USA, ‘Polizia non rispetta gli standard sull’uso della forza letale’

In un rapporto diffuso oggi, Amnesty International Usa ha denunciato che i 50 stati degli Usa e il distretto federale di Columbia non rispettano gli standard internazionali sull’uso della forza letale da parte della polizia.

 

COMUNICATO STAMPA

AMNESTY INTERNATIONAL: NON UNO DEI 50 STATI DEGLI USA RISPETTA GLI STANDARD INTERNAZIONALI SULL’USO DELLA FORZA LETALE DA PARTE DELLA POLIZIA

In un rapporto diffuso oggi, Amnesty International Usa ha denunciato che i 50 stati degli Usa e il distretto federale di Columbia non rispettano gli standard internazionali sull’uso della forza letale da parte della polizia.

Nove stati (Maryland, Massachusets, Michigan, Ohio, South Carolina, Virginia, West Virginia, Wisconsin e Wyoming) e il distretto federale di Columbia non hanno alcuna legge che stabilisca quando è adeguato ricorrere alla forza letale. In 13 stati (Alabama, California, Delaware, Florida, Mississippi, Missouri, Montana, New Jersey, New York, Oregon, Rhode Island, South Dakota e Vermont) le norme vigenti sono in contrasto persino con le salvaguardie previste dalle leggi costituzionali. In nessun caso sono previsti meccanismi o procedure per l’accertamento delle responsabilità.

In assenza di statistiche ufficiali, si stima che le morti legate all’uso illegale della forza letale siano da 400 a 1000 all’anno, con un numero sproporzionato di vittime afroamericane (il 27 per cento, quando gli afroamericani costituiscono il 13 per cento della popolazione).

Il rapporto di Amnesty International Usa evidenzia la necessità di riforme, a livello federale e dei singoli stati, per adeguare le leggi in vigore alle norme e agli standard internazionali, i quali prevedono che la forza letale sia usata dagli agenti di polizia solo come estrema risorsa quando strettamente necessaria per proteggere se stessi o altri nei confronti di immediate minacce di morte o di ferimento grave.

Inoltre, Amnesty International sollecita il dipartimento della Giustizia a raccogliere dati sulle uccisioni da parte delle forze di polizia e sulla razza, il genere, l’età, la nazionalità, l’orientamento sessuale, l’identità di genere e l’appartenenza o meno a popoli nativi delle vittime della forza letale della polizia.

“Il fatto che non ci sia un solo stato degli Usa a conformarsi a questi standard ci preoccupa profondamente e pone una grave questione relativa al rispetto dei diritti umani. Occorrono immediatamente riforme in tema di leggi, politiche e addestramento in materia di polizia. Sono in gioco vite umane” – ha dichiarato Steven W. Hawkins, direttore generale di Amnesty International Usa.

Roma, 18 giugno 2015

Il rapporto “Deadly Force: Police Use of Lethal Force in the United States” è disponibile all’indirizzo:
http://www.amnesty.it/Non-uno-dei-50-stati-Usa-rispetta-standard-internazionali-uso-della-forza-letale-da-parte-della-polizia 

Ulteriori informazioni
Le leggi di nove stati (Arizona, Delaware, Idaho, Mississippi, Nebraska, Pennsylvania, South Dakota, Vermont, Washington) autorizzano l’uso della forza letale per sedare una rivolta.

Le leggi di 22 stati (Alabama, Colorado, Delaware, Georgia, Hawaii, Idaho, Indiana, Kentucky, Maine, Mississippi, Montana, Nebraska, New Hampshire, New Jersey, New Mexico, New York, North Carolina, North Dakota, Oklahoma, Pennsylvania, South Dakota, Washington) consentono l’uccisione di un evaso, a prescindere se il suo comportamento sia o meno minaccioso.

Solo otto stati (Connecticut, Florida, Indiana, Nevada, New Mexico, Tennessee, Utah e Washington) prevedono che gli agenti di polizia diano un preavviso a voce prima di usare la forza letale.

Solo tre stati (Delaware, Hawaii e New Jersey) dispongono che gli agenti di polizia facciano attenzione alla presenza di estranei prima di usare la forza letale.

Infine, 22 stati (Alabama, Arizona, California, Colorado, Connecticut, Indiana, Kansas, Kentucky, Louisiana, Maine, Mississippi, Nebraska, New Hampshire, New Jersey, New York, North Dakota, Pennsylvania, South Dakota, Texas e Washington) autorizzano privati cittadini a ricorrere alla forza legale quando svolgono funzioni di pubblico ufficiale, come ad esempio aiutare un agente di polizia a compiere un arresto.

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