Nell’annunciare il Forum Euromediterraneo EUROSTOP che ha organizzato a Napoli per sabato prossimo, Rete dei Comunisti indica un obiettivo tanto ambizioso quanto fuorviante sul piano politico e ideologico e praticamente inconsistente.
Comunicato CC 14/2015 – 21 maggio 2015
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A proposito del Forum Euromediterraneo EUROSTOP – Napoli 23 maggio
I venditori di fumo e la lotta di classe
L’ala sinistra della sinistra borghese contrappone alla lotta di classe e alla costituzione del Governo di Blocco Popolare un progetto inconsistente, frutto dell’illusione di ridiventare “sponda politica” delle rivendicazioni popolari nelle istituzioni della Repubblica Pontificia.
Nell’annunciare il Forum Euromediterraneo EUROSTOP che ha organizzato a Napoli per sabato prossimo, Rete dei Comunisti (Contropiano) indica un obiettivo tanto ambizioso quanto fuorviante sul piano politico e ideologico e praticamente inconsistente: “Un’area alternativa euromediterranea per rompere la gabbia dell’Unione Europea”.
L’obiettivo proclamato e l’orientamento che lo sostiene non sono una novità né un’improvvisazione. Sono anni che Rete dei Comunisti e le pubblicazioni Contropiano li agitano e illustrano. Il professor Luciano Vasapollo (Università La Sapienza, Roma), eminente esponente e propagandista del gruppo, li ha illustrati in articoli, libri e conferenze in Italia, in Spagna, in Venezuela e a Cuba. Quindi per chi se n’è occupato i fraintendimenti non sono possibili.
La crisi generale del capitalismo si aggrava. I sistemi politici dei singoli paesi e il sistema di relazioni internazionali diventano sempre più precari: l’assetto politico che la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti americani, sionisti ed europei ha imposto nel mondo dopo l’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria, fa acqua da ogni lato. Eliminazione dei diritti acquisiti, disoccupazione, povertà, immigrazione, abbrutimento razzista, crisi ambientale, guerra imperversano o incombono sulle masse popolari dei paesi imperialisti. Ribellioni delle masse popolari nei paesi imperialisti, eroica resistenza delle masse nei paesi aggrediti e sfruttati, contrasti intestini rendono impossibile alla borghesia imperialista, al clero cristiano cattolico e ai loro portavoce e amministratori di continuare come ora. Il mondo cambierà: il problema è come cambierà, cioè chi guiderà il cambiamento. Qui si inseriscono i fautori dell’ALBA Euromediterranea. Alla luce di questo corso della cose vanno valutati i loro discorsi.
ALBA è un termine suggestivo: in una fase e in un ambiente dove le narrazioni e affabulazioni sostituiscono il ragionamento e la scienza, è efficace. È un riferimento, proclamato dai promotori come richiamo e prova di realismo, all’ALternativa Bolivariana per l’America proposta da Hugo Chavez nel 2001 e attuata a partire dal 2004 con gli accordi tra Venezuela e Cuba a cui poi si sono aggiunti altri paesi dell’America Latina e dei Caraibi (Bolivia, Ecuador, Nicaragua e altri). Nella sinistra borghese e tra i giovani della classi medie il “turismo politico”, sognare di andare o davvero andare a vedere e cercare la rivoluzione “dove c’è”, è una diffusa manifestazione dell’irrequietezza dilagante. Per i praticanti del “turismo politico” ALBA è un nome di richiamo, a prescindere dalle particolari condizioni per cui nell’America Latina Hugo Chavez e altri eminenti rivoluzionari ne hanno potuto fare una forza antimperialista promotrice di trasformazione sociale e politica: le ripetute, ricorrenti rivoluzioni generose ma (salvo che, per ben precise ragioni, a Cuba) sconfitte delle masse popolari, la nausea (al di là della linea gesuitica che segue, Papa Bergoglio è personalmente un caso esemplare, una dimostrazione vivente) di una parte della stessa oligarchia e del clero per la repressione sanguinosa e interminabile guidata dagli imperialisti americani ed europei e dai sionisti, l’appoggio di una parte delle stesse Forze Armate gonfiate dall’oligarchia e dagli imperialisti ai fini della repressione e stanche di sangue e atrocità, la enorme rendita petrolifera e più in generale mineraria che si trattava di sottrarre al lusso e allo sperpero delle oligarchie e del clero e destinare almeno in parte al miglioramento delle condizioni economiche e civili delle masse popolari. Inutile dire che nessuna di queste condizioni né condizioni analoghe esistono nei paesi euromediterranei, di cui trattano i fautori di ALBA euromediterranea.
Secondo i promotori del Forum, la causa principale del catastrofico corso delle cose nel nostro paese è “la gabbia dell’Unione Europea” in cui è rinchiuso. Rete dei Comunisti flirta con il movimento comunista, i suoi vocaboli e le sue memorie, ma come tutta la sinistra borghese rifugge dall’analisi di classe e dalla concezione comunista del mondo. Quindi non dice chiaramente chi ha rinchiuso il nostro paese nella “gabbia dell’Unione Europea” e ve lo tiene. Indicare i vertici della Repubblica Pontificia (i gruppi imperialisti italiani, la Corte vaticana con la sua Chiesa e le organizzazioni criminali) non è di moda e porta dritto ai problemi della lotta di classe e della rivoluzione socialista, ai motivi reali per cui in Italia il movimento comunista non ha raggiunto la maturità di una forza rivoluzionaria, nonostante il generoso e ricco apporto di Antonio Gramsci, nonostante l’eroica resistenza di tanti suoi membri durante il fascismo e la vittoriosa Resistenza culminata nella vittoria di 70 anni fa. Tutto questo è ignorato, negato, denigrato dalla cultura borghese e clericale, nelle sue accademie, circoli, università, case editrici e TV: per andare controcorrente bisogna avere nel movimento comunista la fiducia che per la sua storia merita, ma che non è di casa in Rete dei Comunisti.
Invece anche tra la borghesia, nella sua cultura, ha corso la denuncia della Germania, della Framania, ecc. senza alcun riguardo per le condizioni schiavistiche (da schiavi ben nutriti, ovviamente) in cui la borghesia imperialista tedesca, con il suo governo “di sinistra” Schröder, ha ridotto gli operai e gli altri lavoratori tedeschi ben prima che la borghesia francese o la borghesia italiana cercassero di imitarla. Restare nell’alveo dell’influenza culturale e ideologica della borghesia e del clero e darsi alla lotta rivendicativa e al sogno di fare da “sponda politica” nelle istituzioni della Repubblica Pontificia alle rivendicazioni delle masse popolari: questo è l’andazzo di gran parte degli esponenti di Rete dei Comunisti. Il culto per l’ALBA euromediterranea è il parto di tale condizione: combinazione tra soggezione alla cultura borghese e vaticana più infatuazione romantica per la rivoluzione sudamericana.
Rete dei Comunisti non dice chiaramente neanche chi dovrebbe portare il nostro e gli altri paesi fuori dalla “gabbia dell’Unione Europea” e fare l’ALBA euromediterranea. Quali classi, quali forze sociali e politiche? Come tutti i gruppi della sinistra borghese, Rete dei Comunisti sottintende che forze motrici della storia sono gli intelligenti e i colti, quelli che capiscono: loro fanno la storia, non la lotta di classe. Marcuse è il suo maestro, non Mao, Stalin, Lenin, Engels, Marx. Il suo disegno resta affidato alla attuali forze dominanti della cui cacciata i fautori di ALBA euromediterranea non parlano nei loro colti progetti.
Infine impresa nazionale o internazionale? Euromediterranea, PIGS o PIIGS, con l’aiuto dei volenterosi BRICS! Come tutti quelli che non si danno la briga o non riescono a elaborare una strategia per la rivoluzione socialista nel proprio paese, i fautori di ALBA euromediterranea si danno alla rivoluzione internazionale, con Syriza e Podemos che sono anche di moda.
In realtà il primo paese imperialista che romperà le catene della Comunità Internazionale dei gruppi europei, americani e sionisti mostrerà la strada e aprirà la via anche alle masse popolari degli altri paesi. L’Italia può essere questo paese. Dipende da noi comunisti: dobbiamo solo avanzare intellettualmente e moralmente abbastanza da essere capaci di mobilitare gli operai a costituire Organizzazioni Operaie nelle aziende capitaliste e il resto dei lavoratori a delle masse popolari a costituire Organizzazioni Popolari nelle aziende e istituzioni pubbliche e nelle zone d’abitazione. Grazie a una rete diffusa nel paese, le OO e OP possono costituire un Governo di Blocco Popolare capace di far fronte con successo a ogni attacco aperto o subdolo, dall’interno o dall’estero.
Vale più che mai il dato di fatto che la borghesia e il clero non sono di per se stessi forti: sono gli operai e gli altri lavoratori che non fanno ancora valere la loro forza.
La borghesia e il clero non possono sottrarsi ai vincoli del sistema capitalista in crisi: da qui vengono sia i contrasti interni ai vertici della RP sia i contrasti tra questi e le varie classi delle masse popolari che la borghesia e il clero cercano di trasformare in contrasti delle molteplici parti delle masse popolari tra loro (servendosi del Matteo Salvini di turno alla Lega Nord e degli scimmiottatori del fascismo del secolo scorso).
La forza degli operai e degli altri membri delle masse popolari ovviamente non sta né nel loro numero né nella gravità dell’oppressione e dei colpi che subiscono e della catastrofe in cui sono coinvolti. Sta nella coscienza e nell’organizzazione. Sono queste che fanno del loro numero una forza politica, cioè una forza capace di dare al paese un ordinamento politico conforme agli interessi della massa della popolazione, quello di cui l’attuale società è da tempo gravida. A questo corrisponde la nostra parola d’ordine: organizzarsi per costituire il GBP.
Le dimensioni del nostro paese, il suo ruolo in Europa, il fatto di essere sede del Vaticano, uno dei pilastri del sistema imperialista mondiale, il suo grande debito pubblico ed estero conferiscono all’Italia la possibilità di diventare il paese imperialista che rompe per primo le catene della Comunità Internazionale dei gruppi europei, americani e sionisti e mostra la strada e apre la via anche alle masse popolari degli altri paesi. Non si tratta di abbandonare l’euro, ma di approfittare dell’euro, delle centinaia di miliardi di euro circolanti in Italia, dell’intricato legame tra le banche e le istituzioni finanziarie e monetarie italiane con quelle europee e americane per dare battaglia. Battaglia che vinceremo se solo avremo mobilitato e organizzato la classe operaia e le altre classi delle masse popolari.
In Italia (PIL 1.800 miliardi €), per la circolazione corrente delle merci ci sono circa 300 miliardi di euro in banconote e moneta. Con i depositi e tesori vari probabilmente anche 500 miliardi. Quando si instaura il GBP, questi miliardi di euro restano a disposizione del governo (sono in Italia, in mano a persone fisiche e giuridiche sottoposte alle misure del GBP e delle OO e OP che lo hanno costituito). In più le banche italiane, sotto la giurisdizione del GBP, possono concedere prestiti e aprire crediti di conto corrente in euro in misura illimitata, se il GBP è capace di impedire che la quantità di denaro disponibile generi inflazione. Cosa possibile con la forza delle leggi, del controllo di OO e OP e della concentrazione del commercio al minuto che già esiste (supermercati). A questo punto, centralizzati nelle mani del GBP i pagamenti all’estero, che possono fare le istituzioni della UE e della CI? Se sabotano i nostri euro, sabotano anche i loro, perché non sono distinguibili: il cambio non esiste più, non possono manovrarlo e fare crollare i nostri euro senza far crollare gli euro di tutta l’UE e di tutte le banche del mondo che li usano come riserva e come mezzo di pagamento internazionale (moneta fiduciaria). Possono fare boicottaggi, sabotaggi, aggressioni e sanzioni. Ma ciò rientra nel campo delle attività politiche. In questo campo un governo che gode del sostegno di OO e OP diffuse nel paese è imbattibile.
Coscienti di questo noi comunisti dobbiamo anzitutto rafforzare le nostre file, prima per qualità e poi anche per quantità. Gli elementi avanzati delle masse popolari e in particolare gli operai avanzati devono diventare comunisti, costituire in ogni ambiente nella clandestinità Comitati di Partito. Ciò che distingue i comunisti dagli oppositori anche più accesi, dai ribelli anche più disposti a battersi è che essi hanno una comprensione più avanzata delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe sintetizzata nel marxismo-leninismo-maoismo. Grazie a questa trovano il modo di spingere sempre in avanti la lotta di classe, elaborano e lanciano in ogni ambiente e in ogni momento giuste parole d’ordine e pongono obiettivi che fanno avanzare la rivolta delle masse e ingrossano le file dei rivoltosi. In questo modo decideremo come cambierà il mondo che cambiare comunque deve.
Gli operai avanzati devono diventare comunisti: in questo modo prendono in mano le sorti del paese, fanno della classe operaia la nuova classe dirigente del paese!
Tutti quelli che aspirano a diventare comunisti (operai, altri lavoratori, disoccupati, studenti, casalinghe, pensionati, immigrati) devono costituire ovunque, in ogni azienda capitalista, in ogni azienda pubblica, in ogni zona d’abitazione Comitati di Partito (CdP) clandestini.
I Comitati di Partito devono fare di ogni lotta rivendicativa e di ogni protesta una scuola di comunismo, devono approfittarne per far sorgere Organizzazioni Operaie in ogni azienda capitalista e Organizzazioni Popolari in ogni azienda pubblica e in ogni zona d’abitazione, per orientarle a coordinarsi tra loro fino a costituire il Governo di Blocco Popolare, farlo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia e marciare verso l’instaurazione del socialismo.
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Comitato Centrale del (n)PCI http://www.nuovopci.it