“Ancora sulla lezione della Grecia”

A partire dalle elezioni politiche greche del 25 gennaio 2015 abbiamo ripetutamente chiamato i membri del (n)PCI e del P.CARC, tutti quelli che in Italia si considerano comunisti, tutti quelli che in Italia vogliono essere comunisti a imparare dalla lotta di classe in corso in Grecia.

 

Comunicato CC 20/2015 – 3 agosto 2015

[Scaricate il testo del comunicato in Open Office / PDF / Word ]

Ancora sulla lezione della Grecia

Il bilancio degli avvenimenti greci fatto dal Partito comunista greco (KKE) in un articolo introdotto e commentato dal CC del (nuovo)PCI

 

A partire dalle elezioni politiche greche del 25 gennaio 2015 (Comunicato CC 7/2015 18 febbraio 2015 e La Voce n. 49 marzo 2015) abbiamo ripetutamente chiamato i membri del (n)PCI e del P.CARC, tutti quelli che in Italia si considerano comunisti, tutti quelli che in Italia vogliono essere comunisti a imparare dalla lotta di classe in corso in Grecia. La rinascita del movimento comunista internazionale è ancora agli inizi e questo per forza di cose limita la nostra conoscenza e comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta in corso in Grecia, ma nonostante questo limite, molto importanti sono le lezioni che gli avvenimenti greci già ci hanno dato.

Essi mostrano il ruolo determinante che ha sul corso degli eventi l’attività di un partito comunista (il KKE) capace di resistere non solo alla pressione della borghesia e del clero ma in particolare anche alla pressione ideologica della sinistra borghese che sostituisce l’empirismo e il pragmatismo o addirittura l’immaginazione alla scienza delle attività con cui gli uomini fanno la loro storia. Il KKE è un partito capace di fare una politica di principio, guidata dalla concezione comunista del mondo e di trarre lezioni anche dalle sconfitte. Già membro dell’Internazionale Comunista (1919-1943) e dirigente dell’eroica Resistenza del popolo greco contro il nazifascismo (1941-1944) e poi (1946-1949) contro l’imperialismo anglo-americano che anche in Grecia ne prese il posto, benché allora sconfitto il KKE seppe tirare insegnamenti anche dai suoi errori e limiti all’origine della sconfitta, ricostituire le sue forze e riprendere la lotta. Oggi la Grecia è l’unico paese europeo in cui un partito comunista con vasti e solidi legami con la classe operaia e il resto delle masse popolari (quali noi comunisti italiani ancora non abbiamo) mobilita e dirige le masse a far fronte alla fase acuta e terminale della crisi generale del capitalismo. Grazie alla sua attività in Grecia il sistema politico borghese è entrato in crisi e la sinistra borghese anziché rincorrere la destra borghese come negli altri paesi europei (pensiamo alla triste traiettoria da Berlinguer a Occhetto a Bertinotti a Diliberto e Ferrero) è stata costretta a dare fiato alle speranze e alle aspirazioni delle masse popolari. L’ascesa e la vittoria elettorale di SYRIZA e la costituzione del governo SYRIZA-ANEL sono il risultato della crisi del sistema politico borghese greco. Ma la sinistra borghese non poteva soddisfare le aspirazioni che alimentava. Infatti il governo SYRIZA-ANEL è già ridotto a cercare di imporre alle masse popolari greche i sacrifici inscritti nel terzo memorandum della Troika (FMI-BCE-UE).

La nuova fase della resistenza del popolo greco può sfociare solo o nella conquista del potere da parte del KKE con l’instaurazione del socialismo in Grecia e le ripercussioni che questo avrebbe in Italia, in Europa e nel mondo o nella mobilitazione reazionaria delle masse popolari per la quale esistono in Grecia le premesse organizzative interne (nei gruppi fascisti e nelle Forze Armate) ma che l’oligarchia greca e i suoi padrini europei e americani esitano a scatenare perché tanti sono i pericoli in cui incorrerebbero. Ambedue gli eventi avrebbero comunque ripercussioni importanti sulla lotta di classe nel nostro paese.

Nell’articolo che pubblichiamo un alto dirigente del KKE illustra l’analisi che il KKE fa degli avvenimenti greci e le  lezioni che ne ha tratto finora per se stesso e per i partiti comunisti di altri paesi con cui il KKE ha relazioni.

Il KKE ha già dimostrato di essere un partito comunista capace di autocritica, di imparare dall’esperienza. Esso ha analizzato a lungo (già a partire dal 1953 con il 4° Plenum allargato del CC) e a fondo il suo passato, i suoi successi e le sue sconfitte. Dalla sua esperienza nazionale ha tratto importanti lezioni contro la concezione delle tappe intermedie tra capitalismo e socialismo e contro le illusioni nella democrazia borghese.

Esso invece, almeno a nostra conoscenza, non ha ancora esaminato e tratto lezioni dal fatto che nella prima parte del secolo XX, nel corso della prima crisi generale del capitalismo, non solo il KKE non ha portato la classe operaia al potere in Grecia, ma nessuno dei partiti comunisti dei paesi imperialisti europei e americani è riuscito a instaurare il socialismo nel proprio paese. Sono le lezioni da cui noi comunisti italiani abbiamo incominciato la ricostruzione del partito comunista nel nostro paese e grazie alle quali avanziamo, sia pure ancora lentamente, nella costruzione del nuovo partito basato sul marxismo-leninismo-maoismo. È sulla base di quelle lezioni che abbiamo tracciato per la rivoluzione socialista nel nostro paese la strategia della Guerra Popolare Rivoluzionaria e, quando nel 2007-2008 il mondo è entrato nella fase acuta e terminale della nuova crisi generale del capitalismo, abbiamo formulato la linea del Governo di Blocco Popolare.

Noi abbiamo fiducia che il KKE farà fronte agli avvenimenti in Grecia e darà un’importante lezione a tutto il mondo. Con tutte le nostre forze sosterremo la lotta del KKE, principalmente avanzando nella rivoluzione socialista in Italia.

Per cambiare il corso catastrofico delle cose, bisogna porre fine al sistema imperialista mondiale!

Il primo paese imperialista che romperà le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti mostrerà la strada e aprirà la via anche alle masse popolari degli altri paesi!

L’Italia è un paese imperialista abbastanza grande e per di più sede del Papato, uno dei pilastri del sistema imperialista mondiale: possiamo e dobbiamo assumere questo compito a beneficio nostro e di tutta l’umanità!

Viva il Partito comunista greco (KKE)! Viva il nuovo Partito comunista italiano!

Sulla situazione in Grecia e sul ruolo antipopolare di SYRIZA

Articolo di Giorgos Marinos, membro dell’Ufficio Politico del Comitato Centrale del KKE, inserito il 28 luglio 2015 nella sezione inglese del sito del KKE http://inter.kke.gr/en/firstpage/ tradotto a cura della redazione di La Voce: nel testo sono inserite cinque note redazionali tutte in corsivo e tra parentesi quadre.

 

Introduzione

Lunedì 13 luglio il governo SYRIZA-ANEL con l’appoggio di tutti i partiti borghesi ha accettato al vertice dell’Eurozona un pacchetto molto duro di misure antipopolari, il terzo memorandum, che distruggerà tutto ciò che resta dei diritti dei lavoratori.

Mercoledì scorso, 15 luglio, il “primo governo di sinistra” della storia greca ha fatto approvare dal Parlamento, con i voti dei partiti borghesi ND-PASOK-POTAMI, l’accordo imposto dal vertice dell’Eurozona e la prima serie di misure di attuazione del terzo memorandum, comprese le nuove misure di tassazione selvaggia e l’abolizione dei diritti relativi al sistema pensionistico. Il KKE ha votato contro e ha chiesto la votazione per appello nominale. Nel corso di essa 32 deputati di SYRIZA hanno votato NO, 6 hanno solo dichiarato “presente” e 1 si è astenuto dal voto. Questi deputati di SYRIZA hanno però dichiarato che “votano contro il nuovo memorandum, ma … appoggiano incondizionatamente il governo che lo ha adottato”.

L’esperienza dei 5 mesi di governo dimostra che SYRIZA non voleva né era in grado di preparare il popolo alla lotta contro i memorandum e i monopoli, sia greci sia europei, proprio perché il suo orientamento non era diretto alla resistenza e alla lotta. Al contrario, essa ha imbrogliato il popolo sostenendo che era in grado di aprire la strada a cambiamenti favorevoli al popolo pur restando all’interno dell’alleanza predatoria dell’UE.

 Gli avvenimenti sono una chiara dimostrazione del fallimento della cosiddetta “nuova sinistra” o “sinistra di governo” e della teoria che è possibile eliminare il carattere monopolista e antipopolare dell’UE.

La linea di lotta e la chiara e coerente posizione del KKE, che ha respinto la partecipazione a simili “governi di sinistra” che sono in realtà governi di gestione del capitalismo, si sono rivelate giuste.

Sulla base di questa esperienza specifica e superando l’offensiva borghese dei mass media, in Europa e in tutto il mondo i lavoratori devono cercare di trovare la verità e di utilizzare gli avvenimenti della Grecia in modo da trarne conclusioni utili.

Essi dovrebbero esaminare e studiare la linea di lotta del KKE, superare il muro di disinformazione delle forze borghesi e opportuniste che si dedicano alla gestione della barbarie del capitalismo e lavorano sistematicamente a fuorviare i lavoratori.

Qual è la situazione reale in Grecia? Qual è il vero ruolo di SYRIZA?
Quali sono le responsabilità dei suoi ammiratori e sostenitori all’estero?

 

1. Nel corso della crisi del capitalismo e a causa degli effetti dolorosi che la linea politica antipopolare del partito liberale ND (Nuova Democrazia) e del partito socialdemocratico PASOK ha inflitto alla classe operaia e agli altri strati popolari, ha preso il via una larga trasformazione del sistema politico borghese.

Mentre i partiti borghesi tradizionali si sono indeboliti o sono addirittura praticamente scomparsi, si sono invece rafforzate SYRIZA e l’organizzazione criminale nazista Alba Dorata.

SYRIZA, che era un piccolo partito opportunista, ha rapidamente aumentato i suoi voti nelle elezioni del giugno 2012, ha vinto le elezioni del gennaio 2015 e ha formato un governo con il partito nazionalista di destra ANEL.

Durante tutto questo periodo, questo partito ha intrappolato i lavoratori del falso dilemma “memorandum sì -memorandum no”, nascondendo il fatto che i memorandum sono solo una parte della strategia più generale del capitale. SYRIZA ha sfruttato l’aggravamento delle difficoltà delle masse e ha fraudolentemente promesso che le avrebbe alleviate e che avrebbe soddisfatto le richieste dei lavoratori.

In questo quadro ha promesso che avrebbe immediatamente aumentato il salario minimo, ripristinato i contratti collettivi di lavoro, abolito la tassa sulla casa (ENFIA), aumentato la soglia di reddito esentasse, posto fine alle privatizzazioni, ecc.

Quali che fossero gli slogan lanciati, in pratica SYRIZA ha presentato una linea socialdemocratica e ha detto chiaramente fin dall’inizio che avrebbe gestito il capitalismo e lavorato per aumentare la competitività e i profitti dei gruppi monopolisti, attuare la strategia dell’Unione Europea che SYRIZA chiamava “la nostra comune casa europea”.

2. Dopo le elezioni del gennaio 2015, il governo SYRIZA-ANEL ha proseguito la linea politica antipopolare dei governi precedenti. Il 20 febbraio ha firmato un accordo con il FMI-BCE-UE (la Troika) e ha assunto impegni in materia di riconoscimento e rimborso del debito pubblico (un debito che non è stato fatto dal popolo greco) e si è impegnato a “evitare azioni unilaterali”, a non attuare le sue promesse elettorali e a promuovere le “ristrutturazioni capitaliste”.

Il governo SYRIZA-ANEL, durante i negoziati che seguirono a Bruxelles, ha presentato una serie di proposte contenenti gravi misure antipopolari. Esse comprendevano il rispetto dei memorandum e di tutte le leggi di attuazione fatte dai governi ND e PASOK, l’imposizione di nuove tasse, la manomissione dei diritti attinenti al sistema pensionistico, la privatizzazione [delle imprese pubbliche e dei beni demaniali, ndr] e altre misure che nel complesso addossavano alle masse popolari greche un nuovo peso di 8 miliardi di euro. La proposta del governo era simile a quella della Troika: questa conteneva misure antipopolari che ammontavano a 8.5 miliardi di euro.

Gli scontri durante i negoziati e il ritiro del governo SYRIZA-ANEL in una certa fase di essi non erano espressione della resistenza per difendere gli interessi del popolo, come all’estero senza alcun fondamento reale alcuni partiti hanno  proclamato. Erano espressione degli interessi dei monopoli in gioco nei negoziati: il contrasto tra questi interessi rientra in contraddizioni più generali che sono legate ai differenti modelli di gestione del capitalismo, al futuro e al ruolo della Eurozona e alla posizione della Grecia in essa (ivi compresa la possibilità del Grexit [uscita della Grecia dall’Eurozona, ndr]), alla lotta tra Germania e Francia per l’egemonia in Europa, alla lotta tra gli Stati Uniti e l’Eurozona e in particolare la Germania.

3. In queste condizioni sabato 27 giugno il governo ha fatto al Parlamento la proposta di un referendum, cercando di incatenare le masse popolari alla zattera delle misure antipopolari della Troika con un SI o NO e rifiutando di sottoporre al giudizio del popolo anche la sua proposta antipopolare.

Il KKE in Parlamento ha chiesto che fossero sottoposte a referendum: A) La proposta della Troika, B) la proposta del governo, C) la proposta del KKE che diceva: “disimpegno dalla UE, abolizione dei memorandum e di tutte le leggi antipopolari di attuazione dei memorandum”.

Il governo ha arbitrariamente rifiutato di mettere in votazione la proposta del KKE. Il suo obiettivo era quello di ricattare le masse popolari e sfruttare il voto del popolo contro la Troika come approvazione della propria proposta che costituiva un nuovo memorandum.

Il KKE ha resistito, ha denunciato il ricatto e ha sottoposto al giudizio del popolo la sua scheda con scritto “NO alla proposta FMI-BCE-UE – NO alla proposta del governo – Disimpegno dalla UE e potere popolare”

Questa scheda elettorale è stato distribuita nei luoghi di lavoro, nei quartieri popolari, davanti ai centri di voto nel giorno del referendum. Allo stesso tempo il KKE ha invitato le masse a resistere in ogni modo e ad esprimere la loro opposizione al nuovo memorandum.

Le masse erano poste davanti a un’alternativa fasulla e a un ricatto: in questo contesto il KKE ha spiegato alle masse che sia il SI sia il NO sarebbero stati utilizzati per imporre nuove misure antipopolari. Questa linea seguita dal KKE è una grande eredità per il nostro popolo, perché possa continuare la sua lotta, sulla base dei propri interessi.

Una parte significativa del nostro popolo ha resistito. Una parte (oltre 350.000 elettori, il 6% di quelli che sono andati a votare) ha votato la scheda elettorale del KKE o ha votato scheda bianca o nulla. Una parte dei lavoratori non è andata a votare.

[Risultati ufficiali (in migliaia, arrotondati a diecimila) del referendum del 5 luglio (tra parentesi tonde i dati relativi alle elezioni politiche del 25 gennaio 2015): elettori 9.860 (9.910), votanti 6.160 (6.330), bianche e nulle 360 (150 bianche e nulle + 340 KKE), NO 3.560, SI 2.250, ndr – vedasi Comunicato CC del (n)PCI 18/2015 del 6 luglio 2015].

Il KKE non si era fissato un obiettivo numerico per questo referendum: la sua posizione è stata una posizione di principio, ha voluto inviare un messaggio politico al popolo: non sottomettersi a nessun ricatto e a nessun aut aut che provengano dalla Troika, dal governo e dagli altri partiti politici borghesi.

4. Un giorno dopo il referendum, il 6 luglio, gli avvenimenti hanno confermato nel modo più chiaro possibile la giustezza della posizione e della linea di lotta del KKE e hanno smascherato i partiti che all’estero celebravano il risultato del referendum insieme con SYRIZA o inviavano messaggi di sostegno al Primo Ministro greco. Infatti il giorno dopo il referendum su iniziativa del Primo Ministro, Tsipras, ci fu una riunione dei leader politici con la partecipazione del Presidente della Repubblica. Questo incontro ha reso la situazione ancora più chiara. SYRIZA, ANEL, ND, PASOK, POTAMI, cioè tutti i partiti borghesi, hanno firmato una dichiarazione congiunta che tra l’altro dice: “Il recente verdetto del popolo greco non è un mandato per rompere, ma un mandato per continuare ed elevare lo sforzo per raggiungere un accordo socialmente giusto ed economicamente sostenibile … “, confermando così che i partiti borghesi nel loro complesso erano pronti a firmare con la Troika un accordo/memorandum contro il popolo.

Il Segretario Generale del CC del KKE, compagno Dimitris Koutsoumpas, si è schierato contro la dichiarazione e dopo quella riunione ha dichiarato tra l’altro: “Abbiamo chiaramente espresso da parte nostra, ancora una volta, il punto di  vista del KKE per quanto riguarda la valutazione del risultato del referendum e soprattutto per quanto riguarda gli enormi problemi che sta vivendo il popolo greco a causa dell’alleanza predatoria dell’Unione Europea, che ha una linea politica che aumenta continuamente le difficoltà per le masse popolare, per il loro reddito, per la vita del nostro paese e per il nostro popolo in generale. Ancora una volta abbiamo avuto la dimostrazione che ogni negoziato a favore delle masse popolari e degli operai è impossibile finché si resta chiusi nell’UE, incatenati al corso dello sviluppo del capitalismo … Nessuno ha autorizzato nessuno ad andare a firmare nuovi memorandum, nuove misure dolorose per il nostro popolo”.

5. Dopo il referendum il governo SYRIZA-ANEL ha inviato al Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM) la richiesta di un programma triennale di prestiti del valore di circa 50 miliardi di euro, con un nuovo accordo sul debito pubblico e un nuovo memorandum.

Venerdì 10 luglio il governo ha proposto alla Troika (FMI-BCE-UE) una serie provocatoria di dure misure antipopolari, un terzo memorandum del valore di oltre 12 miliardi di euro. Vale a dire 4-5 miliardi di euro in più rispetto alla proposta che era stata discussa prima del referendum.

Lo stesso giorno, nella relativa discussione in Parlamento, il governo ha chiesto e ottenuto il sostegno e l’autorizzazione dei partiti borghesi, ND-PASOK-POTAMI, a firmare il terzo memorandum antipopolare.

Lunedì 13 luglio, all’alba, il Primo Ministro Tsipras ha concordato al vertice dell’Eurozona un nuovo prestito del valore 85 miliardi di euro e un memorandum molto oneroso di misure antipopolari, che eliminerà veramente quello che ancora resta dei diritti delle masse popolari.

Ecco alcune misure caratteristiche.

Conferma dell’ENFIA (la tassa sulla casa) e delle altre gravi misure fiscali prese dai governi ND e PASOK che hanno spinto milioni di famiglie degli strati popolari nella disperazione e un ulteriore aumento delle aliquote IVA, l’imposizione dell’aliquota del 23% di IVA sui prodotti alimentari confezionati e su altri oggetti di consumo popolare di massa, l’abolizione delle esenzioni fiscali per i contadini, un significativo aumento dell’IVA per le isole, ecc.

La propaganda del governo che aumenteranno anche le imposte sulle grandi imprese e sugli armatori è una truffa: si tratta di una goccia nel mare. Le esenzioni fiscali per gli armatori e il grande capitale nel loro complesso restano in vigore.

Conferma nella loro interezza delle misure contro la sicurezza sociale, comprese quelle contro il sistema pensionistico: riduzione delle pensioni, aumento dell’età pensionabile, esenzione dei padroni dal pagamento dei contributi previdenziali e inoltre l’introduzione di nuove misure che aboliscono i restanti prepensionamenti e che alzano a 67 anni l’età pensionabile, aboliscono i contributi ancora in vigore a favore dei pensionati con le pensioni più basse, aumentano i contributi previdenziali a carico dei lavoratori, aggregano i fondi previdenziali con una corsa al ribasso in termini di diritti. Si stanno valutando inoltre altre dure misure nel nome della sostenibilità del sistema previdenziale.

Conferma dei rapporti di lavoro “medievali” che esistono attualmente, congelamento dei contratti collettivi di lavoro, conferma dei salari ridotti e nuove misure anti-operaie nel nome dell’adattamento alle direttive UE per l’espansione dei contratti individuali tra i lavoratori e i padroni, l’estensione del part-time, del lavoro a tempo determinato e di rapporti di lavoro precari e flessibili.

L’attuazione delle misure messe a punto dall’organizzazione imperialista OCSE (che il governo considera un partner strategico) che prevedono la liberalizzazione delle professioni, l’abolizione della domenica festiva, ecc.

Conferma delle privatizzazioni che hanno avuto luogo e promozione di nuove: dei porti, dei 14 aeroporti regionali, delle ferrovie, della società che gestisce il gas naturale, ecc.

La creazione di un meccanismo di ipoteche e di vendita di beni pubblici, al fine di raccogliere 50 miliardi di euro per rimborsare i prestiti, ecc.

 Avanzi primari nel bilancio statale di 1% del PIL per il 2015, del 2% per il 2016, il 3% per il 2017, il 3.5% per il 2018 e l’introduzione di un meccanismo per ridurre automaticamente gli stipendi, le pensioni e la spesa sociale in caso di discostamento dagli obiettivi fiscali.

Il governo SYRIZA-ANEL ha utilizzato lo stesso ricatto che avevano usato i governi ND e PASOK per convincere la popolazione ad accettare le misure: un nuovo più duro memorandum o il fallimento e il Grexit.

Si ripete lo stesso ricatto con cui sono stati imposti il primo e il secondo memorandum e ogni volta che si è imposto al popolo di pagare. Ogni volta il popolo deve scegliere il meno peggio che alla fine porta al peggio.

Anche adesso, che la linea politica antipopolare di SYRIZA è venuta allo scoperto, Tsipras sta tentando di promuovere false aspettative, sostenendo che l’accordo prevede un adeguamento del debito (che aumenta a causa del nuovo prestito) e i cosiddetti “pacchetti di sviluppo”, anche se è ben noto che le masse popolari pagheranno comunque per il debito e che i pacchetti saranno ancora una volta a beneficio dei grandi gruppi monopolisti, che ne trarranno molti benefici.

6. La linea politica antipopolare di SYRIZA non si limita a questi problemi: si esprime anche nella sua politica estera.

Il governo greco negli ultimi 5 mesi ha fornito un sostegno significativo alla NATO, agli Stati Uniti, all’asse euro-atlantico. Non solo ha lasciato intatti i vecchi impegni, ma ne ha assunto di nuovi per rafforzare la base USA-NATO di Suda, centro di comando per gli interventi e le guerre imperialiste, quella di Azio (Centro Radar), la sede centrale di Salonicco, di Larissa e altre.

È annunciato l’accordo con gli Stati Uniti che installerà una nuova base NATO nel Mar Egeo, sull’isola di Karpathos.

Il governo ha preso ufficialmente l’impegno di mettere le forze armate greche e le basi militari a disposizione per nuove guerre imperialiste nella regione, nel nome della lotta contro i jihadisti e per “proteggere le popolazioni cristiane”.

Il governo partecipa a esercitazioni militari insieme con gli Stati Uniti e Israele ed espande le relazioni militari, politiche ed economiche con lo Stato di Israele, che continua l’occupazione e opprime il popolo palestinese.

La cosiddetta “politica multi-dimensionale” con la Russia, la Cina e gli altri paesi BRICS viene portata avanti dal punto di vista degli interessi dei gruppi monopolisti, al fine di migliorare la loro posizione in materia di energia, nel quadro generale della concorrenza imperialista che invischia il nostro popolo in nuovi pericoli.

Alcune conclusioni

I lavoratori dei paesi europei e del resto del mondo possono trarre conclusioni importanti dal corso degli eventi in Grecia, al fine di smascherare le forze politiche che difendono la via dello sviluppo capitalista e l’Unione Europea, l’unione imperialista interstatale.

Gli uomini e le donne comuniste, i lavoratori devono esaminare gli avvenimenti sulla base dei dati effettivi.

Dovrebbero apprezzare la posizione di decine di partiti comunisti che hanno cercato di analizzare gli avvenimenti in Grecia in base a criteri di classe e che, mantenendo saldo il principio dell’internazionalismo proletario, hanno contribuito a sostenere la lotta del KKE, pubblicato i suoi bollettini d’informazione e le connesse interviste, scritto propri articoli e combattuto contro la confusione seminata da Syriza e dal Partito della Sinistra Europea.

Il KKE ringrazia le decine di partiti comunisti e di organizzazioni giovanili comuniste di tutto il mondo che hanno espresso la loro solidarietà in molti modi diversi e hanno preso posizione a fianco della lotta del nostro partito e della KNE (Gioventù Comunista Greca).

Ringraziamo i lavoratori e le lavoratrici, i sindacati e le altre organizzazioni del movimento popolare che all’estero hanno sostenuto la lotta del movimento che in Grecia conduce la lotta di classe.

Il nostro partito continuerà a condurre lotte dure e farà onore alla fiducia che essi hanno riposto in noi.

In questo momento in cui l’apparato ideologico borghese e le forze opportuniste esercitano una forte pressione, ogni espressione di solidarietà internazionale è molto importante. Contribuisce alla nostra lotta comune. Si tratta di una preziosa esperienza, che darà i suoi frutti nel prossimo periodo.

 Allo stesso tempo, i comunisti e i lavoratori devono esaminare attentamente e smascherare le forze opportuniste e le altre forze che durante tutto questo periodo hanno tenuto nascoste le posizioni del KKE e si sono schierate con SYRIZA, imbellettando l’essenza antipopolare e antioperaia della sua linea politica, il suo carattere socialdemocratico.

Il Partito della Sinistra Europea sta giocando un ruolo particolarmente dannoso nel fuorviare gli operai. Nelle posizioni socialdemocratiche di SYRIZA esso ha riconosciuto la propria nuova linea di partecipazione alla gestione del capitalismo, le proprie posizioni favorevoli all’integrazione nell’UE. C’era da aspettarselo.

Un serio problema riguarda alcuni partiti comunisti che hanno ripreso e dato grande risonanza alle posizioni di SYRIZA, presentata come una forza della resistenza all’Unione Europea, nascondendo il fatto che questo partito è un difensore dell’alleanza predatoria dell’UE e della NATO, responsabile del barbaro sistema capitalista.

Questi partiti hanno salutato il “NO” del referendum, ma hanno nascosto il fatto che dietro questo c’era il “SI” di SYRIZA ad un nuovo protocollo, alle nuove misure che continueranno a dissanguare il nostro popolo.

Consapevolmente o inconsapevolmente essi hanno male informato i lavoratori dei loro paesi. Hanno contrabbandato la posizione del governo greco come difesa della “sovranità popolare”, mentre la realtà dimostra che il popolo non può essere sovrano quando è sottomesso al ricatto delle forze del capitale, quando è affamato, disoccupato, vittima del capitalismo e dei capitalisti che detengono potere, possiedono i mezzi di produzione e rubano la ricchezza prodotta dai lavoratori.

La posizione di questi partiti oggettivamente ha operato contro la lotta del KKE e a spese degli interessi della classe operaia e degli strati popolari in Grecia e in ogni paese, perché sostenere la nuova socialdemocrazia significa rafforzare l’avversario dei lavoratori, favorire illusioni e confusioni.

Non ci sono scuse. Essi portano gravi responsabilità. I partiti che hanno nascosto le posizioni del KKE, che hanno promosso manifestazione, assemblee e altri eventi per sostenere SYRIZA e salutare la socialdemocrazia si sono smascherati.

In realtà, le manifestazioni che si sono svolte a Parigi, Roma, Bruxelles, Nicosia, Lisbona e in altre città, indipendentemente da chi le ha organizzate e degli slogan utilizzati, SYRIZA le ha usate in Grecia come un alibi “di sinistra” per rafforzare la sua posizione, per presentarsi come un “salvatore” e imporre nuove dure misure antipopolari ai lavoratori greci.

Non è la prima volta che solleviamo questi temi. Le conseguenze dell’influenza opportunista nei ranghi del movimento comunista, le conseguenze della controrivoluzione continuano ad essere dolorose.

È ben noto che il KKE ha costantemente espresso (per molti anni) la sua solidarietà internazionalista anche nei confronti di partiti comunisti che oggi si sono schierati a fianco dei nostri avversari politici. Il KKE segue una posizione di principio, quindi continueremo a farlo. Tuttavia, nel Movimento Comunista Europeo e nel Movimento Comunista Internazionale deve iniziare una discussione a proposito della condotta di partiti comunisti che si sono schierati a fianco della socialdemocrazia e bisogna arrivare a delle conclusioni.

Chi perde la bussola di classe, prima o poi arriva alla gestione del capitalismo, anche se mantiene il nome di comunista, anche se continua a fare riferimenti formali al socialismo.

L’esperienza storica lo conferma. Questo è il problema di alcuni partiti che utilizzano la calunnia di “settarismo” al fine di contrastare la lotta rivoluzionaria, per nascondere il proprio abbandono dei principi del marxismo-leninismo e la loro scelta di collaborare alla gestione del sistema capitalista.

I recenti sviluppi hanno portato alla ribalta seri problemi che devono essere discussi più a fondo.

I partiti socialdemocratici tipo SYRIZA e Podemos lavorano a fuorviare la classe operaia, per salvaguardare il dominio capitalista con fuorvianti slogan di sinistra.

 In pratica l’esempio di SYRIZA ha dimostrato ancora una volta che i cosiddetti “governi di sinistra” sono una forma di gestione e di riproduzione dello sfruttamento capitalista, che alimentano illusioni, disarmano le forze popolari e portano al rafforzamento delle forze conservatrici e al ritorno di governi di destra. Gli esempi dei “governi di sinistra” in Francia, Italia, Cipro, Danimarca e in paesi dell’America Latina confermano questa valutazione.

I progetti che presentano la sostituzione dell’euro con una moneta nazionale, ad esempio in Grecia con la dracma, come uno sviluppo a favore delle masse popolari, progetti sostenuti da vari gruppi di ultra-sinistra e da quadri di SYRIZA che in Parlamento hanno votato contro il terzo memorandum, rendono la situazione reale incomprensibile ai lavoratori. La moneta da sola non può risolvere in modo positivo nessuno dei problemi delle masse popolari. Lo sfruttamento capitalista continuerà a imperversare, così come non muterà il fattore che determina il corso degli eventi cioè quale classe sociale ha il potere e ha nelle sue mani i mezzi di produzione.

I tentativi di interpretare lo sviluppo degli eventi con analisi che presentano la Grecia come una “colonia”, non hanno una base oggettiva. I loro fautori trascurano le finalità e gli interessi della borghesia, non tengono conto dello sviluppo diseguale del capitalismo né dei rapporti ineguali tra Stati capitalisti.

La partecipazione della Grecia alla NATO e all’UE è la posizione dominante nella classe borghese e la cessione dei diritti di sovranità è una sua scelta consapevole che mira a sostenere il capitalismo e a servire gli interessi dei monopoli partecipando alle alleanze imperialiste.

Concentrare tutta l’attenzione sulla posizione della Germania, il tentativo di interpretare lo sviluppo degli eventi attraverso il prisma del “golpe Schäuble”, nasconde l’essenza della competizione interimperialista, degli interessi che sono sempre più in conflitto tra loro. Ad esempio la scelta del governo SYRIZA-ANEL di allearsi con gli Stati Uniti e la Francia non ha nulla a che fare con gli interessi del popolo greco, ma con gli interessi dei gruppi monopolisti e invischia ulteriormente il nostro popolo nella rete della competizione imperialista.

Le recenti dichiarazioni di un dirigente di SYRIZA, vicepresidente del governo, sono chiarificatori. Costui ha fatto la seguente dichiarazione: “Devo ringraziare pubblicamente il governo degli Stati Uniti e il signor presidente Barack Obama perché senza il loro aiuto e la loro insistenza che l’accordo deve includere la questione del debito e una soluzione di crescita, non saremmo riusciti a concludere l’accordo”.

La lotta del KKE

Il KKE avanza, dopo aver arricchito la propria linea sulla base delle esigenze attuali della lotta di classe e aver superato la concezione relativa alle “tappe intermedie” nella gestione del sistema di sfruttamento e alle diverse forme di conservazione della democrazia borghese, difendendo le leggi della rivoluzione socialista e della costruzione del socialismo.

[Giorgos Marinos fa riferimento a errori di strategia di cui il KKE ha fatto autocritica attraverso una lunga elaborazione iniziata nel 4° Plenum allargato del CC (1953), passata tramite il suo 14° Congresso (1991) e la Conferenza Nazionale del 1995 e culminata nel 18° Congresso (2008) e nella Conferenza Nazionale del 16 luglio 2011, ndr]

Il nostro partito ha seguito la linea della lotta anticapitalista-antimonopolista, la linea per la concentrazione e la preparazione delle forze della classe operaia e delle masse popolari per il rovesciamento del capitalismo, per il potere degli operai, per il socialismo, rifiutando la cooperazione con il partito socialdemocratico SYRIZA e qualsiasi partecipazione a governi di gestione del capitalismo.

Ha assunto una posizione coraggiosa nelle elezioni del 2012, proseguendo in condizioni difficili la sua lotta politico-ideologica e di massa indipendente avendo come criterio guida le esigenze delle famiglie della classe operaia e degli altri strati popolari.

 [Nel secondo turno delle elezioni politiche del 2012 i voti raccolti dal KKE erano scesi a soli 277 mila di contro ai 580 mila del 2007, ai 520 mila del 2009 e ai 540 mila del primo turno del 2012, ndr – vedasi Comunicato CC del (n)PCI 7/2015 del 18 febbraio 2015 e La Voce 49 (marzo 2015) Impariamo dalla Grecia]

Ha condotto la battaglia delle elezioni nel 2015 nelle quali ha aumentato le sue forze e utilizza il suo gruppo parlamentare di 15 deputati per dare risalto ai problemi delle masse popolari, presentare importanti disegni di legge e proposte come il disegno di legge per l’abolizione dei memorandum e delle leggi di attuazione che il governo SYRIZA-ANEL per 5 mesi ha impedito che fosse discusso in Parlamento.

Utilizza il suo gruppo parlamentare UE per sostenere i lavoratori e ha raggiunto un livello più alto nei suoi significativi interventi politici dopo il suo ritiro dal gruppo parlamentare europeo GUE/NGL che è stato trasformato in un’appendice del Partito della Sinistra Europea.

La posizione coraggiosa assunta dal KKE nel recente referendum è una continuazione di questa lotta politica. Presentando chiaramente e con forza la propria proposta al popolo, il KKE ha smascherato la linea politica antipopolare del governo SYRIZA-ANEL, della Troika e dei partiti borghesi favorevoli a “restare a ogni costo nella UE”.

Il nostro partito interviene nelle vicende politiche influenzandone il corso, combatte contro le difficoltà e le carenze e lavora instancabilmente nei luoghi di lavoro, all’interno del movimento operaio, svolge un ruolo dirigente nelle lotte della classe operaia, dei contadini, degli strati intermedi, dei giovani. Prosegue la sua attività internazionalista, rafforza i rapporti con decine di partiti comunisti in tutto il mondo e cerca di far conoscere la sua esperienza anche all’estero, ai comunisti e alle forze principali della classe operaia.

Questi sono compiti molto impegnativi. Il KKE si concentra sull’organizzare la resistenza dei lavoratori contro l’accordo antipopolare del governo SYRIZA-ANEL, in modo che si elevi il livello delle richieste del popolo e in modo che si sviluppi un movimento militante che rivendichi con un movimento di massa il recupero delle conquiste perdute e la soddisfazione delle esigenze attuali.

Il movimento incentrato sulla lotta di classe, il PAME e le altre organizzazioni militanti stanno intensificando le mobilitazioni di massa, stanno facendo sforzi per organizzare un movimento di solidarietà a sostegno di coloro che sono colpiti da disoccupazione e povertà, per sostenere i pensionati e i lavoratori che a causa delle restrizioni alle transazioni bancarie devono fare la coda alle banche per avere una piccola parte della loro pensione o del loro salario.

Attraverso i comitati di lotta nei luoghi di lavoro, nelle fabbriche, negli ospedali, nei supermercati, nei servizi, attraverso la mobilitazione dei “comitati popolari” nei quartieri: questi sono strumenti preziosi al fine di rafforzare la lotta del popolo.

 

Continueremo su questa strada e chiediamo alla classe operaia e agli altri strati popolari di adottare in massa e in modo determinato la proposta politica del KKE per la migliore organizzazione possibile dei lavoratori e l’unità del movimento operaio, per rafforzare l’alleanza della classe operaia con i contadini, con gli altri strati popolari, al fine di intensificare la lotta per cambiamenti profondi e radicali. Per la socializzazione dei monopoli con la pianificazione scientifica centralizzata dell’economia, il disimpegno dalla UE-NATO e lo sviluppo di relazioni reciprocamente vantaggiose con altri Stati e popoli, la cancellazione unilaterale del debito, con la classe operaia e le masse popolari che si impadroniscono del potere.

Giorgos Marinos

 

 **************

 

 Comitato Centrale del (n)PCI http://www.nuovopci.it
 

Sharing - Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *