ISDS: prima causa contro la Repubblica italiana

“Come ipotizzato alcuni mesi fa dalla Campagna Stop TTIP Italia, l’Italia deve rispondere per la prima volta nella sua storia ad una denuncia causata da un ISDS, l’arbitrato internazionale tra investitori e Stati”.


ISDS: prima causa contro la Repubblica italiana
Stop TTIP Italia: 
motivo in più per chiedere esclusione totale da TTIP

 

Come ipotizzato alcuni mesi fa dalla Campagna Stop TTIP Italia, l’Italia deve rispondere per la prima volta nella sua storia ad una denuncia causata da un ISDS, l’arbitrato internazionale tra investitori e Stati, oggi al centro delle polemiche per il suo possibile inserimento nel TTIP, il Trattato Transatlantico tra Unione Europea e Stati Uniti.
A confermarlo è l’ICSID, il Centro Internazionale di Risoluzione delle Dispute (legato alla Banca Mondiale) dove chiarisce come tre investitori di energie rinnovabili (il belga Blusun S.A., il francese Jean-Pierre Lecorcier e il tedesco Michael Stein) abbiano denunciato la Repubblica italiana per la revisione del sistema incentivante sull’energia fotovoltaica. La possibilità di adire all’arbitrato privato dell’ICSID la offre l’Energy Charter Treaty, il trattato di liberalizzazione dell’energia che prevede l’istituzione di un organismo di risoluzione delle controversie tra investitori privati e Stati. Il caso che riguarda l’Italia è stato anche inserito in un dossier della Commissione Juri del Parlamento europeo del 2014.
Il tribunale si è costituito il 12 giugno 2014 con  la francese Dentons Europe come consulente di parte per gli investitori.
Per l’8 maggio scorso era attesa la memoria difensiva dell’Avvocatura dello Stato, ma il silenzio del Governo imposto sull’ISDS, per evitare problemi sul negoziato TTIP, non permette di capire come stia procedendo la causa.
Del resto l’improvvida uscita dell’Italia dall’Energy Charter Treaty, come denunciato dalla Campagna Stop TTIP Italia lo scorso aprile, sta a dimostrare come l’Italia, strenua sostenitrice dell’ISDS nel TTIP, ne fugga le conseguenze quando a rimetterci rischiano di essere proprio le finanze italiane.
“Il silenzio del Governo italiano è sconcertante” dichiara Elena Mazzoni, tra i coordinatori della Campagna Stop TTIP Italia “il Viceministro Calenda ha sempre ridimensionato le criticità dell’arbitrato definendole “invenzioni”, ma in questo caso la realtà supera le sue supposizioni e per questo crediamo che debba chiarire la situazione davanti a Parlamento e cittadini italiani”.
“A meno di una settimana dalla riunione straordinaria sul TTIP della Commissione Commercio internazionale del Parlamento europeo” sottolinea Monica Di Sisto, portavoce della Campagna italiana Stop TTIP “è più che mai necessario che gli europarlamentari prendano una posizione chiara e non più ambigua: che si mantengano gli emendamenti che escludono totalmente qualsiasi arbitrato internazionale dal TTIP, ISDS privato o pubblico, e li votino di conseguenza alla plenaria del Parlamento europeo. Solo così sarà possibile dare una risposta chiara alle tante preoccupazioni motivate di cittadini, esperti e realtà della società civile”.


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