Goletta Verde Lazio, cariche batteriche elevate per 15 campionamenti su 24

Scarichi abusivi o non controllati direttamente su spiaggia e un deficit depurativo, sono i principali fattori che continuano a mettere a dura prova il mare del Lazio.

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Roma, 4 agosto 2015

Comunicato stampa

 

Depurazione, cariche batteriche elevate per 15 campionamenti su 24

Foci di fiumi, canali e torrenti continuano a rappresentare un pericolo per il mare laziale

 

Legambiente: “Risolvere problemi di inquinamento per rilanciare in chiave sostenibile lo splendido intreccio storico-ambientale del Lazio. In provincia di Roma e in alcuni punti del Sud-pontino e della Tuscia, va detto stop alla crisi depurativa. Subito nuovo Piano Regionale di Tutela delle Acque, ma anche rispetto della nuova legge regionale sulle spiagge libere e valorizzazione delle bellezze del nostro mare”

 

Cemento e rifiuti, le offese al litorale laziale. Il reportage fotografico: http://bit.ly/ReportageLazio

 

Scarichi abusivi o non controllati direttamente su spiaggia e un deficit depurativo, sono i principali fattori che continuano a mettere a dura prova il mare del Lazio, dei ventiquattro punti monitorati lungo le coste laziali da Goletta Verde, 15 presentano una carica batterica superiore ai limiti consentiti dalla legge. Per frenare le problematiche legate alla depurazione, Legambiente chiede che Regione e amministrazioni comunali, di costa e entroterra, siano attive nella risoluzione dei deficit depurativi ancora presenti, per non compromettere una delle principali risorse di questo territorio, e iniziare a rilanciare l’economia turistica e del mare in chiave sostenibile.

 È questa la richiesta avanzata da Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, che oggi chiude la sua tappa nel Lazio. L’istantanea regionale sulle acque costiere dell’equipe tecnica dell’imbarcazione ambientalista è stata presentata questa mattina, in conferenza stampa a Roma da Andrea Minutolo, coordinatore dell’ufficio scientifico di Legambiente e da Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio.

“Sulla sfida della depurazione si gioca il futuro del nostro Paese e di questa regione – dichiara Andrea Minutolo, coordinatore dell’ufficio scientifico di Legambiente -. L’obiettivo del monitoraggio di Goletta Verde è, bene specificarlo, è quello di individuare i punti critici di una regione e le pressioni inquinanti che ancora gravano sulla costa, analizzando il carico batterico che arriva in mare prevalentemente dalle foci di fiumi, canali o scarichi non depurati. È quindi un monitoraggio puntuale che non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né Legambiente assegna patenti di balneabilità, ma restituisce comunque un’istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni. Anche nel Lazio abbiamo quindi messo sotto osservazione prevalentemente foci di fiumi e torrenti, ma che si trovano in tratti di costa o su spiagge molto frequentate e che quindi possono diventare elementi di criticità per gli stessi bagnanti. Punti che, in molti casi, sono stati segnalati al nostro servizio Sos Goletta dagli stessi cittadini che chiedevano maggiori controlli su tratti di spiaggia e scarichi sospetti”.

Purtroppo ancora oggi la situazione dei nostri mari risente inevitabilmente del forte deficit depurativo che vive l’Italia, dove secondo le ultime stime dell’Istat e del Governo tre italiani su dieci non sono ancora allacciati a fognature o a depuratori e il 40% dei nostri fiumi risultano gravemente inquinati. Eppure sono passati dieci anni dal termine ultimo che l’Unione Europea ci aveva imposto per mettere a norma i sistemi fognari e depurativi, ma piuttosto di agire non abbiamo fatto altro che collezionare multe. A pagare l’immobilismo cronico delle istituzioni, quando siamo prossimi ormai alla terza sentenza di condanna prevista per gennaio 2016, saranno al solito i cittadini. In questa regione secondo il rapporto della “Struttura di missione” del Governo la multa sarà di 7 milioni di euro. Soldi che, così come per il resto d’Italia, sarebbe stato sicuramente più utile investire in depuratori e fognature.

 

“Quest’anno – commenta Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio – con il passaggio di Goletta Verde abbiamo voluto raccontare come la valorizzazione del mare e il rilancio della sua economia in chiave sostenibile, viaggia attraverso salvaguardia e fruibilità, da ricercare con strumenti come la nuova buona legge regionale sul demanio marittimo, che prevede che almeno il 50% di costa sia spiaggia libera, il rilancio delle aree marine protette come sta avvenendo per le Secche di Tor Paterno e l’istituzione di nuove aree protette come quella che chiediamo a Santa Severa con il Monumento Naturale Antica Pyrgi. Le sfide d’ora in poi devono essere quelle di uno sviluppo sostenibile che punta alla valorizzazione della specificità del Lazio, quell’intreccio positivo e splendido tra natura, turismo, cultura e storia, da affiancare a scelte che guardino alla sostenibilità energetica, allo stop al consumo di suolo, alla corretta gestione di reflui così come dei rifiuti. La salvaguardia del nostro mare passa imprescindibilmente da questi fattori uniti alla risoluzione dei problemi di inquinamento, e sulla qualità delle acque è fondamentale la strutturazione di un nuovo Piano Regionale di Tutela delle Acque.

Le nostre analisi però dimostrano che c’è tanto ancora da lavorare per rilanciare davvero le aree di pregio, investendo sul sistema depurativo e spendendo bene le risorse già pronte. I risultati che oggi presentiamo, focalizzano criticità specifiche nella provincia di Roma in particolar modo, ma anche in settori del Sud-pontino e della Tuscia laziale, dove continuiamo a trovare in piena stagione balneare troppi punti fortemente inquinati, tra foci e scarichi, ma anche nel bel mezzo di importanti e frequentate spiagge”.

Molte delle problematiche riscontrate dai tecnici di Goletta provengono ovviamente dall’entroterra, ne è un esempio il Tevere, dove poche settimane fa Legambiente denunciava la presenza di ben 12 scarichi non depurati solo a Roma che gli ambientalisti hanno chiesto al gestore del servizio idrico di adempiere al suo ruolo e risolvere immediatamente tali conosciute criticità. Tutte le regioni italiane poi, sono ormai sotto l’attenzione dell’Ue: l’ultima procedura arrivata lo scorso anno coinvolge anche sei agglomerati urbani laziali: quello di Roma (con 2milioni 768mila abitanti equivalenti); di Anagni (20.267 a.e.), di Fontana Liri – Arce (9mila a.e.), di Monte San Giovanni Campano (9.100 a.e.), Orte (7.500 a.e.) e Piglio (4.800 a.e). Questi agglomerati risultano non conformi all’art.4 in quanto non è stato dimostrato che tutto il carico generato riceve un adeguato trattamento secondario. Un problema sicuramente ben noto in questa regione, visto che, secondo i dati Istat (2012) oltre il 40 per cento dei reflui civili non viene adeguatamente trattato (non viene cioè sottoposto a un trattamento secondario e terziario) e apporta così il suo carico inquinante nelle aste fluviali o a mare. Grazie ai fondi della legge di Stabilità 2014, il ministero dell’Ambiente nel novembre scorso (con il decreto 271) ha finanziato 132 interventi nel Centro-Nord, proprio per risolvere i contenziosi con l’Ue. Alla regione Lazio sono stati destinati 16milioni e mezzo di euro per opere di collettamento e depurazione che ricadono negli agglomerati urbani di Vignanello, Canepina, Vallerano e Soriano nel Cimino.

 

Non va meglio sul fronte dell’informazione ai cittadini. La vigente direttiva sulle acque di balneazione impone ai Comuni di divulgare informazioni sulla qualità dei singoli tratti di mare, secondo la media degli ultimi quattro anni di prelievi (qualità scarsa, sufficiente, buona, eccellente). Eppure in nessuno dei punti campionati i nostri tecnici hanno trovato traccia della cartellonistica informativa. Inoltre, sempre in tema di corretta informazione per i bagnanti, i nostri tecnici segnalano come alcune foci di fiumi e canali (ad esempio la foce del Tevere) risultano balneabili sul Portale delle Acque, il sito gestito dal Ministero della Salute dove dovrebbero confluire i dati delle Arpa regionali e delle stesse Regioni.

Legambiente ha inoltre presentato un reportage fotografico, realizzato da Nicola Romano, sulle offese al litorale romano: un viaggio lungo le coste della regione realizzato dai tecnici del laboratorio mobile di Goletta Verde che testimonia il degrado, l’incuria e l’aggressione in cui versano alcuni tratti della costa. Le foto (liberamente utilizzabili per usi giornalistici, con richiesta di citare l’autore) sono disponibili al seguente link: http://bit.ly/ReportageLazio.

Le analisi di Goletta Verde

I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente tra il 22 e il 23 luglio scorso. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e abbiamo considerato come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori.

Dei quattordici prelievi effettuati in provincia di Roma, addirittura dieci hanno riportato un giudizio di “fortemente inquinato”. Nella capitale cariche batteriche ben oltre i limiti sono state riscontrate alla foce del fiume Tevere e alla foce del canale presso il cancello numero 1 a Ostia (sempre a Ostia è invece risultato nei limiti il prelievo effettuato al canale dei Pescatori). Gli altri prelievi con esito negativo sono stati effettuati sul lungomare Pyrgi (altezza via Oleandri) a Santa Severa di Santa Marinella; ala foce del fiume Arrone, sul lungomare di Ponente di Fregene; alla foce del canale Crocetta (Filadelfia), alla foce del canale Orfeo e alla foce del Rio Torto tutti a Torvajanica, nel comune di Pomezia; alla foce del fosso Grande ad Ardea; alla foce del fosso Cavallo Morto (lungomare delle Sterlizzie) in località Lido dei Gigli di Anzio e alla foce del porto canale Loricina di Nettuno. Entro i limiti, invece, gli altri campionamenti: alla foce del fosso Zambra a Marina di Cerveteri; alla spiaggia presso la foce del canale e del fiume Statua a Ladispoli.

 

Sette i campionamenti effettuati in provincia di Latina. Fortemente inquinati sono stati giudicati quelli alla foce del torrente Longato in località Torre San Vito a Gaeta, alla foce del Rio Recillo a Minturno e quello alla spiaggia presso Rio Santacroce in località Gianola di Formia. Entro i limiti le cariche batteriche presenti nei campioni prelevati alla foce Verde di Latina; alla foce del canale Caterattino di Sabaudia; alla foce del canale Sisto a Terracina e alla foce del canale Sant’Anastasia di Fondi.

 

Tre, infine, i prelievi effettuati in provincia di Viterbo. “Fortemente inquinato” è stato giudicato il campionamento eseguito alla foce del fiume Marta, in località Lido di Tarquinia; “inquinato” invece quello alla foce del Fosso Chiarone in località Pescia Romana, nel comune di Montalto di Castro.

Tra i fattori inquinanti, troppo spesso sottovalutati, c’è anche il corretto smaltimento degli olii esausti. Proprio per questo quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è main partner della storica campagna estiva di Legambiente. Attivo da 31 anni, il COOU garantisce la raccolta degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale, che vengono poi avviati al recupero. L’olio usato – che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli – è un rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente che deve essere smaltito correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche.A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. “La difesa dell’ambiente, in particolare del mare e dei laghi, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione”, spiega il presidente del COOU Paolo Tomasi. L’operato del Consorzio con la sua filiera non evita solo una potenziale dispersione nell’ambiente di un rifiuto pericoloso, ma lo trasforma in una preziosa risorsa per l’economia del Paese.

 

 

 

I RISULTATI DELLE ANALISI DI GOLETTA VERDE DEL MARE NEL LAZIO*

 *prelievi effettuati il 22 e il 23 luglio 2015

PROV.

COMUNE

LOCALITÀ

PUNTO

GIUDIZIO

VITERBO

Montalto di Castro

Pescia Romana

Foce del Fosso Chiarone

Inquinato

VITERBO

Montalto di Castro

Montalto Marina

Foce del fiume Fiora

Entro Limiti

VITERBO

Tarquinia

Lido di Tarquinia

Foce del fiume Marta

Fortemente Inquinato

ROMA

Santa Marinella

Santa Severa

Lungomare Pyrgi, altezza via Oleandri

Fortemente Inquinato

ROMA

Cerveteri

Marina di Cerveteri

Foce Fosso Zambra

Entro Limiti

ROMA

Ladispoli

Torre Flavia

Spiaggia presso foce canale

Entro Limiti

ROMA

Ladispoli

Marina san Nicola

Foce fiume statua

Entro Limiti

ROMA

Fregene

Lungomare di Ponente

Foce fiume Arrone

Fortemente Inquinato

ROMA

Roma

Ostia

Foce fiume Tevere

Fortemente Inquinato

ROMA

Roma

Ostia

Canale dei Pescatori

Entro Limiti

ROMA

Roma

Ostia

Foce canale presso Cancello n.1

Fortemente Inquinato

ROMA

Pomezia

Torvajanica

Foce canale Crocetta (Filadelfia)

Fortemente Inquinato

ROMA

Pomezia

Torvajanica

Foce canale Orfeo

Fortemente Inquinato

ROMA

Pomezia

Foce del Rio Torto

Fortemente Inquinato

ROMA

Ardea

Foce del fosso Grande

Fortemente Inquinato

ROMA

Anzio

Lido dei Gigli

Foce del fosso Cavallo Morto- lungomare delle Sterlizzie

Fortemente Inquinato

ROMA

Nettuno

Nettuno

Foce del porto canale Loricina

Fortemente Inquinato

LATINA

Latina

Foce Verde

Foce Verde, incrocio strada valmontorio strada dell’argine

Entro Limiti

LATINA

Sabaudia

Sabaudia

Foce del canale Caterattino

Entro Limiti

LATINA

Terracina

San Vito

Foce del canale Sisto

Entro Limiti

LATINA

Fondi

Sant’Anastasia

Foce del canale Sant’Anastasia

Entro Limiti

LATINA

Gaeta

Torre San Vito

Foce torrente Longato

Fortemente Inquinato

LATINA

Formia

Gianola

Spiaggia presso Foce Rio Santacroce, lungomare citta di Ferrara

Fortemente

Inquinato

LATINA

Minturno

Scauri

Foce Rio Recillo

Fortemente Inquinato

 

 

Il Monitoraggio scientifico

I prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente che anticipa il viaggio dell’imbarcazione a bordo di un laboratorio mobile attrezzato. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nel laboratorio mobile lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità / salinità). Le analisi chimiche vengono effettuate direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo.

Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai chilometri di costa di ogni regione.

 

LEGENDA

Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:

INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 500 UFC/100ml

FORTEMENTE INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 1000 UFC/100 ml

 

Su www.legambiente.it/golettaverde sezione Analisi è possibile visualizzare la mappa interattiva del monitoraggio, con i punti di campionamento e i risultati delle analisi.

 

 

 

 

Goletta Verde è una campagna di Legambiente

 

Segui il viaggio di Goletta Verde sul sito www.legambiente.it/golettaverde

sul blog http://golettaverdediariodibordo.blogautore.repubblica.it e su www.facebook.com/golettaverde

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