Roma, sul Tevere individuati 12 scarichi non depurati

Secondo la recente inchiesta sulla depurazione del TG Lazio in Italia si rischia di pagare una multa di 500 milioni di euro di cui 7 imputabili al Lazio, per non trattare adeguatamente gli scarichi.

 

Inchiesta TG Lazio sulla depurazione, a Roma 12 scarichi non depurati di utenze domestiche per 40.000 persone, entrano direttamente nel Tevere. Legambiente “Il gestore metta immediatamente a norma questi scarichi”

Secondo la recente inchiesta sulla depurazione del TG Lazio, alla quale hanno partecipato anche gli attivisti di Legambiente, sono emerse molte problematiche legate alla depurazione nel territorio del Lazio. Secondo i dati ISPRA, e in base alla direttiva europea acque reflue 91/271, in Italia si rischia di pagare una multa di 500 milioni di euro di cui 7 imputabili al Lazio, per non trattare adeguatamente gli scarichi. 

A Roma in particolare ci sono ben 12 scarichi non depurati che si gettano direttamente nel Tevere nei quartieri di Maglianella, Ponte Ladrone, Rebibbia, Cassia Veientana e Tor Crescenza, utenze corrispondenti addirittura a 40.000 cittadini, i cui reflui vanno nel Tevere non depurati, mentre in bolletta gli stessi cittadini pagano come tutti la depurazione.

“Deve essere immediatamente messo in opera un piano per depurare i reflui non trattati che l’Europa ci indica – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – visto che se ne conosce il punto di sversamento e l’impatto complessivo di 40.000 persone, per impedire la multa europea ma soprattutto per rendere migliore la qualità del Tevere e del mare laziale, stiamo predisponendo in merito un esposto alle autorità competenti proprio per geolocalizzare gli scarichi e chiederne  il trattamento opportuno. Contestualmente chiediamo che la Regione concluda l’iter attuativo della legge di iniziativa popolare sull’acqua pubblica, già approvata dalla Pisana all’unanimità più di un anno fa, individuando e ottimizzando la gestione sulla base geografica dei 18 bacini idrografici laziali; questo per ribadire che l’acqua è un bene comune perché lo hanno deciso gli italiani con il referendum del 2011, e chi la gestisce deve uscire dall’ottica lucrativa di fornire un servizio di rilevanza economica. Il gestore metta a norma gli scarichi inquinati per rendere migliore la qualità dell’acqua e della vita nel Lazio, e garantisca il minimo vitale approvvigionamento idrico a tutti, fermando definitivamente la politica dei distacchi”.

Secondo le indicazioni dell’Europa ci sono, oltre a Roma diverse problematicità nel resto del territorio del Lazio; viene imputata infatti una falla nel sistema depurativo anche nei comuni di Frosinone, Frascati, Anagni, Fontana Liri, Arce, Orte, Piglio e Monte San Giovanni Campano. L’inchiesta è andata in onda durante la puntata del 17 giugno di Buongiorno Regione del Tg Lazio.

Sharing - Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *