Le foreste vengono distrutte ad un ritmo inquietante.
A settembre, la FAO parteciperà al World Forestry Congress – WFC – a Durban, un evento dominato dall’industria del legname. La definizione di foresta della FAO è segnata da un errore di fondo:si intende come una mera estensione di alberi. Le foreste possono essere sradicate e sostituite con piantagioni di caucciù, oppure possono essere tagliate e sostituite con piantagioni di pino o eucalipto. Per la FAO, queste sono operazioni di “deforestazione non definitiva”. Se le praterie vengono divelte o, se i contadini vengono derubati delle loro terre per darle in gestione alle compagnie che implementano piantagioni, monocolture industriali di alberi chiamate Deserti Verdi, per la FAO questo è “imboschimento”.
Il rifiuto della FAO di accettare che le foreste siano definite tali per la loro diversità biologica, sociale, culturale e spirituale, promuove l’espansione delle piantagioni di alberi in grande scala a discapito delle comunità, delle foreste e di altri ecosistemi. Dà impulso a false soluzioni alla crisi climatica, intendendo le foreste come mere riserve di carbonio. Persino le piantagioni di eucalipto ed altri alberi geneticamente modificati vengono falsamente chiamate “foreste”. Questa definizione è stata denunciata da gruppi della società civile, movimenti sociali e molti scienziati, da diversi anni.
Salviamo la Foresta, a settembre, durante il WFC si unirà alle organizzazioni e reti della società civile di tutto il mondo e parteciperà al Civil Society Aletrnative Program, che sfiderà il programma estrattivista del WFC. Denunceremo le reali cause della distruzione delle foreste e i relativi responsabili.
Vi chiediamo di sostenere la nostra petizione che verrà consegnata al World Forestry Congress.