Roma, inaugurazione archivio storico a dedicato a Mironov

La commemorazione è stata l’occasione per inaugurare, nella ricorrenza del 40° anniversario della nascita di Amnesty International in Italia, l’archivio storico dell’organizzazione, allestito in una sala dedicata ad Andrej Mironov.

 

COMUNICATO STAMPA

AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA RICORDA MIRONOV E INAUGURA L’ARCHIVIO STORICO A LUI DEDICATO

Venerdì 5 giugno presso la sede nazionale di Amnesty International Italia a Roma si è svolto un incontro in memoria di Andrej Mironov, ex-dissidente, prigioniero politico sovietico, giornalista e coraggioso difensore dei diritti umani rimasto ucciso a Sloviansk, in Ucraina, nel maggio del 2014, insieme al fotoreporter Andrea Rocchelli mentre documentavano gli scontri armati pre-elettorali nell’Ucraina orientale. A distanza di un anno dalla sua tragica morte, Amnesty International ha inteso ricordare il coraggio dell’uomo e del difensore dei diritti umani Mironov.

La commemorazione è stata l’occasione per inaugurare, nella ricorrenza del 40° anniversario della nascita di Amnesty International in Italia, l’archivio storico dell’organizzazione, allestito in una sala dedicata ad Andrej Mironov. L’archivio conterrà documentazione originale relativa alle campagne, alle mobilitazioni e al lavoro sui casi di persone a rischio che l’organizzazione per i diritti umani conduce dal 1975 a oggi.

Strenuo oppositore politico nel suo paese, nel 1985 Andrej Mironov fu arrestato dalla polizia segreta Kgb con l’accusa di aver rivelato una notevole diminuzione dell’estrazione di petrolio, da cui l’economia sovietica dipendeva totalmente, di aver distribuito clandestinamente (Samizdat) “I racconti della Kolyma” di Varlam Salamov, di aver criticato il governo, in particolare riguardo l’invasione dell’Afghanistan e della Cecoslovacchia, e la mancanza di democrazia nell’Urss.

Durante il processo venne simulata un’impiccagione, che gli fece perdere i sensi. Il suo processo si concluse con una condanna a quattro anni di detenzione e tre di esilio interno per propaganda sovversiva antisovietica. Spedito in un campo di lavoro destinato ad autori di reati contro lo stato considerati particolarmente pericolosi, Mironov venne rinchiuso in cella di punizione per sei volte. Fu liberato nel 1986 quando, a seguito dell’incontro tra il presidente statunitense Reagan e quello sovietico Gorbaciov, si decise la scarcerazione di 140 detenuti.

Nel 1991 iniziò a lavorare per numerose testate giornalistiche come ricercatore specializzato in diritti umani e dal ’92 operò in varie zone di conflitto, tra cui Nagorno Karabakh, Tagikistan, Cecenia e Afghanistan. Durante la guerra in Cecenia, organizzò incontri tra rappresentanti ceceni e deputati russi per una soluzione pacifica del conflitto. Le sue iniziative erano in contrasto con i piani governativi di reprimere con la forza l’insurrezione.

Continuamente pedinato dai servizi segreti e minacciato per le sue attività di denuncia delle violazioni dei diritti umani in Russia, Mironov rimase infine ucciso in Ucraina il 24 maggio 2014.

L’incontro nella sala Mironov si è tenuto alla presenza tra gli altri della Dott.ssa Mariapina Di Simone della Soprintendenza Archivistica per il Lazio, Ministero per i Beni e le Attività culturali, di Giuliano Prandini, coordinatore per la Russia di Amnesty International Italia, di alcuni amici e del fratello di Mironov, Aleksandr.

Roma, 5 giugno 2015

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