Ovunque fioriscono gruppi di persone comuni che mettono in discussione l’ossessione della crescita. Dalla Francia all’Italia passando per gli Stati uniti, espressioni come decrescita, décroissance e degrowth sono accolte sempre più con attenzione.
NEWSLETTER DI COMUNE
FACCIAMO COMUNE INSIEME
Sarà pure fine lunglio e saranno pure tempi nei quali mettere in comune saperi e donare tempo restano follie, tuttavia il nostro Sos, “ci serve una mano per le traduzioni”, ha ricevuto un’accoglienza splendida. Grazie, scriveremo a tutti e tutte e da settembre troveremo il modo per arricchire questa cosa che chiamiamo Comune. Chi vuole aggiungersi può scrivere a carmosino@comune-info.net.
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NUOVI MOVIMENTI
Ovunque fioriscono gruppi di persone comuni che mettono in discussione l’ossessione della crescita. Dalla Francia all’Italia passando per gli Stati uniti, espressioni come decrescita, décroissance e degrowth sono accolte sempre più con attenzione e alludono ai molti modi con cui tanti e tante hanno deciso di riprendersi il proprio tempo e i propri saperi facendoli uscire dal mercato. A rendere più importante questa trasformazione – spiega Chris Carlsson – è il fatto che questi cambiamenti si intrecciano e si affiancano ad altri movimenti, in cui si costruiscono relazioni in modo orizzontale. Viviamo al tempo stesso un impoverimento mondiale, come dimostra la Grecia, ma anche la diffusione dei moviment i per la decrescita, dei neri, delle donne, dei movimenti transgender, dei movimenti anti polizia, per utilizzare un’unica espressione dei movimenti anti-autoritari. Sono i diversi volti di critica al capitalismo
CHRIS CARLSSON
IL FEMMINISMO DEL FARE OGNI GIORNO
La vicinanza, il quotidiano, il piacere. Parole chiave della grande esperienza politica delle femministe di Mujeres Creando. Le parole, tuttavia, possono essere usate perfino contro il loro significato: una delle azioni del potere è divorare tutto, essere il tutto. Nulla deve avere un significato diverso da quello che gli viene assegnato, dice Maria Galindo. Per questo il potere ha bisogno di prendersi la parola e il territorio del femminismo. Deve cooptarlo e spogliarlo del suo senso sovversivo. Mujeres era un sogno: “indigene, puttane e lesbiche, unite, ribelli e sororali”. Sembrava qualcosa di impossibile, un enunciato poetico, invece “abbiamo costruito un’organizzazione politica che ha giocato un ru olo storico. Dall’essere un gruppo femminista siamo diventate un fenomeno culturale e un referente di ribellione per le boliviane. Le pratiche e metodologie della creatività, della spontaneità e dell’accompagnamento hanno fatto sì che il nostro servizio contro la violenza maschile sia oggi il più prestigioso della città”. Governo e stato non sono tutto, più in là c’è la società. Mujeres Creando inventa scenari politici autonomi
MARIA GALINDO
QUEL GELATO SENZA PADRONI
In origine, era la filiale di una piccola azienda francese che consegnava i suoi gelati alla grande distribuzione. Nel 2011, la filiale viene venduta al suo principale concorrente e leader europeo di questo mercato che apparteneva a un fondo di investimenti statunitense. Dieci mesi più tardi, viene annunciata la chiusura dell’impianto di Carcassonne. Tutti a casa. Ma accade qualcosa che quelli del fondo di investimenti non avevano previsto: i lavoratori si autorganizzano, alcuni di loro mettono su nel 2014 la cooperativa operaia la Fabbrica del Sud, che propone gelati di qualità artigianale con ingredienti naturali e per lo più locali. Il tutto con un sostegno fortissimo del tettitorio. Certo le difficolt&agrav e; non mancano, ma la cooperativa sta raggiungendo i suoi obiettivi. ““Prima, era una industria alimentare. Avevi un salario alla fine del mese. Avevo perso qualunque motivazione, facevo solo le mie ore – dice Stephane – Ora vengo a lavorare ma non mi sento una dipendente. Mi sono appropriata della vita dell’impresa”. Oggi i soci della cooperativa si riuniscono una volta al mese nell’Assemblea dei Salariati per discutere la vita dell’impresa. Tutti sono nello stesso momento padroni e dipendenti che si alternano nei diversi lavori… “La nostra storia è così bella quanto sono buoni i nostri gelati”
BENOIT BOR RITS
► REINVENTARE LA VITA DAL LAVORO. LE FABBRICHE RECUPERATE
RIBELLARSI CON IL CREDITO COMUNITARIO
Piccoli pescatori impoveriti, baraccopoli sempre più grandi, livelli di violenza altissimi. Come in tutte le storie di lotta, c’è un momento in cui la base si ribella: in questo caso sono gli abitanti di un pezzo dello Stato brasiliano del Cearà che, spinti dalle condizioni di vita disumane nelle quali vivevano, cominciano a occuparsi del loro territorio e a modificare poco a poco le loro condizioni di vita. Tra le prime inziative, la costituzione di una piccola banca autogestita, un istituto di microcredito comunitario senza padroni, che sostiene con ottimi risultati l’economia locale (foto: una festa di quartiere promossa dalla banca comunitaria e un’assemblea)
GENOVEVA LOPEZ MORALES
► SVUOTIAMO I BANCOMAT. FACCIAMO UNA MAG
QUANDO LA PASTA AL SUGO DIVENTA AMARA
La sua vita è finita sotto un albero, vicino ai campi di pomodoro, in una masseria dell’entroterra pugliese. Siamo riusciti a sapere che aveva 47 anni e che si chiamava Mohamed. Un uomo arrivato dal Sudan non ha diritto al cognome sui giornali. Troppo difficile, forse, per chi li scrive. Nemmeno se quell’uomo muore, nemmeno se ha un permesso di soggiorno. Per le agenzie di stampa è un “bracciante extracomunitario” senza contratto di lavoro. Strano, no? Alle due del pomeriggio il sole di Puglia di questi giorni uccide quanto una traversata del Mediterraneo, Mohamed si è accasciato al suolo, i compagni l’hanno portato sotto un albero. L’ambulanza è arrivata due ore dopo ma quel bracci ante se n’era già andato
CRONACHE DI ORDINARIO RAZZISMO
GUARIRE DALL’IGIENE
Il volersi bene, ai tempi del dominio del profitto sulla vita, ha preso la forma del centro benessere, del fitness, dell’igiene, degli specialisti della cura del corpo. Pratiche costose che hanno una caratteristica comune: tenersi a distanza siderale dalla pulsione di vita
ALESSANDRO PERTOSA E LUCILIO SANTONI
ORGOGLIOSI DI QUESTO PIL
Ci sono sindaci che guardano con orgoglio gli ingorghi sulle strade perché «sono un chiaro segno che la produzione funziona». Poi ci sono amministratori delegati, orgogliosi di come il progetto di rimozione del relitto della Costa Concordia, sull’isola del Giglio, abbia contribuito al Pil nazionale: la domanda allora è, «che senso ha mettere sotto processo i responsabili della tragedia, se contribuiscono al benessere?». Un dubbio atroce ci assale: lo slogan di Expo, «orgoglio italiano», allude a tutto questo? Aiuto, affondiamo
FILIPPO SCHILLACI
UNA SCONFITTA CHE CI RIGUARDA
Il Memorandum che la Grecia è stata costretta ad accettare è una nuova pesantissima gabbia alla sovranità del popolo greco nonché la prosecuzione del massacro sociale di una comunità stremata, ma mai doma, di cui si è voluta colpire la dignità. L’accordo è incommensurabilmente peggiore di quello proposto dal presidente della Commissione europea Juncker e respinto dal referendum. L’Ue non solo è ademocratica, ma considera come nemico assoluto la democrazia: la parola data al popolo greco da parte del governo di Siryza è stata considerata un’intollerabile provocazione. Dobbiamo gridare contro questa Europa e costruire qualcosa di diverso dal ba sso, con l’obiettivo di definanziarizzare la società, rivendicando, contro chi parla di pareggio di bilancio finanziario, la priorità del pareggio di bilancio sociale e ambientale
MARCO BERSANI
T-TIP, IL NOSTRO FUTURO GRECO
Per uno paradosso o una significativa coincidenza lo stesso giorno nel quale aggreddiva la resistenza del popolo greco, il parlamento europeo avrebbe votato il rapporto Lange sul Transatlantic Trade and Investment Partnership (T-tip). L’Ue è solo austerity e liberismo, cioè grandi imprese. La vita è un’altra cosa
FRANCESCO MARTONE
► LA NUOVA RESISTENZA DELLA GRECIA [THEODOROS KARYOTIS]
NEL NOME DEL PROFITTO
C’è bisogno di un vasto programma di informazione e messa in sicurezza dei siti industriali passati e presenti. Dal Vajont alle strage di Stava (luglio di trent’anni fa; foto, l’ingresso dell’ex miniera oggi) passando per le vittime non ufficiali: sono migliaia le persone uccise nel nome del profitto nelle fabbriche, nelle città, nei campi
GIORGIO NEBBIA
IL FASCINO E LA DISUMANITÀ DEL POTERE
C’è il potere del denaro che oggettifica tutto, il denaro come regolatore delle relazioni sociali. C’è il potere della politica a servizio dei potenti della finanza che reifica tutto e riduce la dignità dell’uomo a numeri, a nulla. C’è perfino il potere dei potenti che ha una suo fascino per alcuni oppressi. Il fascino del potere e dei potenti è stato descritto dalla grande letteratura, basta pensare a Dostoeivskij, Tolstoij, Balzac e Zola. Il fascino del potere dei potenti agisce sempre come un tarlo e distrugge l’umanità di chi si lascia sedurre, per convenienza, per convinzione o per necessità. Ieri come oggi, nella letteratura e nella vita di ogni giorno. A questi poteri possiamo ribellarci [a proposito di potere, nella foto Angela Merkel e Reem, la ragazza 14enne palestinese, nota per aver chiesto conto delle politiche di accoglienza tedesche direttamente alla donna più potente del mondo. La foto ha fatto il giro del mondo per la dura risposta della Cancelliera]
ALAIN GOUSSOT
COSA ABBIAMO IN COMUNE?
La privatizzazione dei beni comuni accompagna ovunque la crisi profonda e verticale della democrazia rappresentativa e delle istituzioni pubbliche. Tuttavia viviamo anche la stagione dell’acqua bene comune, dell’occupazione e della restituzione all’uso sociale di spazi abbandonati. Abbiamo bisogno di nuovi concetti, di parole diverse per leggere e cambiare la società. L’Università estiva di Attac riparte dal concetto di Comune, in tutte le sue sfumature
M. B.
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