Dopo l’ultimo naufragio nel Mediterraneo, avvenuto il 5 agosto, nel quale sono morte almeno 25 persone, Amnesty International ha nuovamente sollecitato i governi europei a fare di più per garantire percorsi legali e sicuri verso l’Unione europea a coloro che necessitano di protezione.
AMNESTY INTERNATIONAL: L’ULTIMO NAUFRAGIO NEL MEDITERRANEO SOTTOLINEA L’URGENTE
BISOGNO DI PERCORSI LEGALI E SICURI VERSO L’EUROPA
Dopo l’ultimo naufragio nel Mediterraneo, avvenuto il 5 agosto, nel quale sono morte
almeno 25 persone ma si teme il numero possa essere maggiore, Amnesty
International ha nuovamente sollecitato i governi europei a fare di più per
garantire percorsi legali e sicuri verso l’Unione europea a coloro che
necessitano di protezione, evitando così che in migliaia rischino di perdere la
vita in mare.
Il 5 agosto un peschereccio partito dal porto libico di Zuwara con 600 persone a
bordo si è capovolto a poco più di 20 miglia dalla partenza. Le operazioni di
soccorso, cui hanno preso parte navi di vari paesi così come di Medici senza
frontiere e di Migrant Offshore Aid Station, hanno per il momento tratto in
salvo oltre 400 persone.
Migliaia di persone continuano a cercare di attraversare il Mediterraneo centrale
praticamente ogni settimana per cercare salvezza e una vita migliore in Europa.
Dunque, questi incidenti mortali in mare sono destinati a rimanere una tragica
realtà se i governo europei non porranno in essere percorsi legali e sicuri per
coloro che hanno bisogno di protezione, riducendo in questo modo il numero
delle persone che intraprendono viaggi pericolosi via mare, ha dichiarato
Denis Krivosheev, vicedirettore del programma Europa e Asia centrale di Amnesty
International.
Quello del 5 agosto è il primo naufragio mortale di grandi dimensioni da quando, ad
aprile, l’Unione europea ha deciso di rafforzare le operazioni di ricerca e
soccorso in mare. Queste operazioni avevano favorito una significativa
diminuzione del numero, senza precedenti, di morti in mare registrato nei primi
mesi dell’anno.
Amnesty International continua a sollecitare un maggiore impegno per reinsediare i
rifugiati, favorire un più ampio ingresso in Europa attraverso i visti
umanitari e le riunificazioni familiari e porre fine alle restrizioni alla
libertà di movimento per i richiedenti asilo le cui domande sono state accolte.
“Intanto, fino a quando migranti e rifugiati avranno a disposizione solo traversate
pericolose per raggiungere l’Europa, è indispensabile che ai soccorsi in mare
sia data la massima priorità. Le operazioni umanitarie lanciate dai governi
europei dopo i naufragi di aprile, in cui oltre 1200 persone erano morte o
scomparse in mare, devono proseguire in modo efficace e con risorse adeguate,
ha aggiunto Krivosheev.
Il giorno prima dell’ultimo naufragio, l’Organizzazione internazionale per le
migrazioni aveva denunciato che 2000 migranti e richiedenti asilo erano già
morti nel Mediterraneo dall’inizio dell’anno.
Dal 1° gennaio, circa 98.000 rifugiati e migranti sono giunti in Italia via mare.
Roma, 5 agosto 2015