“Le alternative al mondo che considera l’accumulazione di denaro più importante della vita non nascono nelle istituzioni statali né al centro della scena politica.”
NEWSLETTER DI COMUNE
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QUANDO SI LOTTA PER NON MORIRE
Le alternative al mondo che considera l’accumulazione di denaro più importante della vita non nascono nelle istituzioni statali né al centro della scena politica. La cosa non dovrebbe sorprendere, soprattutto i lettori di Comune, eppure tutti torniamo a dimenticarcene quando lo scontro politico o la competizione elettorale si fanno incandescenti e impazzano nei telegiornali. Le alternative concrete al capitalismo spuntano invece ai margini, lontano dalle relazioni egemoniche e dai riflettori mediatici. Come nel caso dei campamentos della salute adottati dalla facoltà di medicina di Rosario, Argentina, uno dei migliori esempi di alleanza tra movimenti sociali e scienza. La ricetta è semplice: si lotta per non morire. Ne parleremo anche al Seminario di Pescia di fine agosto (verrà anche Oscar Olivera), a Roma e nelle altre date del prossimo viaggio in Italia di Raúl promosso da Camminar domandando e Comune
RAÚL ZIBECHI
LE RETI DEL BARATTO IN ARGENTINA E GRECIA
Ci sono già molte forme diverse di baratto in tutta la Grecia. Cosa si può imparare dalla straordinaria esperienza di baratto dell’Argentina 2001? Forse una delle prime cose da fare è convincere il governo di Syriza ad acconsentire a non criminalizzare la partecipazione alle reti di baratto, qualsiasi tipo di valuta di cambio venga elaborata, spiega Marina Sitrin, scrittrice e sociologa statunitense. La seconda è da imparare dalla massiccia contraffazione dei crediti, da contrastare dal basso con molta creatività. La cosa più importante è che milioni e milioni di persone in Argentina s ono sopravvissute scambiando quello che già avevano, che potevano fare o costruire. “Mentre la Grecia è insulare geograficamente, non lo è politicamente. I movimenti e i gruppi di tutto il mondo sono ansiosi di appoggiare i continui e sempre più ampi tentativi del popolo che si organizza dal basso per sopravvivere…. Forse la Grecia non può soltanto mostrare la strada con mezzi alternativi di scambio nell’ambito della Grecia, ma può iniziare una rete globale di scambio al di fuori dell’economia capitalista formale”
MARINA SITRIN
A LUCI SPENTE, DOMANDE SULLA GRECIA
Debiti accumulati dai governi precedenti, crediti pubblici, sostenibilità degli oneri, paradisi fiscali e conflitti di interesse, debiti contratti con singoli paesi europei, raccolte fonti e gemellaggi prolungati. La guerra alla Grecia è fatta anche di dati nascosti e informazioni non approfondite da media e grande finanza: sei domande di un economista borderline, per non lasciare solo il popolo greco
ALBERTO CASTAGNOLA
LA NUOVA RESISTENZA DELLA GRECIA [THEODOROS KARYOTIS]
C’E’ UN ALTRA GRECIA DA COSTRUIRE [FRANCESCO MARTONE]
LA PIETRA TOMBALE DELLA SOCIALDEMOCRAZIA [MATTEO SAUDINO]
IL NOSTRO DECIMO ANNIVERSARIO
Era il giugno del 2005 quando gli zapatisti pensarono che fosse arrivato il momento di “chiamare quelli come noi e unirci a loro, ovunque vivano e lottino”. Nasceva così la Sexta Declaración de la Selva Lacandona. Annunciava, fra le altre cose, che l’Ezln avrebbe ampliato le sue relazioni di rispetto e mutuo aiuto con persone e organizzazioni che lottano in tutto il mondo contro il neoliberismo e per l’umanità. Come al solito, i ribelli del Chiapas hanno mantenuto la loro parola. A maggio, a San Cristóbal è stata riconfermata La Sexta, come rete planetaria di resistenze e ribellioni, che lega persone, collettivi, organizzazioni e iniziative, in Messico e nel mondo, le qua li devono attivarsi per far fronte alla tormenta che ci viene addosso. Forse però, ha detto Jerome Baschet nel recente seminario, è ora di andare oltre ciò che sinora ha fatto la Sexta, e tessere vincoli e affinità che non includano solo gli aderenti e rendano più visibile la sua forza per far fronte insieme all’idra capitalista
GUSTAVO ESTEVA
ABDELLAH HA DUE ANNI IN MENO DI ME
“No Borders perchè Abdellah ha due anni in meno di me, io gli sto insegnando l’italiano lui mi sta insegnando l’arabo, tutti e due parliamo male inglese, abbiamo gli stessi sogni, le stesse speranze, entrambi abbiamo studiato, entrambi abbiamo facebook… solo che quando siamo andati a cercare la connessione verso la frontiera, dove c’è il wi-fi libero, lui si è dovuto fermare alle transenne”. Fotoreportage di Emanuela Lava. Cronache del Presidio Permanente No Borders di Ventimiglia: mondi diversi già esistono
EMANUELA LAVA
ALTRI CENTO CORPI SULLE COSTE LIBICHE
C’è la strage mediterranea che in un silenzio irreale ha (probabilmente) ucciso più persone dopo quella del 18 aprile e ci sono i tre corpi abbandonati nel deserto. Erano una coppia nigeriana e un altro uomo di nazionalità incerta, persone qualsiasi. E poi solo tre. Assassinii di routine, che non fanno notizia fino a che qualcuno (che conta) non decide che siano morti “interessanti”. Il maltese Migrant Report, ripreso in Italia dalle preziose Cronache di ordinario razzismo, dice che “le informazioni su quanto avviene ai migranti sono molto rare”. Noi di Comune scriviamo spesso che i cambiamenti sociali che avvengono in profondità, la lotta politica, la rivo luzione ci interessano quando riguardano la quotidianità, la vita di ogni giorno. Oggi, almeno per una volta, vorremmo precisare che il discorso vale anche per le morti giudicate poco interessanti, quelle di ogni giorno
CRONACHE DI ORDINARIO RAZZISMO
SE FACCIO CAPISCO
Un laboratorio di scrittura può diventare uno spazio per un lavoro cooperativo in cui l’esperienza di imparare è giocare con le parole, sbagliare e correggere. Uno spazio dove si attraggono esperti e risorse, dove “rimuginare” i testi, non avere fretta e approfondire, dove le emozioni sono acceleratori di cura e di apprendimento/insegnamento
FIORELLA PALOMBA
LA RIBELLIONE DI UN PICCOLO FRATELLO
La laurea in Lettere a Pisa, la Resistenza e il salvataggio di centinaia di ebrei, la scelta di essere prete tra i più poveri, l’emarginazione subita dal Vaticano, la vita quotidiana a Fortin Olmos (Argentina) con i boscaioli (in lotta contro una multinazionale prima della creazione di una cooperativa di lavoratori), il rifiuto dei premi, l’interlocuzione con Pablo Neruda, e Leonardo Boff, le lotte con i Sem Terra, la vita in Cile (dopo il colpo di Stato guidato da Pinochet, il suo nome era comparso sui muri di Santiago del Cile al secondo posto di una lista di proscrizione di persone da eliminare da parte di chiunque le avesse incontrate), il sostegno alla rivoluzione sandinista, la vita nelle favela, artico li e libri come Camminando s’apre cammino. Questo e molto altro è stato Arturo Paoli, una vita (sempre piuttosto schivo) con quelli di sotto
VALERIO GIGANTE
DIFFERENZE
S.T.: “Sono ventiquattr’ore che sto pensando alla sostanziale differenza fra uno scafista che getta in mare lo zainetto con l’insulina di una bambina, condannandola a morte di fronte a suo padre, e coloro che quella bambina e suo padre li avrebbero lasciati in una putrida zona di guerra per risparmiare trentacinque euro al giorno. E questa sostanziale differenza …. SEGUE QUI
A TREVISO HANNO IL CAPRO ESPIATORIO
“Mercoledì 15 luglio a Treviso sono arrivati alcuni profughi e gli abitanti del quartiere sono insorti. Nella notte qualcuno di loro è entrato negli appartamenti e ha incendiato i mobili, i divani, i vestiti, le sedie e perfino le ciabatte destinate ai profughi. Poi il giorno dopo, gli stessi abitanti del quartiere, hanno impedito a una cesta di cibo di arrivare alle bocche dei profughi a cui quel cibo era destinato. Io qualche mese fa sono stato ad Auschwitz – scrive Saverio Tommasi-, e vi dico che le vostre idee non sono per niente originali ….” SEGUE QUI
PAESI ABBANDONATI, COSÌ RINASCONO LE COMUNITÀ
Favara Cultural Farm è una galleria d’arte e residenza per artisti e designer a Favara, paesino in provincia di Agrigento. Un parco culturale, che aggrega piccoli cortili e palazzi nel centro storico in cui si alternano mostre, installazioni, dibattiti, presentazioni di libri ma anche feste. Ex Fadda – Officina del Sapere, a San Vito dei Normanni, in Puglia, invece, era un vecchio stabilimento enologico in disuso, ora è un centro culturale molto vivace, con un ristorante a Km 0 gestito da un gruppo di ragazzi con disabilità. C’è anche Sextantio (foto), albergo diffuso con due sedi ormai piuttoste note: nei Sassi di Matera e a Santo Stefano di Sessanio, a L’Aquila. In entrambi i casi sono stati recuperate case e stalle: qui lenzuoli, coperte, saponi, ma anche pane e pasta sono fatti a mano localmente
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VIAGGIATORI DI UN MONDO DIVERSO
Possiamo rifiutare il turismo di massa in molti modi: con il baratto, con lo scambio casa, con l’ospitalità in eco-villaggi. Grazie anche a Couchsurfing, Wwoof e Workaway – piattaforme web dove ci si registra per trovare ospitalità in casa altrui surfando da una divano all’altro oppure rimboccandosi le maniche e offrendo il proprio lavoro in cambio di vitto e ospitalità -, il viaggio torna a essere un modo per scoprire e cambiare il mondo con lentezza
REDATTORE SOCIALE
LEGGEREZZE INSOSTENIBILI
La Repubblica, 18 luglio 2015, sullo stupro di una giovane donna sul treno Livorno-Pisa avvenuto l’11 luglio: “La sua unica leggerezza è stata quella di sedersi in uno scompartimento senza nessun altro passeggero. E non ha potuto difendersi e chiedere aiuto durante la violenza”. Angelo Colombo, assessore Idv di Cassano D’Adda, 12 luglio 2015, sullo stupro della quindicenne avvenuto a Roma poco più di due settimane fa: “Non sono di Sel, né razzista, (Nda: e cosa cavolo c’entra?) ma certe donne provocano e rischiano da come si vestono!“. Sono due enormi sciocchezze che appartengono alla “cultura dello stupro”: quell’insieme di miti, false credenze, pregiud izi basati sulla misoginia che attribuiscono alla vittima responsabilità, in parte o in toto, per la violenza che ha subito. Gli uomini che commettono violenze sessuali fanno una scelta: non sono speciali, malati, mostri, animali, alieni, orchi e baggianate varie. Sono uomini comuni. Smettiamola di trovano costantemente scuse per il loro comportamento criminale
MARIA G. DI RIENZO
DETENUTI O PEDINE?
Vogliamo ammetterlo? Il carcere non vuole rieducare, il carcere punisce, vessa, tortura. Non è tortura spezzare (con continui spostamenti in altri carceri) percorsi faticosamente ricostruiti? Non è tortura dire, senza guardare in faccia nessuno, non mi interessa capire se sei cambiato, se recido i rapporti ricostruiti, se rendo ancora più difficile, allontanandoti, i rapporti con i familiari… ?
FRANCESCA DE CAROLIS
MORIRE LENTAMENTE
Dopo cinque anni dallo scoppio nel golfo del Messico (pozzo della multinazionale BP) delle tante cose che si possono dire, quella più vera è che siamo solo all’inizio e che ci vorranno anni ed anni per arrivare ad una qualche semblanza di normalità per chi ha perso salute, sitle di vita e a volte anche lavoro. Una delle lezioni piu interessanti in materia arriva dall’incidente della Exxon Valdez, nel 1989: dopo neanche trent’anni, quasi tutti coloro che hanno lavorato alle operazioni di pulizia sono tutti morti o malati; la vita media per chi ha lavorato in Alaska dopo lo scoppio è stata di 51 anni. Fra i lavoratori della BP almeno in 160 si sono ammalati e in venti sono finiti all’ospedale. Ma la BP specifica: &l dquo;per poco tempo”. Non abbiamo imparato niente
MARIA RITA D’ORSOGNA
LA MAGNA CARTA DEI MOVIMENTI POPOLARI
Un incontro mondiale di molti movimenti popolari ha elaborato il suo documento finale: la Carta di Santa Cruz dopo aver discusso per tre giorni intorno ai temi di terra, casa e lavoro. Hanno partecipato 1.500 persone e le organizzazioni di 40 paesi ma anche papa Francesco. Che ha chiesto perseveranza nell’impegno di lotta per cambiamenti strutturali e ha affermato che sono sempre più urgenti trasformazioni profonde. Era la seconda volta che il papa incontrava rappresentanze di movimenti popolari (la prima fu nell’ottobre 2014, in Vaticano). Le risoluzioni finali sostengono il superamento di un “modello sociale, politico, economico e culturale in cui mercato e denaro si sono trasformati nei regolatori delle relazioni umane a tutti i livell i”
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GENOVA, 20 LUGLIO 2001
Ore 19: “Provo a telefonare a mio fratello. Il cellulare è staccato. Poi, ad un tratto, suona libero ….”
ELENA GIULIANI
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