Il 13 e il 14 giugno si svolge a Firenze il nostro IV Congresso nazionale. Con le parole d’ordine Passare dalla difesa all’attacco. Organizzare e coordinare per costituire il Governo di Blocco Popolare.
IV CONGRESSO NAZIONALE
FIRENZE, 13 e 14 GIUGNO 2015
OSARE LOTTARE
OSARE VINCERE
Il 13 e il 14 giugno si svolge a Firenze il nostro IV Congresso nazionale. Con le parole d’ordine Passare dalla difesa all’attacco. Organizzare e coordinare per costituire il Governo di Blocco Popolare. Dal Governo di Blocco Popolare all’instaurazione del socialismo raccogliamo, rilanciamo e diamo prospettiva alle aspirazioni di cambiamento (alternativa politica) che sempre più si diffondono tra la parte avanzata degli operai e delle masse popolari.
La sintesi dei lavori congressuali è la trasformazione del P.CARC in partito del Governo di Blocco Popolare e il piano d’azione che adottiamo per promuoverne più coscientemente e programmaticamente la costituzione.
Più coscientemente, significa attraverso il bilancio dell’attività degli ultimi anni che nei fatti già andava nella direzione di adeguare la nostra azione alle condizioni della lotta di classe nel nostro paese.
Programmaticamente, significa che partendo da ciò che abbiamo imparato iniziamo a sperimentare su scala via via più ampia l’attuazione della linea del Governo di Blocco Popolare, perseguendola organicamente in ogni ambito dell’attività che promuoviamo e conduciamo, in ogni intervento.
I documenti congressuali (che sono pubblicati per intero su www.carc.it) indicano la linea che perseguiamo e il piano d’azione che ci guida.
Quando diciamo che il IV Congresso ha le radici piantate nella lotta di classe intendiamo che la nostra trasformazione in partito del Governo di Blocco Popolare è la combinazione di quanto il movimento comunista ha elaborato scientificamente (la concezione comunista del mondo) con quanto le condizioni concrete richiedono di fare per uscire dalla crisi e costruire una società superiore, una società socialista. Chiamiamo operai, lavoratori, elementi avanzati delle masse popolari a sperimentare una via che non ha precedenti, dato che in nessun paese imperialista il vecchio movimento comunista è arrivato a elaborare una linea adeguata a instaurare il socialismo. Non abbiamo esempi “da ricalcare”, avanziamo facendo tesoro degli insegnamenti del vecchio movimento comunista e tracciando una strada nuova. Facciamo un percorso sperimentale in cui sbagliare è possibile (è nell’ordine delle cose), in cui ci troveremo più volte ad aggiustare il tiro per superare i limiti e correggere gli errori. La questione non è non sbagliare, ma imparare dagli errori per correggerli e avanzare, provando e riprovando con determinazione, sapendo dove dobbiamo arrivare, facendo analisi concreta della situazione concreta, con principi saldi e con spirito sperimentale.
Questo spirito caratterizza la Carovana del (n)PCI (e il P.CARC che ne fa parte). Noi abbiamo capito che i vecchi partiti comunisti dei paesi imperialisti sono caduti nella (o non sono usciti dalla) trappola di concepire le lotte rivendicative come mezzo per migliorare le condizioni delle masse popolari e la lotta politica borghese (le elezioni, l’azione parlamentare, l’allargamento della partecipazione popolare alle istituzioni della democrazia borghese) come mezzo per condizionare l’azione del governo e dell’apparato statale in senso favorevole alle masse, invece di usare entrambe ai fini dell’instaurazione del socialismo.
Ai nostri inizi (circa 30 anni fa), abbiamo evitato di incanalarci nelle lotte rivendicative e nella partecipazione alla lotta politica borghese. Quindi abbiamo evitato di cadere nell’una o nell’altra delle due tare (riformismo conflittuale e rivendicativo e riformismo elettorale) che hanno deviato, reso impotente e alla fine disgregato il movimento comunista dei paesi imperialisti. Abbiamo evitato anche di ridurre la lotta per il socialismo al sostegno delle lotte rivendicative combinato con vuoti proclami sul futuro socialista (come fanno i dogmatici che si dicono anch’essi comunisti).
Siamo partiti dalla scienza marxista, dalla conoscenza e assimilazione della concezione comunista del mondo. Acquisita questa a un certo livello, abbiamo iniziato a costruire il legame con il movimento rivendicativo e con il movimento politico di massa per valorizzare l’uno e l’altro ai fini della rinascita del movimento comunista
Ci siamo distinti da altre organizzazioni (estremiste, riformiste, promotrici di “piattaforme unificanti e unitarie”, gruppi per “l’unità dei comunisti” basata sulla “fedeltà ai principi” anziché sulla concezione e sulla linea per superare i limiti che avevano causato il declino del movimento comunista) perché abbiamo iniziato a fare quello che tutti ripetevano che era necessario fare per ripartire (“il bilancio degli anni ’70”), ma nessuno si metteva a fare. Siamo partiti esaminando la fase economica e politica in cui ci trovavamo (la seconda crisi generale del capitalismo), l’origine e le causa della sconfitta che il movimento comunista aveva subito (il prevalere dei revisionisti moderni nei primi paesi socialisti e nei vecchi paesi comunisti), come risalire la china e ripartire (la rinascita del movimento comunista). [leggi tutto]
DOCUMENTI CONGRESSUALI:
Dichiarazione generale [leggi]
Risoluzione n.1: il lavoro internazionale del P.CARC [leggi]
Risoluzione n.2: il lavoro interno del P.CARC e la Riforma Morale e Intellettuale [leggi]
Risoluzione n.3: il lavoro operaio del P.CARC [leggi]
Risoluzione n.4: il lavoro donne, lavoro giovani e lavoro immigrati [leggi]
Statuto (sottoposto all’approvazione del Congresso) [leggi]
CHI SIAMO, DA DOVE VENIAMO E DOVE ANDIAMO
LA CAROVANA DEL (N)PCI
E LA RIVOLUZIONE SOCIALISTA IN ITALIA
La storia della Carovana del (n)PCI di cui il P.CARC fa parte è storia della rinascita del movimento comunista che si intreccia con la storia del nostro paese.
Con questo articolo combiniamo due movimenti. Il primo è la ricostruzione, per forza di cose sintetica, della storia della Carovana del (n)PCI. E’ una ricostruzione necessaria per comprendere i compiti che abbiamo oggi e che chiamiamo gli operai avanzati e i lavoratori avanzati ad assumere.
Il secondo è l’inizio di un percorso di conoscenza e studio di questa storia: nei prossimi mesi promuoveremo seminari, conferenze e dibattiti rivolti non solo a chi è già membro del P.CARC, ma a tutti coloro che hanno la bandiera rossa nel cuore e vogliono assumere un ruolo nella costruzione della rivoluzione socialista. In questo non partiamo da zero: già nel 2006 le Edizioni Rapporti Sociali pubblicarono la ricerca di uno studente (presentata come tesi di laurea) che ricostruiva condizioni e processo di costruzione della Carovana del (n)PCI.
Quella elaborazione (disponibile contattando edizionirapportisociali@gmail.com o carc@riseup.net) deve essere aggiornata alla luce delle trasformazioni degli anni successivi che il IV Congresso sancisce e rilancia.
Con questo articolo, infine, iniziamo a dare risposta a quanti ci chiedono “che relazione esiste fra P.CARC e (n)PCI?”. La risposta probabilmente non è esaustiva, ma gli elementi che emergono sono sufficienti ad avviare il lettore a una comprensione superiore della dialettica di unità e differenza che intercorre tra il nostro partito e il (n)PCI.
La storia della Carovana del (n)PCI inizia negli anni ’80 del secolo scorso. La crisi generale iniziava a manifestare i suoi effetti (ma nessuno sapeva ancora che genere di crisi fosse: il movimento rivoluzionario degli anni ’70 non aveva elaborato un’analisi scientifica del movimento economico e politico dalla società).
Sono anni caratterizzati da eventi che hanno marcato la storia del paese: la sconfitta subita degli operai della FIAT nel1980 hadato il via all’attacco dispiegato delle conquiste e dei diritti nelle fabbriche e fuori; la disfatta delle BR a causa della deriva militarista in cui erano precipitate dopo aver abbandonato il proposito di ricostruire il partito comunista, la conseguente campagna repressiva di massa (arresti, leggi speciali “antiterrorismo” di Kossiga, carceri speciali e braccetti della morte, tortura e uccisione di militanti rivoluzionari: il 28.03.1980 i reparti speciali dei carabinieri di Dalla Chiesa freddano quattro membri delle BR in via Fracchia a Genova); il PCI e la CGIL collaborano attivamente con il regime DC (“unità nazionale”) nella repressione di massa e nell’attacco alle conquiste dei lavoratoti (“politica dei sacrifici”). Sono gli anni del pentitismo (Patrizio Peci, arrestato nel 1980, sarà il primo di una lunga serie) che porterà in carcere centinaia di militanti delle BR e di altre organizzazioni combattenti e di compagni che avevano solidarizzato o collaborato con loro; dell’avvio della dissociazione dalla lotta di classe (“siamo stati sconfitti, la borghesia ha vinto”, “non è possibile fare la rivoluzione”, “la classe operaia non è un soggetto rivoluzionario”, “il mondo è cambiato”: discorsi che ancora sentiamo ripetere dalla sinistra borghese). A livello internazionale i paesi socialisti, sotto la guida dei revisionisti alla Kruscev e Den Xiaoping, andavano sempre più alla deriva, la Cina e il Vietnam erano in guerra tra loro. Il movimento comunista artefice delle grandi conquiste economiche, politiche e sociali dei 50 anni precedenti viveva una crisi profonda.
Cosa era successo? Cosa stava succedendo? Dove stava andando il mondo? Cosa dovevamo fare?
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Sito: www.carc.it