Roma, pappagalline sequestrate ora cercano una casa

Due pappagalline sequestrate a una donna che le usava per accattonaggio, ospitate e curate presso la sede dell’OIPA di Roma, possono essere date in affidamento a persone esperte e che si prenderanno cura di loro.

 

Le Guardie Zoofile dell’OIPA del nucleo capitolino, con un blitz in via delle Muratte, crocevia per i turisti che si recano alla Fontana di Trevi, hanno sorpreso una donna che utilizzava due pappagallini ondulati come attrazione al fine di ottenere l’elemosina. Una sorta di accattonaggio e spettacolino con gli animali, pratiche entrambe vietate dal regolamento comunale a tutela degli animali in vigore dal 2005. Nonostante le proteste della donna, gli agenti zoofili dell’OIPA hanno proceduto a sanzionarla e hanno posto sotto sequestro i pappagalli. La successiva visita veterinaria ha purtroppo confermato i sospetti dell’OIPA, ovvero che al fine di impedire loro la fuga, ai poveri pappagallini erano state tagliate le remiganti, ovvero le piume che consentono il volo, operazione che se eseguita, come in questo caso da persone non qualificata, può essere una vera e propria amputazione. Per questo motivo la donna sarà denunciata all’Autorità Giudiziaria per il reato previsto dall’articolo 544 ter ovvero il maltrattamento di animali che prevede la reclusione da 3 a 18 mesi.

Ora Coco e Rita (così sono stati chiamati i pappagallini) sono ospitate e curate presso la sede dell’OIPA di Roma: possono essere date in affidamento a persone esperte e che si prenderanno cura di loro.
Per informazioni circa l’affidamento scrivere a guardieroma@oipa.org

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