York[5].
In compenso se le istruttorie sono lunghe i processi sono brevissimi[6] e c’è gente che ha visto selezionare la giuria il lunedì mattina e il venerdì sera era nel braccio della morte[7]. Il verdetto (mai motivato) chiude la vicenda perché l’appello non è un diritto costituzionale e raramente annulla il processo di merito[8]. Nell’appello americano è il condannato a dover dimostrare che al dibattimento vi sono stati degli errori di legge così gravi che si deve rifare tutto da capo[9].
Dott. Claudio Giusti
https://www.facebook.com/claudio.giusti.545
Member of the Scientific Committee of Osservatorio sulla Legalità e i Diritti, Claudio Giusti had the privilege and the honour to participate in the first congress of the Italian Section of Amnesty International: later he was one of the founders of the World Coalition Against The Death Penalty. He writes on a regular basis about human rights, death penalty and American criminal law.
[5] http://www.nytimes.com/2013/04/14/nyregion/justice-denied-bronx-court-system-mired-in-delays.html
[7] Non è accaduto per Jodi Arias. Ci sono voluti cinque anni per arrivare in aula e il processo è durato cinque mesi, anche se i fatti non erano in discussione. Nessuno contestava che Arias avesse assassinato l’amante sparandogli, tagliandoli la gola da un orecchio all’altro e infliggendogli 29 coltellate (non necessariamente in questa successione). La difesa non negava i fatti, ma affermava che era legittima difesa. La giuria non le credette e la condannò per omicidio capitale, pur non essendo poi in grado di decidere la sentenza di morte. Dopo due anni una nuova giuria non ha raggiunto l’unanimità e Arias sarà condannata all’ergastolo, con o senza parole, dal giudice.
[9]